Berlusconi a Villa Certosa o Raffaele Lombardo in Sicilia?

Il Corriere della Sera è in testa alla classifica dei quotidiani italiani per diffusione. Molto seguita è anche la sua versione on line. All’interno è possibile leggere un’altra classifica: quella degli articoli più letti. Alle 11.22 di oggi, 31 maggio 2009, l’hit parade è la seguente: 1 Topolanek nudo nel giardino della Villa e nei viali bionde e brune mozzafiato 2 «Chiedo scusa a Noemi e al presidente» 3 E Berlusconi scrive al Garante «Bloccate le foto di Villa Certosa» 4 Non ci resta che ridere 5 Orrico, ex tecnico dell' Inter anni '90, trova il figlio impiccato in casa 6 Briatore: Silvio da anni è come un single 7 Bossi: «Tornano i vecchi Dc. Bisogna prenderli a legnate» 8 «Inesatta la ricostruzione del Cavaliere Se ci sono scatti vietati non sono miei» 9 In arrivo piogge e temporali al Centro 10 «Gelati, pizze gratis e tante ragazze ma minorenni non ne ho mai viste» Le prime 3 notizie riguardano Berlo e la vicenda minorenni, Noemi e foto di Villa Certosa. Ben 6 su 10 sono relative a questo argomento. Le 4 notizie che non sono legate a Berlo si occupano di Bossi che vuole ‘prendere a legnate i vecchi Dc’, delle previsioni del tempo, del drammatico suicidio del figlio di Orrico e di un attuale aforisma di Flaiano. Io non credo alle teorie del complotto. Penso però che più o meno consapevolmente il sistema tenda ad avere una linea che non è mai frutto del caso, poiché tutte le componenti che lo tengono insieme, soprattutto quelle più in alto in una scala di potere, sono inclini a proteggere in maniera trasversale il seguente interesse: il mantenimento dello status quo. È un fatto naturale, non c’è alcuna mente diabolica dietro tutto ciò, è umano. Ecco perché la notizia più importante di questi giorni, quella che riguarda ciò che sta accadendo in Sicilia si ‘merita’ solo un trafiletto in prima. Ed ecco perché sulla prima pagina del sito dell’Ansa la vicenda Lombardo la trovate solo in basso, tra le ‘altre notizie’, dopo l’arrivo delle balene in Patagonia e la difficile collocazione della tenda di Gheddafi