Italiani: vecchi...

Dedico questo post a coloro che finora hanno contribuito a far restare al governo del nostro paese, e soprattutto a rappresentarci tutti nel mondo, lo stupefacente Silvio Berlusconi.
Ovvero Berlo, come lo chiamano alcuni giornali stranieri.
Non sono qui a caldeggiare un’alternativa, so bene che dall’altra parte permane un triste e sconcertante vuoto.
Tuttavia, possibile che non ci sia nulla di meglio in Italia?
E non sto parlando solo dei rappresentanti di partito, che a parte qualche strappona dell’ultim’ora, figlio di qualcuno o amica di qualcun altro, sono sempre gli stessi da almeno vent’anni.
Mi riferisco a sessanta milioni di persone, che sono fortunatamente l’Italia.
Possibile che tra tutti noi non ci sia qualcosa di meglio?
Dico a voi, adesso, elettori di Forza Italia prima e Pdl ora, ma non ve ne frega nulla di come il nostro paese viene visto nel mondo e noi con lui grazie a quel vecchiaccio assatanato?
E parlo anche con voi, che non siete suoi sostenitori e vi siete accontentati di un’opposizione che non ha mai avuto veramente il coraggio di essere tale.
Non siete stanchi di essere umiliati come italiani in tutto il mondo?
Solo la settimana appena trascorsa, le ultime performances di Berlo hanno contribuito ad infangare incredibilmente il nome di milioni di persone che vivono in un paese ricchissimo di storia e di cultura.
Il cinque maggio Jonathan Kay scrive sul National Post, autorevole giornale conservatore canadese, un articolo dal titolo ‘Il culto dell’Italia per il bimbo’. Ecco cosa dice tra le altre cose Kay nel suo pezzo: “L'Italia è uno strano paese. Da un lato, al pari della Grecia, rappresenta l'antica culla della civiltà occidentale. Così, come è possibile che l’immagine pubblica di questa orgogliosa cultura sia ora dominata da vecchi assatanati il cui atteggiamento verso le donne sembra essere stato tratto da film della serie ‘Porky’s, questi pazzi porcelloni!’?”
Due giorni dopo The New Statesman, un settimanale della sinistra inglese, commentando le sue ultime uscite definisce il premier in questo modo: “Berlusconi è una figura estremamente moderna, che riflette il peggio e i maggiormente insidiosi aspetti dell’occidente contemporaneo, in particolare, della cultura italiana.
Ieri, con il titolo ‘Can I fondle you?’ (Posso palparla?) esce una descrizione dettagliata della gaffe in questione anche sul Times of India, importante quotidiano liberale del paese.
Sempre ieri, sulla versione on line del Times, uno dei più autorevoli quotidiani di centro destra inglesi, Richard Owen scrive un articolo dal titolo ‘I timori che il divorzio di Silvio Berlusconi danneggerà la reputazione dell’Italia’. È scritto nel pezzo che il problema non è solo il divorzio in sé ma ben altro, come dice James Walston, professore dell’American University per le Relazioni Internazionali di Roma: “All’estero Berlusconi ha la reputazione di un buffone di corte accompagnata da un persistente odore di corruzione.
Raccontano i giornali di tutto il mondo che in Finlandia sono ancora indignati e stupiti per la visita di Berlo. Come è scritto su Helsingin Sanomat, il più venduto giornale del paese scandinavo, il commento del nostro premier alla vista di una delle più antiche chiese finlandesi, nel quale ha pubblicamente e testualmente detto che un bulldozer avrebbe dovuto abbatterla, non può essere considerato soltanto uno scherzo.
Per la cronaca l’antica chiesa di Petäjävesi (nella foto insieme a Berlo) è dal 1994 nella lista del Patrimonio mondiale dell’umanità dell’Unesco…
Questo solo per citare alcuni giornali tra le migliaia, basandosi esclusivamente su quest’ultima settimana.
Care italiane e amici italiani, di destra o di sinistra, non fa differenza.
E’ veramente così che vogliamo essere visti nel mondo?