Un panzone scrive a Brunetta

Storie e Notizie N. 43 La Storia: Caro ministro Brunetta, chi le scrive è uno dei tanti poliziotti panzoni che ci sono in Italia. Le sue parole, cito testualmente: ‘non si può mandare in strada il poliziotto-panzone’, non mi hanno offeso. E questo per un semplice motivo: sono fiero della mia pancia, ovvero panza, se preferisce. Sì, lo ammetto, amo la buona cucina. Ho da poco passato i quaranta e un grave infortunio al ginocchio non mi permette di essere sempre in forma come quando ne avevo venti o anche trenta. Dopo il lavoro la mia vita si è fatta più sedentaria (grazie anche ai vostri tagli alla polizia...), i soldi non bastano mai e così, l’unico svago che mi è rimasto ormai è quello in cui si usa la forchetta. Mia moglie è brava in cucina ma anch’io me la cavo alla grande. Anzi, quello bravo sono io ed è per questo che da noi si mangia bene, più che bene. Lo dicono tutti, anche mia suocera e dio solo sa se non è un miracolo strapparle un complimento… Perciò non le sto scrivendo perché ferito dal suo discorso, piuttosto per darle una mano perché con ciò che ha detto lei dimostra di non conoscere i capolavori della letteratura. E un ministro che ostenta tale mancanza è sì una vergogna. ‘Non si può mandare in strada il poliziotto panzone’ lei dice. ‘La sicurezza deve essere fatta da chi la sa fare’, ha aggiunto poi. Se ciò che dice fosse vero, allora Agatha Christie avrebbe inventato un investigatore inaffidabile quando raccontò per la prima volta le gesta di Hercule Poirot. Lei non offende me, piuttosto insulta Poirot, un detective dotato di una notevole calma e di una sorprendente capacità di riflessione. Un uomo incredibilmente preciso e perspicace, con un fiuto eccezionale, arma vincente contro i casi più intricati. Tuttavia, è alto poco più di un metro e mezzo, anziano e piuttosto grasso. Ebbene sì, Poirot è un panzone. Ma non finisco mica qui. Lei ha detto anche che ‘non si può mandare in strada il poliziotto panzone che non ha fatto altro che il passacarte’. Se la sua affermazione fosse giusta, be’, allora anche Nero Wolfe sarebbe solo un bluff. L’investigatore nato dalla penna di Rex Stout risolve i delitti più misteriosi rimanendo placidamente seduto a riflettere sulla comoda poltrona del suo studio. Difatti Wolfe non esce quasi mai dal proprio appartamento, dividendosi tra appunto lo studio, la serra e la cucina. Ebbene sì, la cucina, perché si da il caso che egli pesi intorno ai 150 chili e che sia un vero buongustaio. Come vede, anche Nero Wolfe è un panzone. The last but not the least al quale lei manca di rispetto è il commissario Maigret, celebre personaggio dei romanzi di Simenon. Maigret è assillato da sempre da colleghi e non per il suo infallibile metodo investigativo, che lui non definisce nemmeno come tale. Il detective si immerge letteralmente nel luogo del delitto di turno e grazie al suo incredibile istinto e la sua straordinaria capacità di immedesimazione esamina la psicologia e soprattutto l'umanità del suo prossimo, scoprendo alla fine le vere cause di ogni crimine, quelle nascoste nel profondo dell’anima. A quanto pare, però, Nero Wolfe è un uomo corpulento e dalle spalle larghe, fisico dovuto sicuramente all’origine contadina, ma soprattutto è un fervido amante della buona cucina. Eh già, anche lui è un panzone. Mi fermo qui, caro ministro, non voglio infierire oltre. Concludo con un consiglio: prima di fare il suo prossimo intervento sulla pubblica piazza, faccia un salto in libreria… Un panzone La Notizia: Brunetta: no ad agenti panzoni ROMA, 28 MAG - Il ministro Brunetta si scusa con i poliziotti dopo aver detto in un'intervista che ''non si può mandare in strada il poliziotto-panzone''. ''Non si può - aveva detto il ministro suscitando le reazioni dei sindacati di categoria Siulp, Anfp e Siap, oltre che del Pd e del Pri - non si può mandare in strada il poliziotto 'panzone' che non ha fatto altro che il passacarte, perchè lì se li mangiano. Bisogna cambiare il concetto stesso di sicurezza, deve essere fatta da chi la sa fare''. Sulla rubrica Storie e Notizie: storie, frutto della mia fantasia, ispiratemi da notizie dei media.