Il Giornale: “Berlusconi non molla”. Neanche noi!



Storie e Notizie n. 52


La Storia:

A quell’ora al seggio c’era poca gente.
Un signore anziano riponeva Il Giornale (il quotidiano, naturalmente...) prima di entrare nell’edificio e fare il suo dovere di bravo elettore, vero e proprio (unico…) simbolo delle democrazie occidentali.
Una donna con un pargolo in carrozzina si accingeva a sollevarla per salire le scale, vista l’assenza dell’accesso per i diversamente abili, altro sintomo della presunta modernità da questo lato del mondo.
Un giovane spegneva sia la sigaretta che il cellulare ed entrava sicuro per fare la sua parte nel garantire al nostro paese la stabilità che dona tanto benessere a tutti quanti.
All’improvviso, in quella giornata dall’aria secca, un inaspettato soffio di vento scompigliò i capelli di due ragazzini intenti a gustare un fresco gelato, probabilmente in attesa dei propri solerti genitori.
Il tempo sembrò fermarsi.
Il poliziotto di quartiere che presidiava la zona si era ovviamente già accorto che qualcosa non andava ed era corso a fianco dei fanciulli, mettendo mano alla fondina e assottigliando lo sguardo in direzione della curva che svoltava nella loro direzione.
Un silenzio irreale piombò su di loro e ad un tratto, quando l’auto apparve sulla strada i loro cuori scoppiarono di gioia.
Era lui, l’utilizzatore finale!
Mentre quest’ultimo scendeva dall’automobile, nel frattempo, una folla di persone adoranti si era radunata all’istante intorno a lui, come se avessero dentro una sorta di collegamento telepatico con il loro beneamato.
Si avvicinarono anche i consueti nemici, i giornalisti comunisti di Famiglia Cristiana e dell'Avvenire.
Tuttavia, i suoi sostenitori si innalzarono come uno scudo umano a difesa del loro leader.
I cronisti provarono a interrogarlo sui destini della casa in Sardegna vittima di fotografie e pettegolezzi: “Presidente, vende villa Certosa?”
“No”, rispose lui deciso.
“Vuole replicare?”
Lui si allontanò e sembrò più annoiato che infastidito, mentre la gente si arrabbiò con i giornalisti.
Infine l’utilizzatore tagliò corto: “Sono tutte cose che non vale la pena né di leggere né di commentare.”
Un applauso scrosciante dei fedeli lo sommerse, ma non gli impedì di ascoltare le parole di una signora che gli mostrò solidarietà: “Tenga duro.”
Il suo idolo rispose sfoggiando sicurezza: “Perché non dovrei tener duro?”
Tra la folla una donna gridò: “Puttaniere! Basta con queste zoccole!”
“’A Papi!” lo apostrofò un’altra.
“Aumenti le pensioni!” esclamò un signore anziano.
Contestazioni isolate messe a tacere dai sostenitori che si avvicinarono per stringergli la mano, farsi fotografare, baciarlo. Qualcuno gridò: «Presidente vai avanti, non dare retta alla Repubblica delle banane!».
“State tranquilli”, dichiarò lui sicuro di sé, come sempre. “Penso proprio che vinceremo noi.”
Questo è quello che accadde. Tutto un po’ romanzato, ovviamente, è una storia.
La notizia vera è quella che segue…



La Notizia:

Il Giornale, Berlusconi non molla: "Avanti col programma"
Milano - «Ma basta, ma basta!». Il drappello di ammiratori irriducibili aspetta Silvio Berlusconi davanti al seggio e gli fa da scudo umano. Si irritano molto più loro del premier quando i cronisti provano a interrogarlo sui destini della casa in Sardegna che ha fatto da sfondo a fotografie e pettegolezzi. Presidente, vende villa Certosa? «No». Vuole replicare? Lui si sottrae e sembra più annoiato che infastidito, mentre la gente si arrabbia (con i giornalisti). Taglia corto: «Sono tutte cose che non vale la pena né di leggere né di commentare».
Una signora mostra solidarietà: «Tenga duro». Berlusconi sfoggia sicurezza: «Perché non dovrei tener duro?».
Arriva un’altra domanda. Ha bisogno di una first lady come Carla Bruni, l’italienne che ha sposato il presidente francese Nicolas Sarkozy? Il suggerimento è nientemeno che del finanziere Tarak Ben Ammar, rilanciato da un’intervista sulla prima pagina del Corriere della sera. «Ha visto che titoli, è pazzesco...». Tra la folla una donna gli dà del «puttaniere» e si lamenta delle «zoccole», un’altra lo chiama «papi», un signore chiede di aumentare le pensioni.
Contestazioni isolate messe a tacere dai sostenitori che si avvicinano per stringergli la mano, farsi fotografare, baciarlo. Qualcuno grida: «Presidente vai avanti, non dare retta alla Repubblica delle banane!».
Fin qui l’attualità tra vita privata e gossip, il tipo di argomenti che il presidente del consiglio vuole far annegare nell’indifferenza. Berlusconi ritira tutte le schede, quella per il ballottaggio alla Provincia di Milano e i tre quesiti del referendum.
Con gli elettori che lo prendono d’assedio fuori dalla scuola di via Scrosati parla di politica: «Penso proprio che vinceremo noi».