Bertolaso indagato per corruzione? Ministro subito!

 
Storie e Notizie N. 115

La Storia:

C’era una volta l'Italia.
In Italia vivevano due uomini.
Uno si chiamava Guido Bertolaso e l’altro diciamo Mario Rossi.
Guido aveva natali importanti.
Figlio del Direttore Generale dell’Aeronautica Militare e nientedimeno che nipote del cardinale Camillo Ruini.
Il papà di Mario faceva il muratore, ma di quelli di una volta, che sanno fare tutto e quando ti entrano in casa non hai bisogno di chiamare nessun altro.
All’inizio degli anni ’70 Guido si iscrisse a medicina all’università La Sapienza di Roma.
Anche Mario, sebbene il papà lo scoraggiò più volte, con tali parole: “Impara il mestiere di tuo padre, senti a me. Come farai ad entrare in un ospedale o ad aprire uno studio senza soldi e conoscenze?”
Eppure il figlio non si arrese e lavorò come cameriere tutta l’estate per pagarsi l’iscrizione.
Nel 1977 Guido si laureò con la lode.
Nello stesso anno anche Mario raggiunse il traguardo della laurea.
99 su 110 fu la votazione finale, tuttavia la sua vera gioia consisteva nell’essere riuscito ad arrivare a quel prestigioso pezzo di carta, conquistato studiando ad ore impossibili e sfacchinando come un mulo a portare pizze e birre a tanti giovani più fortunati di lui.
In seguito alla laurea, Guido conseguì il Master of Science in Public Health alla Liverpool School of Tropical Medicine.
Mario non aveva i soldi per un master e non ne poteva più di lavorare nei ristoranti.
Voleva maledettamente essere un medico.
In fondo, aveva studiato per questo.
Questo era ciò che gli avevano insegnato all’università.
Inaspettatamente il padre si offrì di dargli i soldi per la specializzazione in pediatria: se tutto fosse andato bene, Mario sarebbe divenuto un dottore dei bambini.
Dopo il master e varie specializzazioni Guido partì per l’Africa, per svolgere attività di ricerca sulle malattie tropicali.
Anche Mario partì per il cosiddetto continente nero.
Il vero motivo era che aveva conosciuto una ragazza di nome Sara, attivista di una ong, e si era innamorato.
Lui pensava che lei non l’avesse capito, ma si sbagliava.
Tipico.
Negli anni che seguirono, la carriera di Guido fu in continua ascesa verso i palazzi che contano.
Divenne Coordinatore dei progetti nei paesi in via di sviluppo della Farnesina, Capo del Dipartimento degli Affari Sociali, Vice Direttore esecutivo dell’Unicef, vice Commissario vicario per il Grande Giubileo del 2000 e soprattutto Capo del Dipartimento della Protezione Civile.
Quella di Mario fu invece una trafila normale.
Si sposò con Sara ed ebbe da lei tre bei bambini, tutti maschi.
Alla fine riuscì a passare l’ennesimo concorso ed entrò a lavorare in una Asl della periferia di Roma. Fu uno dei pochi medici a non trovare alcuna difficoltà di fronte alla folta presenza di bambini stranieri nel suo studio.
Più che mai in Africa aveva compreso che un dottore cura le persone, non si occupa di colori.
Quello è il pittore, casomai.
In seguito la fama di Guido divenne enorme in Italia, facendogli guadagnare la fiducia di ogni governo, da destra a sinistra.
Cavaliere di Gran Croce Ordine al Merito della Repubblica Italiana, Grande Ufficiale Ordine al Merito della Repubblica Italiana, Medaglia d'oro al merito della sanità pubblica furono solo alcuni dei riconoscimenti da lui ricevuti, oltre ad essere eletto prima Commissario straordinario per l'emergenza rifiuti in Campania e poi Commissario Straordinario per l'Emergenza nella gestione del dopo terremoto dell'Abruzzo.
Nello stesso tempo Sara si ammalò e Mario, per sopperire ai bisogni della sua famiglia, dovette a malincuore riprendere il vecchio ed odiato mestiere di cameriere.
Di giorno la medicina e la sera tra i tavoli, esattamente come durante l’università.
“Questa è la vita delle persone normali”, pensò in un attimo di sconforto in quei giorni. “Anni di lavoro e sacrifici e invece che una medaglia solo disgrazie…”
Nel febbraio del 2010, dopo anni di lavoro e sacrifici – a sentire lui – Guido apprese di essere indagato per corruzione.
Inevitabilmente, fu costretto a dare le dimissioni, ma dopo poche ore il presidente del consiglio le respinse al mittente e tutto il governo del paese gli offrì solidarietà al grido comune “Guido, non mollare…”


In quegli stessi giorni, Sara iniziò a stare meglio.
E così arrivò la sera del compleanno di Mario.
L’uomo tornò a casa come al solito stanco e un po’ giù di morale, malgrado facesse di tutto per mostrare un sorriso un attimo prima di aprire la porta.
Tuttavia, quella volta non ne ebbe alcun bisogno.
La sua compagna, i bambini e tutti i suoi migliori amici erano lì per festeggiarlo.
Un’incredibile gioia invase il suo corpo.
Sara lo abbracciò e gli sussurrò all’orecchio: “Ti amo, Mario.”
“Questa è la vita delle persone normali”, si disse l’uomo prima di addormentarsi, quella notte. “Anni di lavoro e sacrifici e nessuna medaglia. Disgrazie, sì. Ma anche l’amore e il rispetto, la dedizione e la coerenza, la dignità e l’onestà.”
Mario, non mollare…


Storie e Notizie: storie, frutto della mia fantasia, ispiratemi da notizie dei media.

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