Berlusconi e il Legittimo Inchiappettamento

 
Storie e Notizie N. 155

Tutto è compiuto.
Il presidente della repubblica Giorgio Napolitano ha firmato il Legittimo impedimento.
L’escamotage che terrà lontano dai processi Silvio Berlusconi per almeno 18 mesi è legge.
Archiviate anche le recenti liberali elezioni regionali, precedute da un’altrettanto democratica campagna elettorale, dove tutti i contendenti hanno avuto lo stesso spazio per farsi ascoltare dagli elettori, il nostro amato premier annuncia che adesso è disponibile ad incontrare Bersani ed iniziare il dialogo per le riforme.
Adesso sì.
E te credo…
Ma Bersani, che farà?

La Storia:

C’era una volta una piscina.
La piscina era pubblica e tutti ci facevano il bagno gratuitamente.
Il capo dei bagnini si chiamava Giorgio.
Lui stava sempre seduto su una di quelle torrette, avete presente?
Quelle con la sedia in cima, da cui poter controllare ogni cosa.
Che so, qualcuno che annaspa, qualcun altro che si tuffa in maniera pericolosa, un altro ancora che altrettanto incautamente corre lungo il bordo della piscina.
Cose così, ordinaria amministrazione.
Giorgio era piuttosto anziano e ormai non scendeva più dalla torretta.
Si limitava a dare il consenso o meno alle iniziative dei bagnini più giovani.
Il più amato dai bagnanti, perlomeno secondo lui, si chiamava Silvio.
Che poi anche lui non era affatto giovane ed erano anni che non si tuffava per salvare qualcuno.
Qualcuno insinuava che non l’avesse mai fatto e che addirittura non sapesse proprio nuotare.
Non era neanche così amato, se vogliamo dirla tutta e alcuni affermavano che il motivo principale perché non entrasse in acqua era perché temeva di venire affogato da qualcuno.
Il suo rivale, perlomeno sulla carta, si chiamava Pierluigi.
Questi era più giovane di Silvio, ma anche lui non lo si vedeva in acqua.
Probabilmente per gli stessi motivi del primo.
Qualcuno potrebbe obiettare facendomi la seguente ragionevole domanda: “Ma una piscina che cosa se ne fa di ben tre bagnini che non entrano mai in acqua?”
Eh, ma questo non dovete chiederlo a me, bensì ai bagnanti, a coloro che insistono a pagargli lo stipendio.
Col tempo, dato che nessuno dei tre bagnini si tuffava, il numero degli affogati iniziò a salire vertiginosamente.
I malcapitati, che per qualche motivo si trovavano ad avere bisogno del loro aiuto, chiamavano, urlavano, si sbracciavano, ma la scena sul bordo era sempre la stessa.
Giorgio, immobile sulla torretta, invitava i più giovani ad intervenire.
Silvio, il quale passava il tempo ad amoreggiare con le clienti più avvenenti della piscina, ribatteva che non v’era nessuno da soccorrere, che era il solito allarmismo e che quelli che sembravano bisognosi di assistenza erano i soliti fannulloni che non vogliono sporcarsi le mani.
Era un’affermazione forte, detta da uno che stava sempre fuori dall’acqua, perennemente asciutto.
E Pierluigi?
Pierluigi criticava l’altro, sosteneva tesi contrarie, replicava con tono polemico, ma non si tuffava neanche lui.
Un giorno accadde veramente il colmo.
Mentre la piscina era ormai piena di bagnanti in difficoltà, tra chi affogava e chi non riusciva neanche più ad uscire dall’acqua, Silvio, sprezzante delle loro rivendicazioni, si avvicinò al bordo della piscina, tirò giù il costume e pisciò su di loro.
La cosa lo divertì e decise che ogni volta che gli girava, poteva orinare nella piscina.
Tanto lui non ci entrava.
Che poi, già il nome, piscina, sembrava fatto apposta.
Giorgio disse che non poteva che acconsentire, visto che stava sulla torretta e non spettava a lui decidere come utilizzare al meglio la piscina.
Tanto neanche lui ci entrava.
E Pierluigi?
Cosa fece Pierluigi?
Cosa fece, secondo voi, visto che neppure lui si degnava di entrare in acqua?



Storie e Notizie: storie, frutto della mia fantasia, ispiratemi da notizie dei media.