Emergency: voglio liberi tutti, anche operatori afghani

 

Storie e Notizie N. 162

Liberi subito.
Questo è stato uno degli slogan che hanno accompagnato il movimento di protesta verso le autorità afghane per la liberazione degli operatori di Emergency, i quali – ripeto per l’ennesima volta – sono stati ingiustamente sequestrati dai servizi segreti per svariati giorni.
I tre medici italiani sono stati liberati, ufficialmente con nessuna accusa a loro carico.
Quindi sono innocenti.
Lo sono, fino a prova contraria, anche i sei operatori afghani arrestati con loro.
Secondo alcuni quotidiani uno di essi è ancora prigioniero.
Per questa ragione per il sottoscritto la vicenda non è ancora chiusa.
Perché la presunzione di innocenza vale per ciascuno di noi.
Quindi, il mio slogan di oggi è Liberi tutti

La Storia:

Liberi tutti.
Perché se ritengo un crimine sequestrare una persona violando i suoi diritti umani, la mia indignazione è tale a prescindere dalla loro nazionalità...

Voglio liberi tutti gli operatori imprigionati.
Perché io sto con Emergency significa che sto con chi lavora con Emergency anche quando la piazza si svuota e nessuno mi chiede più di firmare.

Chiedo che vengano liberati anche gli operatori afghani.
Perché senza di loro Emergency, come ogni Ong che si impegna nel mondo, non sarebbe capace di realizzare pienamente le sue missioni.

Pretendo per loro la medesima attenzione che abbiamo dato ai nostri connazionali.
Perché sarebbe la dimostrazione che non è mai stata solo una questione personale, ma anche ideale.

Desidero vedere tutti i collaboratori locali di Emergency restituiti alle loro famiglie.
Perché la sofferenza di queste ultime merita altrettanto la mia partecipazione, la mia solidarietà, il mio impegno.

Mi auguro che coloro i quali sono scesi in piazza o hanno anche solo dichiarato più o meno pubblicamente la loro adesione all’appello di Gino Strada non pensino che la guerra sia finita.
Sarà finita solo quando ci sarà pace per tutti…



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