Grandi rischi omicidi Protezione civile: verbale della riunione

 

Storie e Notizie N. 196

Il tempo è galantuomo, potrebbe pensare in questo momento Giampaolo Giuliani.
Ve lo ricordate?
Giuliani… quel catastrofico tecnico dei Laboratori Nazionali del Gran Sasso che il Cavaliere di Gran Croce Ordine al Merito della Repubblica Italiana Guido Bertolaso, prima del terremoto de L’Aquila - in una telefonata la cui trascrizione potete leggere qui – definì un imbecille e che ricevette pure un avviso di garanzia per immotivato procurato allarme.
Ed ecco che a distanza di poco più di un anno la Protezione civile, in particolare la Commissione Grandi rischi, viene accusata di mancato allarme e indagata per omicidio colposo.
Se dipendesse da me, oggi strapperei dal petto di Bertolaso la suddetta gran croce e la appunterei su quello di Giuliani, nominandolo seduta stante capo della Protezione civile.
Nel frattempo, ecco come potrebbe essere andata la riunione colpevole…

La Storia:

E’ il 31 marzo 2009.
La sala è pronta per la riunione, così come il tavolo.
Le bottiglie di acqua minerale sono tutte intonse e tali rimarranno anche alla fine dell’incontro.
Sarà una formalità.
Non c’è pericolo alcuno.
Sette uomini sono presenti.
Un numero particolarmente evocativo per un gruppo di individui.
I magnifici sette, i sette samurai, i sette nani, ecc.
In sette si possono fare tante cose.
In sette si possono cambiare tante cose.
In sette si può fare la differenza per molti più di sette.
Franco Barberi, il vice presidente, è al telefono e tutti gli altri pendono dalle sue labbra per sbrigare la pratica e passare alla prossima.
Ecco, ha attaccato.
Finalmente si inizia.
Gli sguardi dei presenti sono sereni e tranquilli.
Va tutto bene.
Non c’è motivo di preoccuparsi di alcunché.
“Buongiorno a tutti…” fa Barberi aprendo una cartellina.
All’interno c’è un ciclostilato.
Diciamo una paginettta con poche righe.
“All’ordine del giorno”, prosegue il vice presidente, “abbiamo il dossier dell'Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia sulla gravità dello sciame sismico, diversi studi scientifici, tra cui uno del Cnr, in cui si stima molto alto il rischio di un terremoto devastante a L'Aquila. Inoltre ci sono varie perizie geologiche. Qual è il suo parere, dottor Boschi?”
Enzo Boschi, direttore dell’Ingv, si alza in piedi e dice: “Improbabile che ci sia a breve una scossa come quella del 1703. Se ricordo bene, magnitudo stimata 6.7. Pur se non si può escludere in maniera assoluta…”
Quei puntini di sospensione ci provano ad aprire, se mi lasciate passare il termine, una faglia nella sicurezza degli uomini che di lì a poco prenderanno una decisione di enorme importanza.
Tutti si esprimono e sono voci autorevoli.
Giulio Selvaggi, direttore del Centro Nazionale Terremoti, Gian Michele Calvi, presidente della fondazione European Centre for Training and Research in Earthquake Engineering, Claudio Eva, professore di Fisica terrestre e Sismologia a Genova, Bernardino De Bernardinis, vice capo del settore tecnico-operativo della Protezione civile, e Mauro Dolce, direttore dell'ufficio Valutazione, prevenzione e mitigazione del rischio sismico della Protezione civile.
Tuttavia, non c'è nulla da fare.
Nessuna esitazione scuote gli oratori.
Sarà forse perché sono tutti maschi.
Magari una donna avrebbe trovato il buon senso del dubbio.
La discussione va avanti per quasi un’ora ed è già tanto.
D’altronde, non c’è alcuna ragione di procurare inutili allarmi.
Barberi, prima di tornare al telefono che nel frattempo ha ripreso a richiedere la sua preziosa attenzione, con questa frase mette la parola fine alla scena: “Non c’è nessun motivo per cui si possa dire che una sequenza di scosse di bassa magnitudo possa essere considerata precursore di un forte evento.”
La comunità scientifica conferma che non c'è pericolo, perché c'è uno scarico continuo di energia. La situazione è favorevole.
Dichiara poi lui stesso alla stampa diramando il comunicato ufficiale della commissione.
Probabilmente ha ragione.
Qualunque cosa accada, per alcuni la situazione è sempre favorevole.
Ma forse non per sempre...



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