A Fukushima centrale nucleare in allarme? Silvio favorevole al nucleare



Storie e Notizie N. 349

La Storia:

Il mio nome è Silvio.
No, non sono lui.
Posso esserlo, ma non è una condizione necessaria e sufficiente.
Non stavolta.
Sono qui per dichiarare che sono favorevole al nucleare.
Lo sono senza se e senza ma, come si usa dire spesso oggi per sottolineare l’indissolubilità della propria posizione.
Volete sapere perché?
Ve lo dico alla fine.
Inoltre, nessuno potrà insinuare che sono un sostenitore dell’atomo dell’ultim’ora.
Le origini del mio credo risalgono esattamente a quelle dei primi reattori nucleari.
Soprattutto, vi sfido a provare che sono pronto a rimangiarmi la parola innanzi alle difficoltà.
Anche per questa ragione non posso essere quel Silvio.
Niente è riuscito finora a far mutare il mio punto di vista.
Ad esempio, il 21 agosto del 1945, a Los Alamos, in Nuovo Messico (Stati Uniti), Harry Daghlian - un tecnico della centrale del Laboratorio Nazionale della città - ebbe la sfortuna di far cadere in terra un cubetto di plutonio ed uno di Carburo di tungsteno e morì qualche giorno dopo a causa delle radiazioni.
Eppure io non cambiai idea: rimasi favorevole al nucleare.
Il 21 maggio del 1946, ancora a Los Alamos, durante una dimostrazione pubblica, il fisico Louis Slotin accostò due semisfere di plutonio e senza volerlo generò una cosiddetta massa critica. Slotin perì anch’egli una decina di giorni più tardi per colpa delle radiazioni.
Ed io? Sempre favorevole al nucleare.
Il 12 dicembre del 1952, a Chalk River (Canada), ci fu un incidente al reattore locale.
Seguì una esplosione la quale provocò la fuoriuscita di liquido refrigerante contaminato che rischiò di contaminare il fiume Ottawa.
Ciò nonostante, anche allora il mio sì al nucleare rimase intatto.
Nel 1957, a Windscale (Gran Bretagna), presso la centrale nucleare cittadina ci fu una combustione lenta della grafite che causò una importante fuga di radioattività, con tutte le conseguenze che potete immaginare.
Ma non tali da farmi spostare di un millimetro dalle mie idee favorevoli al nucleare.
Nello stesso anno, a Majak (nel vecchio URSS), ebbe luogo un grave incidente, stavolta presso un deposito militare di materiali radioattivi. A causa delle fughe di radiazioni la zona circostante fu interdetta, ma ciò non impedì alla seppur esigua popolazione vicina di venire esposta ad esse.
Tuttavia, neanche in quegli attimi ebbi qualche ripensamento: sempre sì al nucleare.
Nel 1961, ad Idaho Falls (Stati Uniti), tre persone sono morte a causa di un incidente alla Stazione di controllo del Reattore nazionale.
Ma io ero sempre più convinto delle mie ragioni: il nucleare conviene ed è sicuro.
Nel 1969, a Lucens (Svizzera), fortunatamente l’accidentale contaminazione della caverna in cui si trovava il reattore nucleare non provocò alcuna fuga di radiazioni, almeno secondo la cronaca dell’epoca.
Ad ogni modo, cercate di capirmi: non avevo cambiato idea con dei morti, figuriamoci senza.
Nel 1973 ci fu un altro incidente alla centrale di Windscale, in Gran Bretagna, incapace però di intaccare la mia passione nucleare.
Il 22 febbraio del 1977 l’incidente avvenne nell’allora Cecoslovacchia, alla centrale di Bohunice.
Ed io ancora favorevole al nucleare.
Il 28 marzo del 1979, sull’isola di Three Mile Island (Pennsylvania, Stati Uniti), l’incidente alla centrale cittadina provocò copiose fughe radioattive, richiedendo l’evacuazione di ben 140.000 persone.
Ma io restai sempre favorevole al nucleare.
Il 15 settembre del 1984, ad Athens (Alabama, Stati Uniti) ci fu un serio guasto alle strumentazioni della centrale locale, ma senza fughe radioattive.
Potevo quindi mettermi in discussione per così poco?
Nel 1986, a Chernobyl (Ucraina), ecco l’incidente più grave della storia.
Il rapporto di Greenpeace afferma che l’esplosione e il conseguente rilascio di sostanze radioattive hanno provocato – oltre ai danni ambientali – sino ad oggi la morte di circa 100.000 persone di tumori, leucemie e altro.
Tuttavia, mi dispiace per loro, ma neanche allora cambiai idea: sì, ancora sì al nucleare.
Quindi, sebbene nel 1986 ci furono incidenti anche a Plymouth (Stati Uniti) e ad Hamm-Uentrop (Germania), la mia posizione restò la stessa.
Anche i tre incidenti dell’anno seguente, nelle città di Goiânia (Brasile), Delta e Lycoming - entrambe negli Stati Uniti – non ottennero risultato diverso, nonostante quello del primo provocò molti decessi.
Nel 1996 ci furono altri due incidenti negli Stati Uniti, a Waterford e Crystal River, ma tutto restò come prima nella mia predilezione per il nucleare.
Nel 1999 a Tokaimura (Giappone) due tecnici della centrale cittadina morirono a causa delle radiazioni in seguito ad un ennesimo incidente e il sottoscritto ancora coerente: favorevole al nucleare.
Nel 2002 ecco un nuovo incidente negli Stati Uniti, precisamente ad Oak Harbor ed io impassibile.
Il 9 agosto del 2004 toccò per la seconda volta al Giappone, alla centrale nucleare di Fukui.
Cinque persone morte ed una dozzina di feriti fu il triste bollettino medico, ma non abbastanza da impietosirmi e farmi allontanare dalle mie certezze.
Nel 2006 a Fleurus, in Belgio, un incidente provocò gravi conseguenze per un operaio esposto alle radiazioni, nondimeno rimasi sempre fedele al nucleare.
Ed eccoci arrivati ad oggi, 2011, alle esplosioni alla centrale di Fukushima, in Giappone, a causa del terremoto.
Ora, dopo tutto questo tempo, pensate che le seppur allarmanti recenti notizie possano avermi in qualche modo influenzato?
Dopo tutti gli incidenti precedenti, in più di sessant’anni di esplosioni, radiazioni e morti pensate forse che basti così poco a farmi cambiare idea?
Io ero, sono e rimarrò per sempre favorevole al nucleare e lo sapete perché?
Perché qualunque cosa accada, a me e a quelli come me non succede mai nulla di male.
Anzi…


(Fonti: 1 e 2)

Storie e Notizie: storie, frutto della mia fantasia, ispiratemi da notizie dei media.