Nobel per la pace alle donne africane: discorso di ringraziamento

Mi chiamo Eman, sono una ragazza libica e sono qui per dirvi grazie.
Grazie di questo premio.
Penso… anzi, sono certa che la maggior parte di voi non ha la più pallida idea del perché io vi sia grata di rendere tale omaggio a me e a tutte le donne africane.
Il Nobel per la pace
Il più grande premio della storia per quello che tutte noi facciamo per la pace.
Ovvero, di quel che facciamo per un sogno.
Sì, signore e signori, la pace è un sogno.
Era il sogno di mio padre, morto per la mia libertà e quella di mia sorella Naima, dei nostri fratellini e di tutti, nessuno escluso, tutti i nostri concittadini.
La libertà?
La libertà è anch’essa un sogno.
La democrazia? Un sogno, pure lei.
La pace, la libertà e la democrazia sono tutti sogni.
E non solo per le donne africane.
Non solo per la Libia, o la Tunisia, l’Algeria e tutto il nord Africa.
Pace, libertà e democrazia sono e dovrebbero essere visti come sogni da ogni abitante di questo pianeta.
Perché dal momento che ti convinci che quello che il mondo ti ha offerto all’inizio del tuo viaggio corrisponda a tutta la pace, la libertà e la democrazia che ti meriti è lì che nasce la tua schiavitù.
La pace è un sogno, così la libertà e altrettanto la democrazia.
E in quanto sogni, non appena sei convinto di esserci dentro, di averli stretti nella tua mano e magari permetterti il lusso di riporli in un tranquillo cassetto della tua memoria, essi si spengono come la debole fiammella di un cerino perso nella tormenta del secolo.
Tuttavia, capire ciò non deve buttarci giù, non deve farci desistere dal continuare a chiudere gli occhi senza paura e credere alla luce che il buio delle nostre palpebre rivela ai nostri impressionabili occhi.
Tutt’altro.
Non dobbiamo farci illudere che il loro spettacolo durerà in eterno.
Ma abbiamo il dovere di ritrovare dentro di noi il sogno di vivere in un paese in pace, libero e democratico, ogni singolo giorno della nostra esistenza.
E una volta che la magia ricomincia abbiamo l’obbligo di lottare con i muscoli, con le unghie, con i denti e ogni forza che la vita ci ha donato per impedire a chiunque ed ovunque osi minacciare i nostri sogni più importanti.
Come la libertà e la democrazia.
Come la pace.
Ecco perché vi dico grazie.
Questo premio sarà per noi tutte come una preziosa bussola, con il compito di ricordarci ciò per cui non dobbiamo mai smettere di combattere.
Poiché lo sanno anche i bambini che quando si abbandona la lotta si è sconfitti.
Quando ci dimentichiamo di difendere i grandi sogni, come la pace, la libertà e la democrazia, perdiamo tutti.
E quando vinciamo, vinciamo tutti.
Ecco perché vi ringrazio anche a nome di quel meraviglioso uomo che è stato mio padre.
Sono sicura che ne sarà felice.
Arrivederci…

Il Nobel alle donne africane, domenica 29 maggio a Roma.