Perché no Tav? G8 Genova 2001 docet

Storie e Notizie N. 404

No Tav info”, ho appena verificato, è attualmente tra le combinazioni di termini più ricercate su Google sul tema della tanto discussa linea ferroviaria Torino Lione.
È comprensibile, poiché nasce da una domanda fondamentale: perché no Tav?
Quali sono le ragioni della protesta?
Una mia idea me la sono fatta, ma non sono qui per convincere nessuno.
Di solito mi sforzo di non farlo mai.
Quel che mi preme di più è invece offrire stimoli alla riflessione.
Per far ciò, cerco di basarmi sui fatti.
Mettiamo che io sia qualcuno che non sa nulla di questa vicenda.
Che so, qualcuno che osserva il nostro paese dall’estero.
Una persona che non sia favorevole alla Tav ma neppure contraria.
Un individuo al di sopra delle parti che voglia capire cosa sta accadendo, ovvero quali sono i motivi del contendere e le fazioni in campo.
Accendo il mio computerino, apro il mio motorino di ricerca e cerco di farmi un’opinione.
Si da il caso che se cerco alle 17.05 di oggi le parole “sì Tav” su Google trovo circa diciassettemila risultati, a fronte dei più di due milioni per il no.
Tra questi ultimi, ho la possibilità di farmi un’opinione abbastanza esaustiva.
In mezzo a vari siti più o meno ufficiali, vi indico questo e quest’altro, oltre al sempre utile Wikipedia.
Ci aggiungo pure un’intervista a Marco Ponti, professore ordinario di economia dei trasporti al Politecnico di Milano, rilasciata al blog di Beppe Grillo.
Il vero problema emerge se cerco di comprendere le ragioni del sì.
A parte vari siti e blog che esprimono un parere personale, ho avuto molta difficoltà a trovare un riferimento unico e ufficiale a sostegno della tormentata opera.
Entrando quindi nel sito del ministero dei trasporti, non ho trovato alcuna sezione in particolare e cercando nel motore di ricerca interno sono uscite alcune dichiarazioni ma nulla più.
Ho provato pure a cercare su Google le parole chiave Tav e Matteoli, il ministro dei trasporti in carica, ma oltre a vari proclami non v’è traccia alcuna del perché sì al Tav.
Del suo perché sì.
D’accordo, anch’io ho letto perché la Tav è il progresso, perché porterà soldi al paese, perché siamo in Europa e soprattutto perché una nazione moderna non può farsi condizionare da un gruppo di facinorosi, ma avrei voluto trovare qualcosa di più concreto.
Forse ho cercato nel luogo sbagliato…
La rete è proprio in mano a quei facinorosi!
I grandi quotidiani, quelli sono la voce autorevole da cui apprendere il reale senso delle cose, mica quattro blog reazionari e qualche pagina Facebook rigonfia di perdigiorno.
Il fatto è che da quando sono iniziati i lavori della Tav, sui giornali nazionali non si parla altro che di scontri, di poliziotti e manifestanti feriti, di protesta pacifica e black bloc, di anatemi trasversali contro la violenza e di istigatori – il bersaglio ora è Grillo… - e soprattutto l’atavico quesito: chi sono gli eroi? Le forze dell’ordine o i ribelli?
Impossibile capire da loro il perché della protesta.
Questo mi ricorda tanto le storie passate, come quella del G8 a Genova del 2001…

La Storia:

C’era una volta il G8 di Genova del 2001.
L’incontro degli otto grandi della terra che ebbe luogo tra il 20 e il 22 luglio di quell’anno.
Un incontro importante, da seguire su un giornale importante, come La Repubblica (che non si dica poi che prendo di mira sempre Il Giornale).
E un incontro importante si fa su temi importanti:
Provate pure a leggere, ma quel che vien promesso troverete: temi.
Non proposte o ancora meglio soluzioni da parte dei cosiddetti leaders.
Poi chiedetevi perché la gente si incacchia e scende in piazza…
La gente, anzi no, i No Global: 27 giugno 2001, Le mille anime degli antiglobalizzatori.
Dall’articolo: Dai cattolici di Nigrizia agli anarchici insurrezionalisti i gruppi e i movimenti che contestano il G8. Li chiamano Popolo di 'Settle' (Seattle...) ma loro preferiscono essere chiamati "popolo di Porto Alegre".
Ma loro chi?! E perché protestano? Per fortuna che esistono la rete e siti come Wikipedia.
Saltiamo alla vigilia del G8, 19 luglio 2001: G8, scontri al porto di Ancona tra polizia e anti-global. Allarmi-bomba: valigette e borse fatte saltare a Genova, Torino e Milano. Nessun ordigno vero.
Come dire, le ragioni delle proteste non si trovavano prima, figuriamoci quando vennero fuori gli attentati…
A quel punto iniziò il solito spettacolo, intorno al quale sono sempre in molti a lucrarci, in maniera vergognosamente trasversale: scontri, cariche, lacrimogeni, bombe, anarchici, centri sociali e più che mai Black Bloc.
Tutto ciò permette a personaggi del genere di avere la faccia di offrire lezioni di morale:
20 luglio 2001, Berlusconi: "Questo può essere l'ultimo G8". Troppi sono stati i problemi di ordine pubblico e il premier invoca: "No alla violenza sui nostri ragazzi in divisa".
Il fuoco era acceso, non restava che attizzarlo per bene, 20 luglio 2001:
Il popolo del "No" si prepara allo scontro: "Sfonderemo le barriere della zona rossa".
Sino alla notizia migliore per spostare definitivamente e per sempre l’attenzione dai motivi della protesta e dalle ragioni, anzi no, dai temi del G8: 20 luglio 2001, Tragedia a Genova: ucciso un manifestante. Muore Carlo Giuliani.
Dieci anni dopo, fortunatamente i grandi media nostrani e soprattutto chi li sovvenziona non hanno in mano un’altra carta così forte.
C’è Beppe Grillo e la sua frase sugli eroi di Val di Susa, però.
Sempre meglio che informare i cittadini…



La Notizia: Da Liquida, No Tav, Beppe Grillo: "In Val di Susa tutti eroi". Napolitano condanna la violenza e gli scontri tra polizia e manifestanti.