Napolitano immigrati forza: Italia è un paese di m…

"Mi auguro che in Parlamento si possa affrontare anche la questione della cittadinanza ai bambini nati in Italia da immigrati stranieri. Negarla è un'autentica follia, un'assurdità. I bambini hanno questa aspirazione. Sono un contributo all'economia, senza il quale sarebbe più gravoso anche il fardello del debito pubblico. Sono una grande fonte di speranza, che contribuisce a darci l'energia vitale di cui abbiamo bisogno, senza la quale il nostro Paese sarebbe più vecchio e avrebbe meno possibilità. Gli immigrati sono linfa vitale per il paese..." Giorgio Napolitano


Storie e Notizie N. 473

Ci risiamo, ecco la solita farsa dello scontro tra i 'buonisti progressisti' e i 'pragmatici nazionalisti'.
Lo so, la seguente storia sembra più il pretesto per uno sfogo, perdonatemi in anticipo, ma arrivate alla fine prima di trarre una conclusione.
Prendiamo un paese. Un paese qualsiasi. O forse no, un paese unico nel suo genere. Un paese di sessanta milioni di persone dove ciascuna fa quel che cazzo gli pare. Letteralmente, eh? Guarda che non sto scherzando, dico sul serio. Sto parlando di un paese dove – vado a braccio – ce ne fosse uno che mette quella benedetta freccia quando svolta, ce ne fosse uno che si fermi alle strisce pedonali, ce ne fosse uno…
No, su questa mi soffermo, se mi lasciate passare il gioco di parole. Immaginate un paese dove un cristiano, perché questo è il paese dei cristiani, quando arriva sul bordo del marciapiede in prossimità di quella sequenza di bianche forme rettangolari tutte parallele, deve chiedere lui il permesso per passare, altrimenti col piffero che le auto si arrestano.
Questa è la realtà e tutti la sanno, ma dovrebbero farlo, perché la legge questo dice. Conta qualcosa la legge? Quanta gente paga tutte le tasse che dovrebbe in quel paese? Anzi, no. Non dico tutte, diciamo il 70%. Quanti? Anche questa è la realtà e tutti la sanno, ma dovrebbero farlo perché lo dice la legge. Torniamo all’esempio del traffico, perché è come una cartina di tornasole del senso di legalità di quel paese. Un paese dove la gente parcheggia in doppia fila e va a farsi i cazzi suoi, tanto lo fanno tutti. Tanto lo fanno tutti. La metto pure in terza, tanto lo fanno tutti. E se tu ti incazzi trovi pure quello che si incazza lui con te!
“Qual è il problema?” ti dice. “Eccomi, non c’è bisogno di strombazzare così…” Perché? Perché tanto lo fanno tutti.
Sempre in auto, immaginate un paese in cui quando si forma una coda ognuno, ripeto, ognuno degli automobilisti ha un solo pensiero in testa: “Che siate tutti maledetti, andate a fare in culo, mi fate fare tardi e farò di tutto per fottervi, tagliarvi la strada e arrivare prima di voi, a quell’incrocio, a quella curva, a quel semaforo.”
Perché? Perché in quel paese ognuno fa quel che cazzo gli pare, ognuno pensa a se stesso e quando le cose peggiorano, arriva la crisi, i rischi aumentano, i problemi pure, lo sai cosa fa un paese così? Diventa ancora più stronzo, ancora più egoista, ancora più infame e da il peggio di sé.
Certo, se il meglio era quello prima, figurati il peggio.
Perché questo è un paese di gente divisa, di egocentrici individualisti che hanno un solo sogno in testa. Tutti, eh? A destra e a manca, tutti: diventare ricchi, straricchi e fregarsene di qualsiasi cosa. Se non s’è capito, sto descrivendo un paese dove non esiste alcuna coscienza sociale, civile, politica. Dove nazione vuol dire nazionale di calcio e niente più, dove chi governa ha dimostrato negli anni, ma che dico, decenni, che non desidera altro che farsi i cazzi propri alle spalle dei cittadini. Un paese dove è uscito di tutto sui giornali, altro che Gheddafi in Libia. E lo sapete perché la gente non ha ancora fatto la cosa più naturale del mondo, l’unica azione illegale che avrebbe avuto una sua minima logica, ovvero ribellarsi? Perché verso quei signori che vede in tv, tra politici, cantanti, attori, mignotte e papponi non prova indignazione e rabbia, ma solo un’incontenibile invidia. Tutti, eh? A destra e a manca, hanno tutti in comune quest’unico sentimento. E allora sopportano tutto, mandano giù ogni cosa, si arrangiano e si dedicano al loro unico scopo: pensare a loro stessi in barba agli altri, tutti. Questa è buona parte della realtà, tutti lo sanno, ma non dovrebbero farlo perché la legge di quel paese chiede altro.
Ecco, lo confesso, io faccio parte di quel paese. Sono nato proprio in quel paese, figlio di due immigrati, sottolineo, due immigrati, un eritreo e una napoletana.
E sapete che c’è? Che sono fiero di essere nato qui. Che amo la gente che ci vive, mi sento e sono una cosa sola con questa terra, sotto la quale riposa mio padre, e sono qui per lottare fino alla morte perché quando me ne andrò la lasci migliore di come l’ho trovata.
Questo, per me, dovrebbe essere per tutti l’unico legittimo criterio di cittadinanza…


La Notizia (Corriere della sera): Napolitano: «È una follia che i figli di immigrati nati in Italia non siano cittadini»