Liberalizzazioni Taxi Forconi e il paese delle bande

Storie e Notizie N. 514

C’era una volta il paese delle bande.
In strada, soprattutto in tempi difficili, se fai parte di una banda hai protezione e sei rispettato, altrimenti sopravvivere è dura, molto dura. C’erano naturalmente le bande dei topi d’appartamento, quelle dei rapinatori di banca, dei borseggiatori sui mezzi pubblici, ovvero le bande dei ladri, ma questo è scontato.
C’erano altresì le bande dei suonatori, le bande musicali e anche questo è risaputo.
Il fatto è che in questo paese ce n’erano molte altre, troppe, probabilmente perché ne mancava una, la più importante, ma la svelo alla fine.
Vado così, come mi vengono in mente.
C’era la banda dei calciatori, fortunati milionari che avevano perfino il coraggio di scioperare per difendere i loro guadagni.
C’era la banda dei giornalisti, pronti a dare battaglia per continuare il nobile lavoro di fare informazione, ma incapaci di capire che se non vendi copie non hai alcun diritto a venire pagato da me che il tuo giornale non lo compro, anche perché non ho i soldi per farlo.
C’era la banda dei tassisti puntualmente uniti a gridare a squarciagola per proteggere le loro licenze ma loquaci come mosche stecchite nel momento di raccontare al fisco gli effettivi guadagni.
C’era la banda dei politici perennemente a scannarsi come cani ma capaci di trasformarsi in un unico granitico blocco innanzi al solo pensiero di rivedere i loro stipendi.
C’era la banda degli attori, dei registi e il resto della cosiddetta gente di spettacolo, tutti immediatamente in piazza a denunciare i vergognosi tagli alla cultura ma, come per i giornalisti, sordi e ciechi di fronte al fatto che se il tuo teatro è vuoto o il tuo film non lo vede nessuno magari è una cacata, una cacata di cultura, ma sempre una cacata e non si capisce perché dovresti essere pagato comunque.
C’era la banda degli scrittori impegnati, a tutto tranne che a scrivere, declamanti il loro sdegno verso i governi lussuriosi e collusi con la mafia, e allo stesso tempo pronti ad accettare di venire pubblicati e quindi pagati dagli stessi editori che da quei governi erano mantenuti o addirittura posseduti.
C’era la banda dei personaggi della tv, tutta una grande, grandissima famiglia, eppure sempre la stessa da un tasto all’altro del telecomando fin dalla creazione del mondo.
C’era la banda dei forconi, virili difensori della propria terra soltanto in occasione delle seppur brevi parentesi in cui nessuno dei loro amici fosse al governo.
C’erano ovviamente le bande degli psicologi, dei farmacisti, dei medici, dei cacciatori, degli avvocati, dei notai e moltissime altre.
Perché questo era il paese delle bande. Il fatto è che in questo paese ce n’erano troppe, probabilmente perché ne mancava una, la più importante.
La banda dei cittadini, solo cittadini e nient’altro.
Se ci fosse stata la banda dei cittadini sarebbe stata la più numerosa perché avrebbe contenuto tutte le altre, la più potente perché nessuno può pensare di mettersi contro tutti i cittadini, la più giusta, poiché quando fai gli interessi di tutti i cittadini, ognuno di essi ottiene ciò che gli spetta, ma soprattutto sarebbe stata la più conveniente, perché quel che conviene a tutti conviene anche al singolo, a meno che costui non pretenda dei privilegi.
Se ci fosse stata tale banda, chissà, forse si sarebbe potuto sognare di far parte di un’altra, incredibilmente ancora migliore.
Quella degli esseri umani.

La Notizia (Il Giornale): Taxi, trattativa con rissa E mezza Italia è pronta a fare guerra al governo.