Vignette satiriche Maometto immagini Charlie Hebdo

Storie e Notizie N. 640

Il settimanale francese Charlie Hebdo ha pubblicato alcune vignette satiriche su Maometto, ritratto nella fattispecie privo di abiti.
In concomitanza con i recenti violenti tumulti legati al film Innocence of Muslims, il governo francese ha deciso, in via precauzionale, di chiudere le proprie ambasciate all’estero.
Nonostante abbia sottolineato l’importanza della libertà di espressione, il ministro degli esteri transalpino Laurent Fabius ha fortemente criticato la scelta del magazine, ovvero la sua tempistica, reo a suo avviso di gettare benzina nel fuoco.
L’editore della rivista si è difeso dichiarando: “Facciamo caricature di chiunque, ogni settimana, e quando riguardano il Profeta, allora è una provocazione…”
Difficile tracciare dei confini tra sacrosanta libertà di espressione e presunto diritto di offendere.
Sono per la prima senza se e senza ma, tuttavia, rimango molto perplesso sull’opportunità di sostenerla proprio in questi giorni.
Inoltre, non riesco a non vedere più un cinico interesse commerciale, ovvero un ricercato ritorno di attenzioni insieme a una mera puntuale operazione di marketing, piuttosto che una affermazione di emancipazione artistica.

Come avreste reagito se al posto di Maometto nei disegni ci fosse stato Gesù, contestualmente al dilagarsi di un film blasfemo su quest’ultimo? E se invece l’oggetto della pellicola e delle vignette fossero stati gli ebrei? Quanti paladini della fede cristiana e della guerra all’anti-semitismo si sarebbero innalzati sulla pubblica piazza?

 
Aggiornamento 7 gennaio 2015: Riflessioni e domande a distanza di tre anni dal precedente articolo.
E' di oggi la notizia dell'assassinio di dodici persone, dieci giornalisti e due poliziotti, nell'attentato alla redazione di Charlie Hebdo.
Come molti, presumo, provo dolore e rabbia di fronte a queste notizie. Dolore per la morte di vite nel pieno degli anni e rabbia per tutto il contorno che consegue e ne conseguirà.
Premetto con vigore: niente e nessuno può giusticare questi omicidi.
Nondimeno, rifletto e mi pongo domande. Sforzandomi di basarmi sui meri fatti.
Primo, dodici persone sono state uccise da tre individui mascherati. Dichiaratisi di Al-Qaida, esclamando Allah è grande, ma pur sempre mascherati.
Secondo, ennesima abituale coincidenza tra un attentato di presunta "matrice islamica" e significativa oscillazione a ribasso del prezzo del petrolio (-50 dollari a barile, notizia di oggi...), che esperti di politica internazionale molto più preparati del sottoscritto hanno più volte fatto notare.
Terzo, a marzo, tra circa tre mesi, avranno luogo in Francia le elezioni regionali, vero e proprio test probante per il governo di Hollande, dopo l'affermazione dell'estrema destra di Marine Le Pen alle scorse Europee.
Quarto, dopo che l'attentato è stato compiuto dagli assassini con una facilità estrema, nonostante il giornale avesse già subito negli anni varie aggressioni e minacce, con altrettanta semplicità a poche ore di distanza vengono identificati tutti e tre i terroristi, nomi, cognomi e volti.
Da cui, semplici domande: chi ci guadagna maggiormente da questo attentato?
L'Islam? Sempre se riteniamo ragionevole che l'azione di tre persone, mascherate per giunta, possa essere ritenuta simbolo di un miliardo e ottocento milioni di esseri umani.
Al-Qaida o l'Isis? Siamo sicuri che, al contrario, questa tragedia non rafforzi il fronte francese e internazionale a difesa dei cosiddetti valori occidentali?
Sono così ingenui questi terroristi islamici?
Quanti civili musulmani sono morti per le pseudo guerre al terrorismo in Iraq e Afghanistan, dopo l'11 di settembre?
E, in caso vorremmo azzardare altre vie, chi davvero otterrà benefici da queste barbare uccisioni?
Io me lo chiedo.
Condanno con tutto me stesso questi vili e disumani omicidi.
Ma me lo chiedo.

PS: Per dirla alla Chomsky, non sono un fanatico delle teorie complottistiche, ma analizzare le cose mettendo da parte l'emotività del momento riferendosi ai soli fatti credo sia l'unico modo per capire cosa stia effettivamente accadendo.