Festa della donna storia della gonna

Storie e Notizie N. 883

Sono felice.
Non posso evitare di esserlo.
Perché tra poco è la mia festa, indi per cui, non potrò evitare di gioire.
Non mi riferisco al mio compleanno, eh?
Non è la mia festa nel senso solo mia, è la festa di tutte noi.
Questo però non toglie valore alla ricorrenza, tutt’altro.
Una ricorrenza che ha origini lontane e che nel tempo ha acquisito significati e valori diversi, sempre nuovi, grazie anche al miglioramento delle mie condizioni.
Delle nostre.
Di noi tutte.
Se penso a quante ne abbiamo dovute passare per poter godere del diritto di andare in giro liberamente, senza discriminazioni di sorta, ovunque, in casa come in ufficio.
Oggi, però, finalmente possiamo dire di avercela fatta.
Non dappertutto, è ovvio, ci sono ancora alcuni paesi, molto pochi, ove troviamo difficoltà che risultano quanto meno anacronistiche, se non inaccettabili.
Ma in Italia, da dove vi scrivo, è tutta un’altra cosa.
Qui abbiamo vinto.
Abbiamo tutta la libertà che ci meritiamo e ognuna di noi si merita il giusto rispetto.
Tutti ci ammirano e siamo presenti ovunque, non v’è luogo in questo paese dove non siamo di casa.
A dirla tutta, abbiamo talmente superato gli ultimi retrogradi e bigotti ostracismi, che l’altro giorno mi chiedevo con una mia amica se sia ancora il caso di festeggiarla questa giornata.
Mah, io non ho una risposta a questa domanda.
So solo che sono contenta, perché se penso al passato e a tutti i divieti, le demonizzazioni e gli ottusi tabù con cui ho dovuto combattere mi sento orgogliosa di quel che sono.
Dovete riconoscere che non è da tutti guardarsi allo specchio e sapere di essere il frutto di una conquista.
Una conquista giusta, è chiaro.

Cosa?
Parlate più forte, perché ho i miei anni e, malgrado sia nata nel 1963 e non sia così vecchia, non ci sento più come una volta.
Che? Festa della donna?
Ah… non Festa della gonna?
Cappero, che figura, ho capito male, scusate...
E’ che sono una mini, tra l’altro, e con questi freddi che non se ne vanno trascorro le giornate rintanata nei cassetti sommersa dalla naftalina.
Quindi è della festa della donna che si parla?
Beh, allora dimenticate quello che vi ho detto.
Noi altre ai pantaloni gliel’abbiamo cantata e abbiamo ottenuto la parità, tuttavia, visto che la mia padrona vive in Italia, ci sarà pure qualcosa da festeggiare, ma c’è ancora tanto, incredibilmente tanto da fare per garantire alle donne gli stessi diritti degli uomini…






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