Giornata mondiale libertà di stampa Italia 2013: storia di Mario

Storie e Notizie N. 918

Ricorre oggi la Giornata mondiale della libertà di stampa 2013.
Giornata che il sottoscritto, come altri circa sessanta milioni di cittadini, celebra dall’Italia.
Sì, il nostro pase, dove la libertà di informazione e la relativa tabella o classifica del 2012 dava dati sconcertanti.
Libertà di espressione, altra ricchezza piuttosto carente in uno stato che si auto considera tra i più civili d’Europa.
Secondo il report di quest’anno da parte dell’oganizzazione Reporter senza frontiere (Reporters sans frontières in Francese e Reporters without borders in Inglese) la nostra nazione si trova in classifica al 57° posto.
Per la cronaca, godono di una situazione migliore tra gli altri la Jamaica (13° posto), il Costa Rica (18° posto), la Namibia (19° posto), Capo Verde (25° posto), il Botswana (40° posto) e il Burkina Faso (46° posto).
Giornali e lettori, anzi, giornalisti e lettori, dovrebbero tenere sempre a mente tale sciagurata realtà, che riguarda entrambi, ognuno dal rispettivo punto di vista.
I primi, ad esempio, sforzandosi di smarcarsi quotidianamente dalla medesima menzognera tetta che li allatta.
I secondi, magari usando ancor prima la lente del dubbio che occhi e orecchie laddove lo show della stampa entri in scena.
Il vero problema è che probabilmente la maggior parte di noi non ha ancora compreso appieno quanto tale aspetto della nostra costipata società determini conseguenze drammatiche a raggiera in molteplici altri ambiti della nostra esistenza.
Semplifichiamo, e mettiamo che il nostro perverso amplesso abbia solo due protagonisti, un giornalista e un lettore: Giulio e Mario.
Ora, parliamoci chiaro, okay? Questo blog esiste anche per questo.
Se la nostra stampa non è del tutto libera, ovvero solo parzialmente, significa che diffonde notizie condizionate, strumentalizzate, manipolate.
In altre parole, racconta balle.

Perciò immaginiamo che Mario rappresenti il pigro e passivo lettore medio nostrano e disegniamolo come chiuso dentro una botte da dove non può vedere e tantomeno sentire quello che accade all’esterno, nel resto del mondo.
Tale fondamentale informazione, parola quanto mai opportuna, gli giunge attraverso una fessura, tramite un biglietto.
Un pizzino, va’.
E chi lo scrive il pizzino? Il giornalista, l’autorevole reporter, il pubblicista, il cronista, alias Giulio.
Il cacciaballe, secondo Reporter senza Frontiere.
Ora, le strade che possono liberare entrambi da questa assurda prigionia della mente sono due e vanno prese entrambe.
Giulio dovrebbe rendersi conto di quale onore sia scrivere su quel pizzino.
Potrei definirlo il portavoce degli eventi, la finestra sulla realtà che scorre, l’occhio dei tanti sulla vita di tutti e non sarebbe comunque sufficiente per quantificarne le responsabilità.
Nondimeno, qualunque decisione prenderà Giulio, sarebbe ora che Mario esca da quella botte, o caverna, per vedere e ascoltare da solo la storia.
Che poi è la sua storia.
 



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