Trapianto di testa: rivoluzione per un giorno

Storie e Notizie N. 950

Leggo che secondo Sergio Canavero, neurochirurgo di Torino, tra due anni saremo capaci di effettuare il trapianto della testa.
Ci pensate? Ci pensate se potessimo anche solo per un giorno cambiare la testa degli ultimi di questo mondo con quella degli ignari primi?

E il giorno della rivoluzione arrivò.
Dal mattino alla sera, state tranquilli.
Una danza reversibile, non vi angosciate.
Tutto tornerà come prima, non vi nascondete.
E’ solo a fin di bene.
Il bene di tutti.

Cercate di capirci, non avremmo potuto farci scappare un’occasione del genere.
Un giorno di illuminazione ed evoluzione per voi.
Per noi poche ore di vacanza dal mondo.
Il nostro.
Trapianto della testa globale e il sud diventa il nord.
La periferia il centro.
E i pantaloni strappati rimangono gli stessi.
L’unica differenza che noterete è che i nostri lo sono sul serio.
Strappati.

L’alba in questo paradiso di ventiquattr’ore per voi sarà uno shock, ce ne rendiamo conto.
Figuratevi che anche noi non ci siamo ancora abituati.
Perché non ci si affeziona mai all’inferno.
Ma tanto voi saprete che apparirà la scritta fine alla mezzanotte e tornerete a casa.
Tenetevi stretta questa consapevolezza e ce la farete.
A noi basterebbe eccome, pure senza il trapianto di testa, pensate un po’.
To be continued, ovvero da domani si ricomincia e sarà anche peggio.
Vuoi mettere con The End?

E allora, trapianto di testa globale e il ricco guarderà con gli occhi del derubato.
Dai, che lo sapete che povero non regge.
Diciamo le cose come stanno, almeno in questo giorno.
Il difensore della patria, il cittadino doc, il purosangue ius suo, saprà finalmente cosa voglia dire sentirsi chiamare solo meticcio, straniero, clandestino, extracomunitario, immigrato, di colore, nero e altri innumerevoli epiteti che evitiamo per educazione, tranne l’unica parola che spiegherebbe la sua presenza, qui e ovunque.
Umano.

E così via, il politico che parla dei disoccupati proverebbe la fame nera, vedrebbe il proprio conto in rosso e immaginerebbe un futuro grigio.
Il soldato che porta la pace con le missioni di guerra, o forse è il contrario, capirebbe quali emozioni si accendono nei cuori di qualcuno che nella sua casa si vede sparare da un soldato mentre gli racconta una strana storia.
Quella di un soldato che porta la pace con le missioni di guerra.
Il banchiere proverebbe a chiedere un mutuo in banca, semplicemente.
Nella sua banca, che non gli darà mai un centesimo in quanto non si fida di lui.
Prima, figuriamoci adesso, dopo il trapianto di testa.
Almeno quello di prima era povero, ma onesto.

Al tramonto che gioia, eh?
E’ finita, griderete a squarciagola, l’incubo è terminato.
Ma la sapete una cosa? Anche noi esulteremo, con il cuore gonfio di speranza.
Ora sanno, con questo promettente pensiero andremo a dormire.
Adesso non possono più dire di non sapere.
Perché il giorno della rivoluzione è arrivato.
Dal mattino alla sera, per vostra fortuna.
Una danza reversibile e tutto è tornato come prima.
E’ stato a fin di bene.
Il bene di tutti.






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