Amnesty droni USA crimini di guerra: morte ingorda

Storie e Notizie N. 996

Nel rapporto “Sarò io il prossimo?” (Will I be the next), Amnesty International accusa gli Stati Uniti di compiere, durante i propri raid con i droni in paesi come il Pakistan, degli atti equiparabili a crimini di guerra, illegali e ingiustificati.
Le ultime due vittime civili pare siano un ragazzo di 14 anni e una donna di 68.
Da qualche parte, probabilmente solo nella mia immaginazione, i due commentano la notizia.

“Crimine di guerra”, osserva il giovane, “hai sentito? Siamo morti per un crimine di guerra.”
“Davvero”, fa la donna, “ero convinta che fosse stato quell’aereo invisibile…”
“Il drone?”
“Sì, il drone.”
“Ma il drone mica parte da solo, eh? Qualcuno l’ha mandato.”
“Lo so, gli americani. E loro che dicono?”
“Che non è un crimine di guerra, perché le morti civili sono… come le chiamano in inglese? Civilian Casualties.”
“Traduci.”
“Morti civili. Dicevo, gli Usa, dato che secondo loro i droni sono un’ottima arma per scovare i terroristi e che finora hanno dato i loro frutti nella guerra contro Al Qaeda, le morti civili sono, come dire, una casualità.”
“E’ la morte che è ingorda e noi altri finiamo sempre per trascurare questo aspetto.”

“In che senso?”
“Lo diceva sempre mio padre quand’ero piccola. Quando si parla della morte, la si immagina sempre con un teschio, vestita di nero, con la falce. Tetra, con la voce profonda e con fare lugubre. Occhi assenti e orbite profonde, gelide mani ossute, sono tutti luoghi comuni. Come del resto la sua natura. Incommensurabilmente antica e indifferente alle umani aspirazioni. Puntare il bersaglio predestinato e reciderne il cammino, null’altro pensiero occupa la sua mente.”
“Come un drone.”
“Già, come un drone. Normali sentimenti e vitali istinti sono da noi esclusi nel ritratto che ne facciamo nelle paure più ataviche. E’ un errore madornale, secondo mio padre.”
“Perché?”
“Vedi, lui sosteneva che al contrario la morte prova qualcosa, con assoluta coerenza ed è proprio questo qualcosa ad agevolarne la partecipazione nelle umane pratiche.”
“Quali pratiche?”
“Uccidere, torturare, sterminare, per dirne alcune.”
“E cosa prova?”
“E’ facile. Fame, un’indicibile e insopprimibile fame. La morte è talmente ingorda che, per farti un’idea di quanto, ti basta contare i giorni da quando è in giro su questa terra. Non si sazia mai, questa è la sua eterna morte. Ecco perché puoi metterle nel piatto i peggiori nemici del mondo. Ella non si farà mai alcuno scrupolo nell’addentare tutto quel che troverà sulla tavola e sotto di essa.”
“Quindi vuoi forse farmi intendere che la colpa della nostra prematura fine non è degli americani che hanno spedito il drone a casa nostra? Samo stati strappati alle nostre famiglie perché la morte è ingorda?”
“Figlio mio, se posso chiamarti così. La morte è ingorda e si è cibata di noi come di moltissimi altri e non saremo di certo gli ultimi, ahimè. Ma, la realtà è che una scelta, tutti, ce l’abbiamo sempre.”
“Quale?”
“Quella di continuare o smettere di essere gli schiavi che vivono esclusivamente per darle in pasto i propri simili. Casualmente o meno."
Leggi guerra.
 



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