Beethoven Giapponese impostore e compositore ombra storia si allarga

Storie e Notizie N. 1055

Signore e signori, è giunto il tempo di togliere le maschere.
Il famoso musicista nipponico, Mamoru Samuragochi, non sa scrivere musica.
E non è neppure sordo, come ha sempre sostenuto.
Ci sente eccome.
Lo sa bene, e lo ha sempre saputo il vero compositore delle opere, Takashi Niigaki, insegnante di una scuola di Tokyo, sfruttato impunemente per vent’anni dal Beethoven del Giappone, come veniva chiamato.
Un caso isolato? Una straordinaria eccezione nel firmamento dei noti? Tutt’altro.
La storia si allarga.
Il più noto e venduto scrittore nostrano, di cui non faccio il nome perché la cosa non è ancora ufficiale, ha confessato di copiare i propri romanzi direttamente dal diario della badante cinese di sua nonna.
E in una reazione a catena di ingannevoli parole, ovvero un domino di volumi rigorosamente da vetrina, altri popolari autori hanno confessato.
Il portinaio e l’idraulico, la commessa al bar e la signora della frutta, il giovane introverso del balcone di fronte e la ragazza con la cuffietta incontrata quotidianamente sul metrò, financo l’edicolante egiziano e la parrucchiera romena, ecco chi sono i veri autori dei best seller nazionali.
Ma non è finita qui.
Chiudete gli occhi e figuratevelo.
Il vostro idolo canoro.
L’ugola d’oro dalle seducenti fattezze, il che non guasta mai.
Anzi, conta molto di più delle corde vocali, diciamola tutta.
Ebbene, ogni voce ormai di casa nei vostri padiglioni uditori, di strofa o ritornello vestita, appartiene ad una sola creatura.
Trattasi di un pappagallo schizofrenico, un rarissimo caso di volatile con personalità multipla, tragica conseguenza di una vita intera ingabbiato in soggiorno, costretto ad ascoltare tutte le edizioni sanremesi, festivalbaresi, ecc. degli ultimi anni.
Vi sembra tanto?
Troppo?
Eh, ma questo è niente.
A voi, che in tutto questo tempo avete vissuto nell’invidia verso sovradimensionate star della camera da letto, ma che dico, di tutte le zone della casa possibilmente sdraiabili, sappiate che al momento del ciak più torbido sono sempre entrati in scena loro.
I cugini.
Ebbene sì, ogni stella del materasso deve il proprio successo al cugino o alla cugina, pagati in nero come controfigure orgasmiche.
Ma in fondo, lo avete sempre sospettato, no?
Chi non ha mai fatto un sogno proibito su un cugino o una cugina.
Siamo oltre il limite?
Magari.
Dispiace bucare i palloncini, di lustrini e paillette ricoperti, che volteggiavano nell’ammirato orizzonte, ma se questi confessano mica è colpa mia.
Difatti, in fila come all’ingresso di Equitalia, si vedranno fuori dagli studi televisivi meste code di attori e attrici che devono il successo alle tanto seguite fiction.
Attori e attrici, noi? Volete scherzare? Ma chi di noi ha mai studiato recitazione? Un corso vero, eh? Mica quella roba fatta in dieci giorni per scrivere qualcosa in calce al book.
Confessioni squillanti come latrati di cani in calore, animali tirati in ballo tutt’altro che a caso.
Un applauso si leva dai presenti. Finalmente un po’ di verosimile dal diaframma degli ormai ex divi del piccolo schermo.
Potrei finirla qui, ed effettivamente è quel che sto per fare, ma non pensiate che la cosa non vada avanti.
La storia si allarga, ve l’ho detto.
Al punto da scoprire che l’olimpo non esiste.
Che gli dei siamo sempre stati noi.
Seppur mortali e limitati.
Ma infinitamente più divertenti dei pupazzi nel megaschermo.
Perché eravamo noi a muoverli.
 


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