Città più care del mondo classifica 2014 dipende da te

Storie e Notizie N. 1074

E’ stata appena diffusa la classifica delle città in cui la vita è maggiormente costosa.

Nella top 10, al primo posto c’è Singapore, di seguito Parigi, Oslo, Zurigo, Sydney, un gruppetto a pari merito formato da Caracas, Ginevra, Melbourne e Tokyo e al decimo Copenaghen.
D’altra parte, a mio modesto parere, tutto dipende da chi tu sia.
Ovvero, parlando di tasche, se tu sei un miliardario non fa poi molta differenza dove vivi, così come per uno squattrinato o disoccupato l’una vale l’altra.
Il primo vivrebbe da privilegiato ovunque, così come il secondo arrancherebbe a Singapore come a Caracas.
Tuttavia, non di solo denaro vive l’uomo, non è così?

Luisa è una sognatrice incallita e la città più costosa per lei è quella più ricca di illusioni, dove invece trova vita facile Andrea, che non sognava nemmeno quando aveva tutti i diritti per farlo, figuriamoci quando ha capito che hanno un costo.
E a proposito di costo, la città più cara per Giulio, fanatico dell’attimo presente, è quella più frenetica, dove tutti corrono e nessuno ha tempo per il tempo.
Solo per l’orologio che promette qualcosa di bello puntualmente nel secondo successivo.
Città in cui si culla Daniela come una bambina che ammira il proprio giocattolo preferito.
Mai quello che ha in mano, sempre quello che avrà dopo.
Dopo.
E dopo.
Domenico, poveraccio, pretende di scrivere storie per ragazzi e vive nella città più costosa del mondo per quelli come lui.
Il paese del salto ad occhi chiusi, lo chiamano.
Dall’infanzia all’età adulta, direttamente, senza passare dalla magia.
La tanto sottovalutata adolescenza.
Ma di quello stesso paese Claudia ne è diventata la regina.
Una sovrana che sostiene di parlare ogni giorno con l’infante che è stata, ignara di aver perso le stazioni essenziali, durante il viaggio sul treno del vivere.
Quelle in cui distribuivano un dizionario per capirle davvero.
Le parole con cui raccontarla.
La tanto violentata adolescenza.
Giovanni ha un dono ed è quello di guardare negli occhi altrui quando ascolta qualcuno.
Chiunque egli sia.
Niente di speciale, dite?
Lo fa per tutto il tempo di cui l’altro ha bisogno.
Sempre normale?
Quando l’altro ha finito non ha alcuna fretta di dire la sua e rimane lì, con gli occhi nei tuoi, in attesa che venga fuori il resto.
Il fondamentale resto.
E lo fa per tutto il tempo di cui l’altro ha bisogno.
Ora, presumo avrete compreso l’eccezionalità del tipo, ma ahi lui il nostro vive nel luogo più caro al mondo per gli ascoltatori da Oscar, ovvero la città degli eternamente connessi.
Con Iphone al limite del soprannaturale o patetici smartphone con le mere applicazioni di serie, affollatissimi social network o asocialissime chat per nickname difficilissimi da pronunciare, con qualsiasi cosa tranne quel che lo rende unico.
I tanto sottovaluti e violentati occhi.
Naturalmente, per un tale sfortunato, ce ne sono altrettanti, anzi, molti di più, che in quella medesima città sono così pieni di amici che non sanno cosa farsene.
Letteralmente.
Non è facile, ma penso che la vera fortuna rimanga quella di trovare qualcosa che, in qualsiasi città vi troviate, rimanga la stessa.
Credo, forse, che abbia a che fare con l’amore.
 


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