Bambino prematuro lasciato morire nel regno dei prima

Storie e Notizie N. 1181 

Leggo che a Corigliano Calabro, in provincia di Cosenza, una donna incinta e un medico hanno simulato un incidente stradale. Una volta al pronto soccorso, la signora ha sostenuto di essere ferita, causando la morte del bimbo nato prematuro.
Il tutto per riscuotere l’assicurazione e dividere a metà col dottore.
Un’altra vita si unisce al regno dei prima.
E un’altra storia…

Prematuro.
Chiamatemi così, da oggi.
Prematuro in eterno.
Ovvero, giovane per sempre.
Meglio, no?
Gli ovvero sono i migliori, lo dico da tempo.
Ovvero, lo sognavo, perché dalle nostre parti le cose non si dicono.
Non c’è bisogno.
Ovvero, non ce n’è il tempo.
Perché noi altri si vive lì, là dietro, nel regno dei prima.
Dove tutto accade troppo presto.
Sì, diamo la colpa alla fretta.
Si dice sia cattiva consigliera, costei.
Ad esempio, ci porta a stracciarci le vesti con sentito sdegno innanzi alle barbarie dei popoli cosiddetti incivili, per poi associarle ai nostri esotici concittadini.
Poco dopo aver dimenticato le storie come la mia, che ci accadono accanto, magari nell’appartamento del vicino.
Con le quali non puoi farti leone per ruggire contro la disumanità dello zingaro di turno, perché quest'ultimo ci rimanderebbe lo sguardo con perplessità.
Riflesso nello specchio.
Poco dopo.
Già, nel regno del dopo si può tutto.
Tutto è lecito.
Tutto è possibile.
Ecco perché noi si prova invidia.
Per tutto.
Nel regno del prima ci sono i romanzi non ancora terminati, dove c’è ancora spazio per la vittoria.
E ci sono tutti i secondi, nessuno escluso, che condurranno allo spettacolo all’orizzonte.
Il primo bacio e il primo vero abbraccio.
Il primo pianto sincero, senza vergogna.
La prima risata, senza timore che suoni sgraziata.
Perché ridono tutti quelli presenti.
Perfino colui del quale si rida.
Noi del prima avremmo potuto distruggere il mondo o salvarlo.
Noi del prima avremmo potuto anche solo guardarvi.
Un istante banale, di un giorno altrettanto insignificante.
Alla fermata del metrò, sulla banchina opposta.
Magari avreste rimandato lo sguardo, per poi dimenticarci.
Eppure, saremmo stati lì.
In quell’istante, di quel giorno, con voi.
Tuttavia, pensate se per pura casualità, anche solo per errore, non dico per magia, vi avessimo sorriso.
Prima dell’arrivo del treno.
Quel prima sarebbe diventato un dopo.
Che avrebbe cambiato la nostra vita.
E la vostra.

Vieni ad ascoltarmi dal vivo allo spettacolo che accompagna il mio ultimo libro, Roba da bambini, Tempesta Editore: Sabato 24 gennaio ore 17, Libreria Koob, Roma.

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