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Visualizzazione dei post da febbraio, 2015

Matteo Salvini a Roma: discorso ufficiale in anteprima video

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Storie e Notizie N. 1197 C’era una volta una città. Senza citare il nome, vi basti sapere che leggendolo al contrario veniva fuori un sentimento. Capace di muovere le umane genti da nord a sud, per dirne una. Nella città il cui nome all’inverso spostava folle da settentrione a meridione erano calati in tanti, sin dalla sua fondazione. Ab Urbe condita , usando un’espressione facile per i sani di memoria e qualcosa che abbia a che fare col cibo per i prodi calanti. Tutti sommossi dall’ardire nell’affermare di avere la giusta risposta. Di cui il popolo avesse bisogno. Una sola, priva di vane sviolinate sintattiche e men che meno di uno sterile possesso palla semantico. E si sa, il popolo di domande insolute ne ha molte, fin troppe. Laddove arrivi qualcuno che semplifichi è come dio in terra. Il verbo si fa carne. Di quale animale o carogna non conta. Venne così il giorno in cui il privilegio di calare in città toccò a Matteo Salvini . No, non lui , un altro. Un bello e

Storie di bambini: il valore che dai

Storie e Notizie N. 1196  Succede a Messina, in Sicilia. Non nelle esotiche terre agli antipodi del salotto buono. Una coppia ha pagato 30.000 euro per comprare un bambino romeno di otto anni. E la transazione sarebbe andata a buon fine, senza l’intervento dei carabinieri. Mi chiedo, sarebbe stato un affare? Qual è la quotazione di mercato di un bambino? Allargo lo sguardo. Ma che dico, espando l’inquadratura allo spasimo. Fino a mettere a dura prova i confini dell’immaginazione. Perché ce ne vuole di astrazione per figurarsi un siffatto emporio. Entro, cauto, entro. Avanzo e li vedo. Ci provo, a guardarli Uno scaffale, uno come tanti. E quel come brucia là dove resiste quel che strenuamente difendo dentro di me. Quel che spero di avere ancora oggi e ogni domani che seguirà. Sono lì, in molti. Incartati con cura, ma anche confezionati di fretta. Avvolti in carta luccicante, ma pure rinchiusi in anonimi sacchi di rete. Ce ne sono in offerta tre al prezzo di due .

Storie sui diritti umani in Italia: noi e loro

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Storie e Notizie N. 1195  “L'Italia ha sprecato l'opportunità di dare all'Unione europea un indirizzo diverso, basato sul rispetto dei diritti umani, sul contrasto alla discriminazione, e soprattutto su politiche a tema immigrazione che dessero priorità a salvare le vite umane.“ Queste parole sono del direttore generale di Amnesty Italia, che accompagnano la pubblicazione del consueto rapporto annuale in fatto di diritti umani, che quest’anno risulta addirittura più severo di quello precedente. E’ il solito problema di noi. E loro… C’era una volta il paese dei noi . Il paese dei noi era abitato da persone i cui nomi erano semplici da pronunciare. Io , te , me stesso , tu , ancora io , sempre te , ma allora io? , e perché tu? , e così via. Al di fuori del paese dei noi , vivevano loro . Loro avevano nomi meno semplici da pronunciare. Almeno secondo noi . Lui , lei , l’altro , l’altra , tutti gli altri , quelli , quello là , quell’altra , questi qua , m

Le due tribù

Storie e Notizie N. 1194  Mentre buona parte del paese discute e si angoscia innanzi al temuto hashtag #We_Are_Coming_O_Rome da parte dei terroristi, nel mondo che resta la vita prosegue. Il più delle volte deve, altrimenti il frigo rimane vuoto. Tale paradossale composizione di esistenze muove la mia immaginazione verso il seguente racconto… C’era una volta un’isola. Sull’isola c’erano due tribù. Le due tribù erano diverse. C’è poco da aggiungere. Essendo diverse, vivevano in modo differente. Una aveva scelto il punto più in alto dell’isola. La cima della montagna. E non per amore dell’aria buona, sia ben chiaro. Gli abitanti di sopra non sceglievano il sopra in obbedienza alla passione per qualcosa, bensì al timore di essa. E laddove sia la paura a condizionare il battito del tuo cuore, piuttosto che l’interesse per tutto fuorché il già noto, c’è poco da rilassarsi. Difficile farlo, allorché si trascorra la maggior parte del tempo con entrambi gli occhi fissi all’

Sacchi e il razzista a sua insaputa

Storie e Notizie N. 1193  In seguito alle attenzioni internazionali guadagnate grazie alle sue recenti affermazioni sull’eccessiva presenza di atleti di colore nel nostro calcio giovanile, Arrigo Sacchi e quasi tutti i suoi delatori respingono le accuse al mittente sostenendo che l’allenatore si riferisse ai calciatori stranieri . Da cui l’orgogliosa difesa dell’identità e della dignità italica. Credo sia una malattia nostrana piuttosto diffusa, anche dove meno te l’aspetti. Spesso, il razzista peggiore è quello che non si rende conto di esserlo… Ci sono. E sono tanti. Ci sono quelli che se vedessero un nero penserebbero subito che preghi Maometto. Prima di ogni altro dio. Che sia ateo, è addirittura escluso. E ci sono quelli che se gli presentassero un nero avrebbero un disperato bisogno di chiedergli da dove venga. Se è molto che abita qui, come si sta dalle sue parti e così via interrogando. Ancora prima di sapere il suo nome. Figuriamoci quali siano i suoi sogni

Crollo soffitto scuola video: là dove si impara

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Storie e Notizie N. 1192  Accade , e non è la prima volta, che le pareti di una scuola nostrana perdano pezzi. Stavolta è toccato all’Istituto alberghiero De Cecco, a Pescara, dove due giovani studenti ne hanno pagato le spese riportando seppur lievi contusioni. Nondimeno, come lo spettacolo, le lezioni devono andare avanti… C’era una volta un paese. Un paese a forma di calzatura. Non necessariamente uno stivale, ecco. Vi sono anche mocassini, scarpe col tacco e da ginnastica. Perfino gli scarponi da sci, insomma. Così rimaniamo sul vago, o presunto tale, che è la cosa migliore. Nel paese a forma di calzatura, non per forza uno stivale, c’era una scuola. Nella scuola c’era una classe. Nella classe c’era il solito. Maestra e studenti, banchi e sedie, cattedra e lavagna, gessetti e cancellino. In breve, il tutto secondo copione. Fin qui. Così ci togliamo subito di torno lo scontato, affinché i lettori più impazienti non fuggano ancora prima di iniziare. Il conto delle

Storie di bambini: voi chi siete?

Storie e Notizie N. 1191  Appena nata, un bimba è morta a causa di una crisi respiratoria sull’ambulanza, durante il tragitto verso Ragusa. A quanto pare , negli ospedali di Catania non c’erano posti liberi. Questa è la sua breve storia… Mi chiamo Nicole e sono nata. Qui, oggi. Adesso. Diciamo poco fa. Pochissimo. Non so nulla di voi. Non ho idea di quel che avrei trovato. Non so per voi cosa voglia dire la parola vita. Nascere. Aprire gli occhi e respirare. Non necessariamente in quest’ordine. Ma, l’ordine, cosa conta, in effetti? Quale importanza potrà avere l’organizzazione del tempo e dello spazio laddove l’attimo che attraversi sia il primo? Sono nata e questo conta, per me. Per mia madre, per papà. Ma voi, io non vi conosco. Non sapevo chi avrei trovato là fuori. A malapena ho capito che l’altra voce fosse quella di mio padre. Ma cosa vale, adesso, quel che ho immaginato lì dentro? Quando la luce che incontri non è più quella che hai solo sognato ti acco

Storie di razzismo: Tre studenti musulmani uccisi nel silenzio

Storie e Notizie N. 1190  A Chapel Hill, negli USA, Craig Stephen Hicks ha sparato e ucciso Yusor Mohammad , 21 anni, Razan Mohammad Abu-Salha , 19 anni, e il marito della più grande, Deah Barakat , 23 anni, studenti della University of North Carolina. Tutti e tre di religione islamica… Nel silenzio . Uomo spara e uccide tre giovani. Due ragazze e un ragazzo nel cosiddetto fiore degli anni. Tre studenti musulmani. Musulmani . Un aggettivo, è così, una parola. Consonanti e vocali, lettere e suoni. E altrettante parole soffiano sul fuoco. La religione non c’entra , dicono. Non fate confronti , minacciano. Perché non reggono , sostengono. E’ l’opera di un pazzo , sono sicuri. E’ un incidente isolato , spiegano convinti. Magari è stato provocato , ardiscono addirittura. No, la religione non c’entra , ripetono. E’ che la violenza umana non ha limiti , osservano. Non fate paragoni , auspicano. Perché quella è tutta un’altra storia , ribadiscono. E’ l’atto di un m

Storie di immigrati: la famiglia straniera

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Storie e Notizie N. 1189  Ennesimo naufragio sulle nostre coste, si parla di oltre trecento morti. I superstiti raccontano di essere stati costretti ad imbarcarsi sotto minaccia armata. Solita apparizione della notizia sui media nostrani e altrettanto scontata reazione della popolazione autoctona. Comunitaria, per capirci. Laddove ci sia una reazione, perché siamo nella sacra settimana dell’italico gorgheggio. Nondimeno, c’è sempre una storia da parte, qui… C’era una volta una famiglia. Una famiglia straniera , sfido chiunque a negarlo. Papà era un immigrato , mamma una rifugiata , il bambino un clandestino e nonna un’ extracomunitaria . Indesiderati e indesiderabili sotto ogni punto di vista. E, soprattutto, al di sotto di ogni cielo. Perché ci sono taluni che di sorte maldestra ci nascono. E il destino peggiore è quello di coloro che innanzi a tale sventurata sentenza del fato non si arrendano. La famiglia straniera ne era un fulgido esempio. Difatti, decisi a c

Bambino con due mamme video le parole che seguono

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Storie e Notizie N. 1188  E’ notizia di oggi quella della trascrizione al Registro dello Stato Civile del Comune di Roma dell'atto di nascita di un bimbo di 4 anni. La coppia è formata da due madri, una argentina e l’altra romana. Ci saranno come al solito accese discussioni, tra critiche feroci e sentiti rallegramenti. Sono le parole, le parole che seguono. Iniziano la loro danza dopo pochi secondi. Immaginiamo allora di vederle scorrere su uno schermo immaginario a velocità doppia, ma che dico, tripla e anche di più. Con il volume abbassato, auspicabilmente. E fermiamoci lì, dove l’unica voce che abbia davvero senso dirà la sua. Care mamme, quante cose. Quante cose avrei da dirvi. Mai quante ne sono state scritte. Esclamate e, spesso, urlate a squarciagola. Sono le parole che seguono . Sono importanti, lo so bene. Voi e tutti quelli come me non avremmo mai potuto ignorarle. Perché noi siamo coloro che dall’istante in cui il sipario si chiuda quelle parole l

Incidente Aereo Taiwan: la speranza dei sopravvissuti

Storie e Notizie N. 1187  C’è il tassista e la sua giovane cliente, la famiglia che ha deciso di cambiare il posto sull’aereo all’ultimo momento. E quei miracolati che tra i circa quindici scampati al disastro hanno avuto la buona sorte di trovarsi al posto giusto nel momento peggiore. La conta dei rimasti . Che potrebbe sorprendentemente allungarsi. Prestando maggiore attenzione alla storia… Sopravvissuti. Siamo i sopravvissuti. Sopravvissuti alla morte . Si dice così, giusto? Ma non è proprio esatto, sapete? Noi la morte non l’abbiamo proprio incontrata. Quelli sono gli altri . Altrimenti non ascolterete le nostre voci vibranti e il nostro respiro turbato. Il battito del cuore che evade dal petto, senza alcun bisogno di una mano curiosa. Figuriamoci di un freddo stetoscopio. I volti segnati dall’esistenza precedente. Più che mai da quel momento. Quando quelli col biglietto sbagliato l’hanno davvero vista in faccia. La morte. Noi no. Noi siamo i sopravvissuti.

Il dono della diversità e Roba da bambini su L'Ateo

Due libri di brevi racconti, il primo rivolto a tutti, il secondo ai bambini (ma piacerà anche ai grandi). L'autore ha una peculiare abilità: trasforma storie vere — piccole e grandi, dai fatti di cronaca alle notizie di guerra — in racconti. Gli ingredienti per ottenere questa straordinaria alchimia sono la fantasia e soprattutto la capacità di superare con grande agilità e leggerezza il muro dei luoghi comuni. Con un salto o una capriola - come suggerisce l'efficace copertina de II dono della diversità, realizzata da Massimo Massimiliani - si può volare oltre gli stereotipi odiosi, i freddi dati quantitativi, i commenti scontati. Qualche esempio. Il racconto Cento motivi per non morire inizia con la notizia ANSA dell'I l maggio 2009 "nello Sri Lanka duemila civili sono stati assassinati dall'esercito, nell'ambito della repressione dei ribelli Tamil, di cui cento bambini". Ghebreigziabiher immagina che ogni bambino dica il motivo per cui non vuole morir

Bruciato vivo: possiamo ricominciare?

Storie e Notizie N. 1186  La recente vicenda del pilota bruciato vivo e la conseguente impiccagione dei prigionieri del governo giordano mi fa venire voglia di essere altro. Tutto fuorché un umano. E da lì, ascoltare il racconto, guardare la scena, osservare il dramma. Come un semplice spettatore. Silenzioso… Ecco, ora sono l’ossigeno. Che brucia con l’uomo. Ma non muore, perché non era vivo neanche prima. Si può esistere senza per questo vivere. Senza soffrire per una ragione valida. O per inammissibile ottusità. Sono la corda che stringe e ruba il respiro. E sono anche altro ossigeno, stavolta imprigionato all’esterno delle labbra assetate. Uccise. Sono le sbarre delle prigioni, da una parte all’altra degli schieramenti, di equa efficacia, di equa compassione. Di equa incredulità, più di ogni altra cosa. Sono le parole sparse con parsimonia sulle ferite mai sopite del tutto, cucinate ad arte dagli chef meno sospettabili. Indiziati innominati quanto sono berc