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Visualizzazione dei post da marzo, 2016

Aeroporto più sicuro al mondo è qui

Storie e Notizie N. 1336 Si fa un gran parlare in questi giorni tremebondi di quale sia l’aereoporto più sicuro al mondo. Io avrei la risposta… C’era una volta l’aeroporto più sicuro al mondo. Perché al giorno d'oggi volare è un rischio. Cioè… volare è sempre un rischio, d’accordo. Mica siamo uccelli, noi altri. Che poi volare è un rischio anche per gli uccelli, se vogliamo dirla tutta. Una volta un gabbiano è sceso a prendere un goccetto di acqua salata, la colazione dei campioni, dicono, e in cambio si è ritrovato una coperta di greggio, non so se mi spiego. D’accordo, l’incidente non è capitato propriamente volando, anzi, ammarando. Ma è proprio questo il punto: il rischio è quando ti arrischi, mettendo a rischio te stesso, ma correndo i rischi del caso arrischiandoti in aree a te non familiari , ecco. Il volo ai volatili , è difatti l’urlante slogan di un intollerante stormo di fagiani del nord, infastiditi dai nostri rumorosi e arroganti velivoli. Questa gente si

Abbiamo bisogno di difenderci

Storie e Notizie N. 1335 C’era una volta l’uomo delle caverne . Ma non l’uomo delle caverne in senso generale, che di semplificazioni a uso privato ce ne sono già abbastanza in giro. Intendo un uomo delle caverne. Anzi, diamo le misure esatte del racconto. Un uomo di una caverna. Costui si era fatto proprio un bell’appartamentino vista fiume, non troppo caldo d’estate e neppure eccessivamente gelido d’inverno. Un bel mattino, si fa per dire, l’uomo della caverna si svegliò per uscire da quest’ultima, quando gli si parò davanti uno sconosciuto. Costui altri non era che l’uomo delle montagne . Ma non un rappresentante e portavoce auto elettosi leader di tutti gli uomini delle montagne sulla terra, che di fanfaroni dal megafono facile e dal volto assetato di flash ce ne sono già a iosa. Mi riferisco a un uomo delle montagne. Stavolta non una montagna, bensì molte, perché il nostro era un primordiale ominide, ma questo non vuol dire che fosse stupido. Come dice il primo

Storie di immigrati bambini: il sogno di Amir

Storie e Notizie N. 1334 Oggi è la Giornata mondiale del sonno ... Io ho un sonno . Sì, potrei iniziare così, come il discorso del celebre dispensatore di visioni di nero vestito, uscito di scena troppo presto e con notevole rumore, come tutti i grandi del passato. Visioni, ovvero sogni , giammai sonni. Ebbene, io non aspiro a tanto. Mi va bene anche il riposo a schermo vuoto . Basta che tale sia. Riposo. Mi chiamo Amir e sono stanco di morire. Quando inizia la vita? Sapete qualcosa, voi? No, perché qui non ci fanno sapere nulla, a noi altri. Prime pagine minori di altrettanto trascurabili volumi, relegati rigorosamente negli scaffali dimenticati. Lì dove le storie senza titolo vengono al mondo. Quelle che di morale non ne hanno alcuna, altrimenti vai a raccontarlo ai protagonisti del racconto che tutto quel che patiscono in fondo ha un senso. Mi hanno solo detto vai, si inizia, tocca a te. E io sono andato in scena, come tutti. Ma la sapete una cosa? Se l’avessi intu

Allerta terrorismo: chi ci guadagna?

Storie e Notizie N. 1333 Siamo alle solite. Puntualmente alla vigilia di elezioni di ogni tipo e rilevanza, incontri al vertice più o meno istituzionali e votazioni di leggi con interessi multipli, fioriscono tra le notizie principali le allerte terrorismo . Allerte , ovvero segnalazioni di pericolo. Allarme, state attenti, abbiate timore, eccetera. A prescindere dalla reale fondatezza del pericolo stesso. Se poi la ventilata sciagura avviene davvero, la tempistica suona ancora più inquietante. La cosiddetta "rivendicazione", di una attendibilità a dir poco discutibile, si diffonde con puntualità chirurgica e chi sa come usare a proprio vantaggio l'eco della tragedia appare in doppio petto in prima pagina come la classica mosca sullo sterco. Da cui la storia… Senti questa: allerta pacifismo . E’ una giornata particolare, quella in cui ci siamo svegliati stamani. Su ogni giornale e tg del pianeta la notizia è sempre dello stesso tenore. I governi avverton

Referendum 17 aprile 2016: Trivellami

Storie e Notizie N. 1332 Trivellami. Sì, trivellami ancora. So già che non smetterai, che non vuoi farlo. Credimi, lo capisco. Conosco ogni scusa, ciascun pretesto. Sono le voci che me lo dicono, devi farlo perché è scritto. Sei obbligato, è una questione di impegni già presi, scadenze ineludibili. Tutta roba che ti lega, che ti impedisce ogni grado di liberta. Fidati, ho presente. Ho compassione, tra un odio e l’altro. Perché so che il personaggio è quello, il copione altrettanto scontato. Non ci si poteva aspettare altro, da te, fin dal primo giorno di scuola. Tu eri quello che sorrideva laddove fosse richiesta immobilità alle labbra come allo sguardo, al cuore come al fiato nei polmoni. Tu eri quello che usciva dalla stanza allorché entrassero loro. Le storie poco maneggevoli e tra le più subdole che i narratori temuti di questa terra abbiano mai osato gettare al vento. Perché poi te ne saresti innamorato e saresti stato capace di far tutto per loro. Ma non si posso

Storie sull'ambiente: guardate

Storie e Notizie N. 1331 Guardate. Guardate, che arrivano sempre,  sono puntuali. Ci provano con insistenza e regolarità che sa di macchina. Tutto fuorché pelle e respiro. Guardate quelli dalla trivella facile, e poi ditemi se mi sbaglio. Hanno tutte le risposte pronte, tranne per le domande che non gli hanno ancora fatto. Di giorno, alla luce del sole, ovvero il tesoro dove ancora non sono arrivati. Ma dagli tempo. E anche lì sbarcheranno, con i loro avvocati, gli strozzini legalizzati e tutto lo stuolo di tecnici dalla firma in offerta. E voi guardate. E voi guardatevi alle spalle e ricordate. Ricordate che sono sempre lì, non se ne vanno mai e aspettano. Aspettano pazienti il momento buono, quello giusto per aprire la borsa e lubrificare le coscienze altrui. Ce ne vuole altrettanta, di pazienza. Ce ne vuole di più, di forza. Ma ne basta poca, di consapevolezza, perché l’inganno è immenso. E’ il tempo che resta a non esserlo affatto. Loro lo sanno alla perf

Storie di razzismo sui giornali: Quando umano uccide umano

Storie e Notizie N. 1330   Guarda e ascolta tramite podcast “Sei nuovo?” chiese il collega anziano. “Sì”, rispose l’ultimo arrivato in redazione. “Sono il nuovo titolista .” “Settore?” “Cronaca.” “Ah, ma è facilissimo.” “Davvero?” “Certo. Guarda, ti aiuto io, poi ti lascio un appuntino. Non devi far altro che seguire la regola del se … allora la notizia è .” “ Se allora cosa?” “C’è la pausa, giovane.” “Di già? Che fico, mi va proprio un caffè.” “Scemo. Intendevo i puntini di sospensione tra se e allora .” “Ti chiedo scusa. ” “Niente, mi rendo conto che sei nuovo. E’ semplice. Prima di tutto qui vendiamo morte, chiaro?” “Come le pompe funebri?” “No, quelli vendono bare e lapidi. Come i killer, casomai.” “Non capisco…” “Ma sei sicuro che ti abbiano assunto? Senti con attenzione, che il se… allora la notizia è lo capisce anche un bambino. Hanno ammazzato una o più persone, va bene?” “Ma come va bene ?” “E’ un esempio, idiota. E pure se fosse, è chiaro che va bene

Storie di immigrati rifugiati: il gioco delle carte

Storie e Notizie N. 1329 Secondo Iverna McGowan, responsabile dell'ufficio di Amnesty per le relazioni con le istituzioni europee, "l'idea di scambiare rifugiati per rifugiati non è solo pericolosamente disumanizzante, ma non offre una soluzione sostenibile sul lungo termine alla crisi in corso ". Immagina un tavolo. Un tavolo tondo, guarda, tipo quello dei cavalieri con il re senza macchia e tantomeno paura. Che si dica. Si dica e si ricordi che sono coraggiosi e giusti, fino a prova contraria. Adesso, però, liberiamo un po’ di fantasia. Ovvero, che il galoppo si faccia sentire. In modo da rammentare anche che su questa pagina ci sarà sempre spazio per chi non sia venuto nella foto sul mobile all’ingresso, quella che guardano tutti. Come i destrieri che si sono affannati, che hanno sofferto e spesso distrutto schiena e zoccoli per la gloria altrui, come il cavallo di Zorro e quello di D’Artagnan, quello di Robin Hood e perfino Tex Willer, che nessuno ric

Storie di donne uccise: Berta Caceres è viva

Storie e Notizie N. 1328 E’ stata assassinata Berta Cáceres , l’attivista che da tempo lottava per i diritti delle popolazioni indigene dell'Honduras e la difesa dell’ambiente. Nel 2015 era stata premiata con il Goldman Environmental Prize. Berta Cáceres è viva. Altro che chiacchiere e menzogne. Anzi, no. Solo menzogne. La donna che lega parole e destino alle parole e al destino che la terra scrive e disegna non può morire. Finché ci sarà terra e chi a quest’ultima. Legherà parole e destino. Berta Cáceres non è morta. E’ qui, senza scherzi. Anzi, no. Non c’è nulla da scherzare. La signora dagli occhi grandi e il viso fiero, che ha riempito i primi di diritti calpestati e inorgoglito il secondo con l’incontro con le poche verità di questo pianeta, non può andarsene perché l’hai deciso tu. Finché ci saranno volontà e anime al suo fianco. Dagli occhi grandi e il viso fiero. Berta Cáceres non se n’è andata. Guardati intorno. Guardati dentro. Anzi, no, chiudi pu

Storie di immigrati: il filo che cuce le bocche salva il mondo

Storie e Notizie N. 1327 Leggo che per protestare contro lo sgombero in atto a Calais, un gruppo di profughi ha cucito insieme le proprie labbra, esibendo dei cartelli con dei messaggi inequivocabili. Cito cosa dice uno tra gli altri, esigendo risposta da coloro che guardano e leggono: dove è la nostra libertà? Già, dov’è? Eccola, basta seguire il filo del discorso… Ricordo. Mi sforzo di ricordare come tutto è iniziato. Loro . I primi che ho visto sono stati loro. I miei . Li ho amati. Mi hanno amato, forse a modo loro. Voglio crederci. Devo . Poi qualcosa si è rotto. Prima un’esplosione, poi un urlo e di seguito la sofferenza. Quindi il plurale ha ucciso l’eccezione e sono arrivate le altre. Esplosioni, urla e sofferenze. E’ lì che ho cominciato a odiarli, loro. I primi che ho visto. I miei. E una sola speranza mi ha dato la forza di sopportare e resistere. Sopravvivere. Credere che loro non fossero gli unici al mondo. Volevo crederci. Dovevo . Così mi sono s

Storie sulla pace: No alla guerra in Libia

Storie e Notizie N. 1326 Si legge un po’ ovunque che l’Italia sarà a guida della colazione che si imbarcherà nell’ennesimo intervento militare. No alla guerra. Senza se, senza ma e per un’infinità di ragioni. Perché l’abbiamo già fatta e abbiamo visto come è andata. Dato che anche per questo c’è qualcuno che sostiene che ne dobbiamo fare un’altra. Perché la stiamo già facendo, e allora chi vogliamo prendere in giro? Dobbiamo ancora finire quella prima, con quale faccia ne iniziamo un’altra? Perché ne stiamo già facendo altre. E cosa facciamo, poi? Ci comportiamo come al solito? Fingiamo che non ci siano per raccontare solo quella che ci interessa al momento? Perché sappiamo già cosa sia, la guerra. Perché un racconto di soldati e bombe oramai lo conoscono anche i bambini. Non è più, poveri loro, solo roba per grandi. Come noi altri, sanno che la favola degli eroi è una menzogna. Che il film dei buoni è un imbroglio. Che il fuoco amico e solo fuoco, ovvero un immenso falò in cui brucia

Video canzone live Lupi

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Lupi ( testo e musica di Alessandro Ghebreigziabiher - chitarra e arrangiamenti di Roberto Moreschi ) Come è grande la finestra che non riderà di me Voglio fare un viaggio e poi Regalarti una città dove non fa giorno più Non voglio che tu torni a casa ma Per ballare in una strada io e te Con la musica che non ci abbandonerà Perché non tradisce mai chi ha un cuore grande Come è grande questa stanza che non parla mai di sé Come chi non crede che in un’ora Può spaccare un’anima e dividerla con me Che non ho bisogno che di questo Perché siamo come lupi che continuano a scappare Per dimenticare il branco che Ci ha cacciato nella notte Perché era più solo di noi