Storie e Notizie N. 16: La diversità è un dono

Questa settimana dedicherò interamente la rubrica a Mildred e Richard Loving, protagonisti della storia che racconterò venerdì 20 marzo a Roma: Dal testo dello spettacolo… la Storia: Neanche un’ora più tardi, il mondo di fuori non solo aveva bussato alla parete che i nostri avevano innalzato intorno al loro ardito progetto di vita. L’aveva sfondata, quella parete. L’aveva fracassata in mille pezzi, ridendo e godendo come il più sadico dei violenti. D’altra parte, il disprezzo che Mildred e Richard avevano letto nei volti degli agenti della centrale, per non parlare dei compagni di cella con cui avevano entrambi affrontato l’attesa dell’arrivo del giudice, non era stato più dolce. “Quando vai fuori tema”, disse una volta un’insegnante a Richard, “devi sapere dove stai andando anche meglio di quando eri ancora sulla via canonica. Perché se sbagli strada, sei in difetto per tutti i tuoi compagni, a prescindere dalle stupidità che stanno scrivendo nel loro…” Dopo una notte interminabile, sebbene in un contesto tutt’altro che piacevole, entrambi riprovarono la gioia di avere l’altro davanti agli occhi. “Signori, la corte”, esclamò l’agente a sinistra dello scranno davanti a loro. A passi pesanti, il giudice Roberts raggiunse la sua postazione e dopo aver osservato i nostri attraverso le lenti dei suoi spessi occhiali, diede la parola allo sceriffo. Questi, dopo aver lanciato un’occhiata a Richard, verso il quale provava più incredulità che biasimo, diede la sua testimonianza. L’avvocato d’ufficio, il quale non poteva tenersi più lontano dagli imputati, secondo il più classico dei copioni si appellò alla clemenza della corte. Dal canto suo, il massimo rappresentante di quest’ultima, mentre ascoltava aveva squadrato la coppia, soprattutto Mildred, come un entomologo di fronte ad insetti di particolare rarità. Quindi si schiarì la voce e poi, riferimenti alla mano, lesse il capo d’accusa: “Richard Loving, Mildred Jeter, siete accusati di aver violato il codice del nostro stato, il quale proibisce alle coppie interrazziali di sposarsi al di fuori dei confini, per poi ritornare in Virginia. Avvocato”, aggiunse rivolgendosi al panciuto e sudaticcio tizio in piedi alla destra di Mildred, “come si dichiarano gli imputati?” L’uomo voltò lo sguardo verso i nostri, come per aver l’autorizzazione a dire quel che aveva consigliato loro poco prima. Tuttavia lo ignorarono entrambi. Richard guardò gli occhi di Mildred ed ella ricambiò con un’intensità inaudita. Suo marito le strinse la mano e con un orgoglio che solo l’amore sa costruire disse scandendo con estrema cura ogni singola lettera: “Non colpevoli, vostro onore.” “Tutt’altro…” pensò con un pizzico di rabbia sua moglie. La Notizia: Mildred Jeter era una donna di discendenze africane e native americane di Rappahannock. Richard Perry Loving era invece un uomo bianco. Entrambi risiedevano nel Commonwealth della Virginia e un giorno si incontrarono. Tra di loro nacque l’amore e decisero di sposarsi. Il matrimonio avvenne nel giugno del 1958 nel Distretto della Columbia, avendo lasciato la Virginia per evitare la legge per l’Integrità Razziale, un decreto di Stato che proibiva i matrimoni tra bianchi e non. In seguito al loro ritorno in Virginia, essi furono accusati di violazione della legge. Specificatamente, i due furono incriminati a causa della sezione 20-58 del Codice della Virginia, il quale proibiva alle coppie interrazziali di sposarsi al di fuori dello Stato, per poi ritornare in Virginia. Inoltre, il comma 20-59 definiva la loro unione un crimine punibile con una pena da un anno a cinque di prigione.