Post

Visualizzazione dei post da gennaio, 2019

Giù nel pozzo

Storie e Notizie N. 1633 C’era una volta un pozzo . Profondo, assai profondo, talmente profondo, che non si riesce a veder buio , anziché luce , perché là sotto ha raggiunto tonalità talmente oscure che nemmeno il tanto abusato nero può esser sufficiente a rendergli merito. Nel pozzo c’è ora un povero bambino di due anni, per la cronaca. Il quale, come il piccolo Alfredino , per chi se lo ricorda, ha la vita appesa a un filo intessuto della stessa sostanza della quale è composta la nostra perseveranza nel salvare il prossimo. Mi riferisco a una speciale corda di inestimabile valore, di cui dovremmo aver cura quotidianamente, come fanno molti uomini con le proprie auto. Seguendo la banale metafora, dovremmo controllarne l’olio e l’acqua, la pressione delle gomme e le condizioni della carrozzeria con puntualità immancabile. Perché tutti, prima o poi, ci ritroviamo dal capo debole, tra le due estremità. Io salvo te che salvi me , che salva lui , che salva lei , che salva tutti

Giorno della memoria 2019: una storia

“Voi siete i fantasmi delle vittime, è così?” domanda Claudia rivolgendosi all’adolescente che sembra avere più o meno la sua stessa età, basandosi sull’aspetto. “È così”, conferma lui annuendo. “Mi rendo conto che non sia di grande utilità, adesso”, sussurra la ragazza di appena sedici anni, “ma vorrei che tu sappia quanto mi dispiace per ciò che vi è accaduto.” “Ti ringrazio”, fa l’altro. “Ma raccontami, invece, com’è oggi la terra? C’è ancora la guerra? Vivete in pace, adesso? Chi governa il mondo?” Claudia ha l’impressione di non essere la prima a cui vengano rivolte tali domande. Inoltre, solo in quell’istante, nota che anche gli altri la stanno osservando, in attesa di ascoltare la sua risposta. Malgrado sia consapevole dell’enorme responsabilità, sa pure che oramai ha il dovere di parlare. Poiché questo è ciò che esigono i defunti, soprattutto coloro che hanno perso la vita a causa di terribili ingiustizie. Mi riferisco alla nostra voce, con tutta l’onestà e la maturit

Decolonizzare l’Africa

Storie e Notizie N. 1632 Caro fratello bianco . Dico a te, Luigi Di Maio . Malgrado in tal modo mi possa macchiare della medesima approssimazione della quale spesso vi accuso , mi permetto di usare il riduttivo aggettivo quale specchio riflesso . Indi per cui, è il tuo fratello nero che ti scrive. Di recente, ti ho sentito parlare e son sobbalzato sulla sedia, cribbio. Nel dettaglio, pare che tu abbia dichiarato ciò: " L'Europa deve avere il coraggio di affrontare il tema della decolonizzazione dell'Africa , che è la causa del mancato sviluppo degli Stati africani che noi dobbiamo lasciare in pace a casa loro e noi stare a casa nostra: per noi intendo Stati come la Francia che impediscono lo sviluppo e contribuiscono alla partenza di uomini che muoiono nel Mediterraneo ." Andavi bene, fratello, andavi così bene. Che vuoi farci, il problema per voi altri è sempre stato con i pronomi. Noi e loro , loro e noi , tra tutti. Ovvero, a chi si riferiscono

Vergogna vergognati vergognatevi

Immagine
Storie e Notizie N. 1631 È una vergogna che una persona del genere sia un Ministro del nostro paese. Ovvero, qualcuno che un giorno – non molto tempo addietro – ha pronunciato e sottoscritto il seguente giuramento : “ Giuro di essere fedele alla Repubblica, di osservarne lealmente la Costituzione e le leggi e di esercitare le mie funzioni nell'interesse esclusivo della Nazione. ” Vergogna , ripeto, è una vergogna che costui venga meno a siffatta promessa quotidianamente. Perché la Repubblica è la cosa pubblica , il che non vuol dire sua , ma di tutti noi. E perché l’interesse della Nazione riguarda tutti , nessuno si senta escluso e mai dovrebbe esserlo. Come il il 32enne Arafette Arfaoui morto durante l’arresto per una presunta banconota falsa. Ciò malgrado, il suddetto amministratore dello Stato si permette, come fa più volte, ogni giorno, di esprimersi così: Immigrato … Si da il caso, da quel che si sa , che l’uomo sia un cittadino italiano . Di origini stranie

In attesa di giustizia

Storie e Notizie N. 1630 Qui Chingola , Zambia , ovvero, allorché sia maggiormente chiaro. Qui Africa . Siamo in attesa di giustizia, da anni, ma voi leggete pure il tempo in oggetto come un fiume che si fa iroso quanto sofferente. Alla stregua di quello che più ci riguarda, chiamato Kafue , le cui acque sono indispensabili per la sopravvivenza degli abitanti dei villaggi limitrofi. Alcuni tra voi dicono, spesso e a caso, aiutiamoli a casa loro . Perdonate, ma ci abbiamo messo un po’ a capire cosa intendevate con aiutiamoli . È che alcuni tra voi altri, cittadini dei paesi oppressi dalla quantità di roba, piuttosto che di miseria, vanno sempre di fretta e si dimenticano per strada parole e pezzi di cuore. Perché quest’ultimo va irrobustito dalla pratica e come ogni organo che pulsi di vita involontaria quanto invisibile, laddove lo si trascuri, si raggrinzisce a nostra insaputa. In tal modo si perde tutti qualcosa per strada. Nel vostro caso un frammento fondamentale, informa

Il clandestino

“Attenzione”, hanno gridato a perdifiato quando mi hanno visto, “c’è un clandestino a bordo!” Io sarei cosa? Un clandestino? Questo sono per voi? Ma come è stato possibile? Eppure ho tentato in mille modi di farmi capire, supplicandoli, cercando di far loro comprendere che in questo modo sarei morto di sicuro. Niente da fare. Senza indugio mi hanno sollevato per condurmi giù dalla nave, la quale stava giustappunto per salpare. “Scusate, però”, ho provato ad argomentare, “questa barca è gigantesca, non venite a dirmi che non avete spazio anche per me...” Non sono venuti affatto a dirmelo, per la cronaca. È una questione personale. Perché è il sottoscritto in particolare a essere persona non gradita… Leggi il resto Iscriviti per ricevere la Newsletter per Email

Il ricercato numero uno

Storie e Notizie N. 1629 Ecco. Ci siamo. Tutto è compiuto. D’accordo, non è la prima volta che capita. E quando ci vuole, ci vuole. Ovvero, laddove ci sia uno stramaledetto bisogno di vittorie da celebrare e illuminare nel bel mezzo della scena popolare, con l’insopprimibile governativo desiderio di distrarre i cittadini dai cattivi pensieri, non si può ignorare le occasioni più ghiotte. Già, l’aggettivo è quanto mai calzante, perché si ha proprio l’impressione di trovarsi a una di quelle cene di fine anno, dove le cose non sono andate affatto bene, tutt’altro, ma non c’è niente di meglio di una grande abbuffata e, soprattutto, una bella bevuta per addormentarsi e dimenticare. Almeno per una notte, ecco. Nondimeno, siamo qui per raccontare e per chi come il sottoscritto vive alla perenne ricerca di narrazioni suggestive l’eventualità è altrettanto ineludibile. Indi per cui, torniamo alla scena principale. Ci troviamo in quel di Ciampino. L’uomo sta per arrivare all'aer

Il nuovo muro

Storie e Notizie N. 1628 C’era una volta un muro . Lo ricordate, tutti, no? Venuto alla luce nell’agosto del 1961. Leggi pure come la disgraziata eco di due vergognose macchie nella Storia che ci riguarda tutti direttamente, in carne, sangue e memoria. Le guerre mondiali , già, come se prima di esse e in seguito avesse regnato pace assoluta. Nondimeno, non l’inizio, ma la fine di un conflitto dovrebbe insegnare qualcosa ai contendenti, soprattutto ai parenti delle vittime sul campo. Quel qualcosa non è un muro, di questo ne siamo tutti testimoni ed eredi. Nondimeno, la linea di sospetto e rivalità che separò la Germania, e con essa il mondo in due anime necessariamente contrapposte, visse trent’anni. Difatti, nel novembre del 1991, evento anticipato nell’anno precedente da un concerto memorabile, iniziò la sua distruzione. Iniziò , esatto, proprio così. Perché così funziona la vita dei muri più esecrabili, i quali trovano il collante migliore tra mattone e mattone nella s

Popolo, Uguaglianza e Diversità

Questa è una fiaba sull’amore, dopo tutto. È così, laddove mi soffermi sulla storia con la meritata attenzione. Certo che lo è, non c’è dubbio alcuno, e lo è ancora. C’era una volta Popolo , una persona comune, come tante. Spesso aggressiva e impacciata. Smarrita, il più delle volte. Fragile, nonostante l’apparenza. E sorprendente, in ogni momento e ciascun luogo. Nondimeno, sempre alla stregua dei molti, il nostro vedeva il proprio discernimento battuto sul campo vivente da sentimenti ed emozioni. Innanzitutto da quelle che non era capace di identificare. E per quanto avesse sperimentato nella sua esistenza, il sentire nel tempo reale era in grado sempre di spiazzarlo. Poiché ogni qual volta il cuore tremi e la pancia rabbrividisca ogni cosa è sempre come nuova, ci deve essere inciso da qualche parte tra le pieghe dell’animo umano. L’istante che meglio provò tale asserzione si palesò quando Popolo vide lei . Uguaglianza … Leggi il resto Iscriviti per ricevere la

I migranti non esistono

Storie e Notizie N. 1627 I migranti non esistono. Ovvero, esiste la parola. I migranti , solo quest’ultima, di norma immeritevole perfino dell’articolo, figuriamoci di semplice rispetto e mera empatia per chi desideri una vita migliore. Perché questa è l’empatia, signore e signori, nella più banale delle accezioni. La capacità di mettersi nei panni dell’altro, di riuscire a comprendere che, in questo maledetto caso, egli è alla disperata ricerca di ciò che tutti vogliamo. Forse è proprio questo il problema. Probabilmente, questa diffusa miscela di stoltezza e odio non nasce solo dall’ignoranza e magari capiamo tutti più di quel che sembra. Nondimeno, ripeto, i migranti non esistono, non sono mai esistiti per la maggior parte degli abitanti di questo confuso e diviso paese, tranne che nel vocabolario da social o da frustrato sfogo al termine di una settimana deludente. Sì, questo è quel che credo fermamente. Che alla fine di tutto, non facciamo altro che giocare con le pa