Il ricercato numero uno
Storie e Notizie N. 1629
Ecco.
Ci siamo.
Tutto è compiuto.
D’accordo, non è la prima volta che capita.
E quando ci vuole, ci vuole.
Ovvero, laddove ci sia uno stramaledetto bisogno di vittorie da celebrare e illuminare nel bel mezzo della scena popolare, con l’insopprimibile governativo desiderio di distrarre i cittadini dai cattivi pensieri, non si può ignorare le occasioni più ghiotte.
Già, l’aggettivo è quanto mai calzante, perché si ha proprio l’impressione di trovarsi a una di quelle cene di fine anno, dove le cose non sono andate affatto bene, tutt’altro, ma non c’è niente di meglio di una grande abbuffata e, soprattutto, una bella bevuta per addormentarsi e dimenticare.
Almeno per una notte, ecco.
Nondimeno, siamo qui per raccontare e per chi come il sottoscritto vive alla perenne ricerca di narrazioni suggestive l’eventualità è altrettanto ineludibile.
Indi per cui, torniamo alla scena principale.
Ci troviamo in quel di Ciampino.
L’uomo sta per arrivare all'aeroporto.
Oramai, la sua apparizione è data per scontata.
È mattina, c’è il sole e l’inverno fa da cornice all’evento.
I flash delle fotocamere attendono ansiosi, così come i polpastrelli delle dita fremono in attesa di scattare la solita, storica istantanea da vendere al miglior offerente.
Perché il nostro è ricercato, oh, se lo è.
Possiamo anche dire che, più che mai in questo momento, è il più ricercato in assoluto.
Difatti, dall’istante che il nuovo governo si è insediato nel nostro paese, non è mancato giorno che il suo nome non venisse tirato in ballo.
Questo è il suo tempo, quello definitivo.
Lo ha sognato per decenni, tra un incubo e l’altro.
Chissà quante volte avrà rivisto la scena al riparo delle palpebre, a favore dell’unico spettatore concesso.
In breve, la sua coscienza.
Giacché, malgrado le apparenze possano clamorosamente contraddirmi, da qualche parte ce l’avrà anche lui, anche se non possiamo sapere con chiarezza in quali condizioni si trovi.
Perché diciamolo senza indugio, al bando gli equivoci.
Che non si affermi che da queste parti si covino intendimenti eversivi, o addirittura perdonanti a corrente alternata.
La vergogna delle sue azioni lo precede e non merita clemenza alcuna.
Il suo nome è associato a personaggi e concezioni della vita e delle persone a dir poco inquietanti.
Molto di ciò che lo riguarda è peso ingombrante sulla sua persona, ancor prima che qualsivoglia giudizio venga emesso.
L’organizzazione di cui non si scandalizza affatto di far parte si è macchiata di reati inqualificabili.
E non sarà certo la complicità e la protezione di qualche leader o paese straniero che riusciranno a render meno severo il verdetto della Storia.
Eppure, malgrado le ombre sulla biografia del famigerato protagonista di questo racconto non manchino, nel nostro paese – a dire il vero non mancano mai – gli ammiratori e i sostenitori.
Perché la nostra terra è fatta così.
Trattasi di nazione ancora oggi in buona parte composta da cittadini fan ed eterni adolescenti, creature senza memoria e malate di incoscienza, ebbre di ignoranza e votate all’adorazione del tizio di turno esaltato dalle luci della ribalta.
Non importa chi, figuriamoci cosa abbia fatto ieri.
Vale solo l’oggi, adesso, e sbrigati a finire, che tra poco sarà passato.
Ecco, quindi.
Ci siamo, anzi, risiamo.
L’uomo è giunto, il più ricercato è arrivato.
Via con le foto e i titoli già pronti.
L’eroe ministro ha vinto ancora...
Iscriviti per ricevere la Newsletter per Email
Seguimi anche su Facebook, Instagram, Twitter
Ecco.
Ci siamo.
Tutto è compiuto.
D’accordo, non è la prima volta che capita.
E quando ci vuole, ci vuole.
Ovvero, laddove ci sia uno stramaledetto bisogno di vittorie da celebrare e illuminare nel bel mezzo della scena popolare, con l’insopprimibile governativo desiderio di distrarre i cittadini dai cattivi pensieri, non si può ignorare le occasioni più ghiotte.
Già, l’aggettivo è quanto mai calzante, perché si ha proprio l’impressione di trovarsi a una di quelle cene di fine anno, dove le cose non sono andate affatto bene, tutt’altro, ma non c’è niente di meglio di una grande abbuffata e, soprattutto, una bella bevuta per addormentarsi e dimenticare.
Almeno per una notte, ecco.
Nondimeno, siamo qui per raccontare e per chi come il sottoscritto vive alla perenne ricerca di narrazioni suggestive l’eventualità è altrettanto ineludibile.
Indi per cui, torniamo alla scena principale.
Ci troviamo in quel di Ciampino.
L’uomo sta per arrivare all'aeroporto.
Oramai, la sua apparizione è data per scontata.
È mattina, c’è il sole e l’inverno fa da cornice all’evento.
I flash delle fotocamere attendono ansiosi, così come i polpastrelli delle dita fremono in attesa di scattare la solita, storica istantanea da vendere al miglior offerente.
Perché il nostro è ricercato, oh, se lo è.
Possiamo anche dire che, più che mai in questo momento, è il più ricercato in assoluto.
Difatti, dall’istante che il nuovo governo si è insediato nel nostro paese, non è mancato giorno che il suo nome non venisse tirato in ballo.
Questo è il suo tempo, quello definitivo.
Lo ha sognato per decenni, tra un incubo e l’altro.
Chissà quante volte avrà rivisto la scena al riparo delle palpebre, a favore dell’unico spettatore concesso.
In breve, la sua coscienza.
Giacché, malgrado le apparenze possano clamorosamente contraddirmi, da qualche parte ce l’avrà anche lui, anche se non possiamo sapere con chiarezza in quali condizioni si trovi.
Perché diciamolo senza indugio, al bando gli equivoci.
Che non si affermi che da queste parti si covino intendimenti eversivi, o addirittura perdonanti a corrente alternata.
La vergogna delle sue azioni lo precede e non merita clemenza alcuna.
Il suo nome è associato a personaggi e concezioni della vita e delle persone a dir poco inquietanti.
Molto di ciò che lo riguarda è peso ingombrante sulla sua persona, ancor prima che qualsivoglia giudizio venga emesso.
L’organizzazione di cui non si scandalizza affatto di far parte si è macchiata di reati inqualificabili.
E non sarà certo la complicità e la protezione di qualche leader o paese straniero che riusciranno a render meno severo il verdetto della Storia.
Eppure, malgrado le ombre sulla biografia del famigerato protagonista di questo racconto non manchino, nel nostro paese – a dire il vero non mancano mai – gli ammiratori e i sostenitori.
Perché la nostra terra è fatta così.
Trattasi di nazione ancora oggi in buona parte composta da cittadini fan ed eterni adolescenti, creature senza memoria e malate di incoscienza, ebbre di ignoranza e votate all’adorazione del tizio di turno esaltato dalle luci della ribalta.
Non importa chi, figuriamoci cosa abbia fatto ieri.
Vale solo l’oggi, adesso, e sbrigati a finire, che tra poco sarà passato.
Ecco, quindi.
Ci siamo, anzi, risiamo.
L’uomo è giunto, il più ricercato è arrivato.
Via con le foto e i titoli già pronti.
L’eroe ministro ha vinto ancora...
Iscriviti per ricevere la Newsletter per Email
Seguimi anche su Facebook, Instagram, Twitter