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Visualizzazione dei post da luglio, 2019

Le pagine perdute

Storie e Notizie N. 1658 Questa storia scaturisce da un pomeriggio di qualche mese fa. Ero in ritardo, camminavo di fretta, e quando ciò accade tendo a chinare il capo verso il basso, sul marciapiede, spinto a farlo dal timore di inciampare o, al peggio, cadere. Non mi è mai piaciuta la fretta e, da quando ho memoria, mi sforzo di muovermi da casa in tempo, in modo da godermi il bello di ogni viaggio. Leggi pure come i numerosi doni che ci attendono lungo il tragitto tra la partenza e l’arrivo. Ebbene, quel giorno, iniziai a notare in terra le pagine di un libro. Erano sparse una dopo l’altra, alcune le notai sotto un'auto parcheggiata e altre ancora erano finite in un cespuglio. Per quanto fossi atteso, mi presi un pugno di secondi per osservarne una da vicino. Mi accovacciai e mi accorsi che la carta era ingiallita, quindi invecchiata. Non conoscevo il titolo del romanzo, che campeggiava in alto, ma non è importante, qui. Ovvero, lo è immensamente, ma per me, lo tengo per me, spe

La favola del voto ai più giovani

Storie e Notizie N. 1657 C’era una volta un paese. Che potreste chiamare anche Stato o Nazione. Repubblica e democrazia. Nondimeno, avvalendovi di espressioni come insieme di cittadini, o addirittura osando tirare in ballo la tanto sottovalutata comunità di individui, non sareste comunque in errore. Giacché stareste parlando sempre dello stesso concetto. Un luogo abitato da vite umane, la cui correlata esistenza è, nella fattispecie, regolata da una specifica modalità di governo. Che potreste chiamare anche gli amministratori della cosa pubblica, oppure coloro i quali siano stati deputati a rappresentare gli abitanti tutti, agevolandone le istanze e guidando la collettività verso una migliore qualità dell’esistenza. In ogni caso, sareste nel giusto. Poiché il compito e le responsabilità annesse sarebbero identiche: preservare con assoluta considerazione il presente di un popolo, lavorando alacremente per garantirne il futuro. Presente e futuro, ecco dove auspicavo questa breve storia c

Chi volete libero?

Storie e Notizie N. 1656 Immagina una piazza. Un luogo contraddistinto da un pavimento appesantito nel tempo da passi che marciano o indifferentemente sostano. Uno spazio, malgrado tutto, intriso di bellezza e cultura, tradizioni e folclore, ma al contempo pervaso da una quasi congenita inclinazione a veder tali doni, peraltro solo ereditati, come qualcosa da nascondere e sotterrare a costo di contribuire al loro deperimento, invece di considerare le innumerevoli possibilità di arricchimento tramite ciò che ci venga regalato da lontano. Adesso figurati con me le persone, i cittadini, o la gente, come si ama dire oggigiorno, succedersi in siffatto luogo nell’arco di un secolo. Esattamente dal 1919 a oggi. Cento anni dopo, come è d’abitudine avendo a che fare con il più beffardo dei destini, la storia talvolta si ripete in modo dissimile, ovvero opportunamente camuffato, eppur uguale. D’altra parte, trattasi di simbolica allegoria ben più antica, dalla quale avremmo dovuto tutti trarne