Post

Visualizzazione dei post da luglio, 2016

A presto

Come di consueto, il blog chiude per l’estate. Anche quest’anno, da settembre scorso a oggi, ne abbiamo lette di notizie, voi ed io. Non sempre, perché anche la condivisione sul web è ormai un meccanismo come un altro, ma talvolta abbiamo scelto. La notizia, come la storia a cui dare maggior risalto. Perché qualcosa, dentro, guidava le nostre dita sul mouse o sulla tastiera di turno. Di morti ce ne sono stati tanti, troppi. Di morti ignorati e sottovalutati, addirittura di più. E di gesti di un’umanità inaspettata, una quantità sorprendente. Al punto da ritenerli improbabili. Figuriamoci degni della prima pagina. Nondimeno, qui, ora, pure in questo spazio del quale tutti noi siamo partecipi, finché il respiro lo permette abbiamo la possibilità di decidere. Cosa guardare e per cosa lottare. Cosa ricordare. E cosa approfondire. Nessuno di noi nasce semplice utente e silente lettore, passivo mipiacitore e fedele fan, puntuale indossatore di avatar ad hoc e assiduo condivisore di trend più

La corsa di Mangar Makur Chuot e i suoi frammenti

 Storie e Notizie N. 1377 Mangar Makur Chuot è partito dal Sudan da bambino, dopo che il suo papà era stato ucciso durante la guerra civile quando aveva solo quattro anni. Ne ha trascorsi almeno otto in un campo profughi in Kenya. Quindi la svolta, il giorno in cui gli è stato concesso asilo in Australia. Il paese per il quale correrà alle prossime olimpiadi… Eccola, la metafora. E’ tutta lì. Una corsa. Tante corse. Tutte le corse di ciascuno di noi, intrecciate l’una nell’altra, con le velocità più disparate. Gente che sfreccia, gente che cade, gente che arriva prima ed esulta con garbo o non esulta affatto, colpevolmente ignara della propria fortuna. Gente che perde. Quasi tutti, del resto. La tanto sottovalutata maggior parte. Perché solo il primo vince, lo sappiamo tutti, eppure capita spesso che il secondo e perfino il terzo e il quarto si voltino indietro. Guardando tutti gli altri con un patetico senso di superbia. Nondimeno, trattandosi di metafora, in tale immenso e confuso gr

Puglia scontro fra treni: incidente in casa Rossi

 Storie e Notizie N. 1376 Siamo sempre tutti sul pezzo, in punta di notizia, sulla cresta dell’onda anomala. In breve, immancabilmente, sull’emergenza. Allorché la frittata sia ormai fatta. E’ questo il perenne, italico racconto. Allora, immaginiamone lo svolgimento a misura di una nostrana famiglia come tante… Ultime notizie. Grave incidente in cucina, a casa Rossi. I fratellini, Giulio e Mattia, hanno fatto cadere in terra l’ultima cosa che dovrebbe cadere in terra. Una bottiglia d’olio. Piena fino all’orlo, per giunta. E, sempre per giunta, i due scellerati hanno anche camminato impunemente sulla densa macchia sul pavimento, diffondendo nel resto dell’appartamento appiccicose tracce di unto e pericolosi frammenti di vetro. Il sottoscritto, gatto siamese domestico unicamente prima dei pasti e il collega canarino dalla postazione sopraelevata, sistemato – a mio modesto parere – troppo in alto, siamo qui, sulla scena, a raccontarvi l’ennesima sciagura. Non conosciamo ancora la reale di

Storie sull'ambiente: Il popolo del lago

 Storie e Notizie N. 1375 A causa dei cambiamenti climatici, provocati anche dal riscaldamento globale, il Lago Poopó, il secondo più grande della Bolivia, si è prosciugato del tutto a dicembre. Di conseguenza, la comunità indigena degli Uru-Muratos, vivendo essenzialmente di pesca, è stata costretta ad abbandonare le proprie case e diventare in pratica dei rifugiati. Non per un conflitto militare o una persecuzione, bensì il cambiamento del clima. Perdendo così di fatto la propria identità, perché da migliaia di anni gli Uru-Muratos erano chiamati con un altro nome. Il popolo del lago… C’era una volta. Così iniziano le storie, tutte, anche quelle che hanno dimenticato. Che qualcosa c’era. Una volta. Il bosco, si diceva spesso c’era una volta in un bosco, rammenti? Il luogo è fondamentale. Dev’esserci, altrimenti non sappiamo dove guardare. Dove immaginare. Già, immaginare è tutto, ma occorre un riferimento. Un posto riconoscibile e, preferibilmente, che abbia senso per tutti. A presci

Storie di razzismo in Italia: esiste un luogo

Storie e Notizie N. 1374 Emmanuel Chidi Namdi , un richiedente asilo nigeriano, è stato picchiato a morte dopo aver tentato di difendere la moglie da un aggressione razzista da parte di un estremista di destra a Fermo. Esiste un luogo . So che esiste. E anche tu lo sai. Esiste un luogo dove un uomo viene ucciso per il colore della sua pelle , punto. Senza ulteriori parole, chiacchiere, o addirittura menzogne. Un luogo dove il colpevole è l’ assassino . Ma non è il solo. Lo è anche chi ogni giorno sfrutta e offende, abusa e manipola, per il solo personale tornaconto o anche unicamente per un semplice sfogo del momento, le carnagioni sulla carta, anzi, sulla pelle, più vulnerabili. Insieme al marrano e tutti costoro, sono colpevoli pure quelli che non fanno nulla per opporsi, vedi il famigerato silenzio dei buoni . E lo sono forse anche di più quelli che fingono di fare qualcosa, con il solo scopo di continuare ad approfittarsi del caso a loro favorevole. Perché

Storie di guerra in Iraq: rapporto Chilcot ultima possibilità

Storie e Notizie N. 1373 Durante la conferenza stampa in occasione dell’inchiesta sulla guerra in Iraq condotta da John Chilcot, quest’ultimo ha dichiarato poco fa che la soluzione militare non era affatto l’ultima disponibile e che l’allora primo ministro britannico Tony Blair esagerò le motivazioni per l’intervento del 2003. Tutto questo a tredici anni dalla guerra che, secondo Iraq Body Count, provocò durante l’invasione la morte di 7.500 persone solo per quanto riguarda i civili, fino ad arrivare a più di 600.000 nel 2006 per la rivista The Lancet. Tutto questo nei giorni in cui gli attentati a Baghdad hanno causato la cifra record di 250 morti, tra cui molti bambini. Tutto questo e molto altro. L’ultima possibilità. Eccola, l’ultima. Ecco cos’è, l’ultima possibilità. E’ come un punto cardinale, una costante, un segno sulla via che definisce noi. Come l’orizzonte che tutti, volenti o nolenti, possiamo al meglio immaginare. E allora, stabilito il fulcro della storia, decise le regol

Donna messicana muore a 117 anni senza certificato: quelli che aspettano

Storie e Notizie N. 1372 Trinidad Alvarez Lira è morta lo scorso mercoledì a 117 anni, dopo aver atteso senza fortuna di ottenere la prova di esser nata nel 1898, in modo che potesse ricevere ogni beneficio per l’anzianità. Tuttavia il fatidico certificato di nascita le è stato recapitato solo ore dopo il suo decesso… Che volete farci. Capita, davvero. Capita molto di più di quel che crediate. Che quelli che aspettano si stanchino e vadano oltre. Tu arrivi fingendoti trafelato o chiedendo venia per il ritardo con posticcia cenere sul capo e la scena è sempre la stessa. Una stanza vuota, un marciapiede vuoto, uno spazio vuoto nel vuoto. Peccato per lei, mi dispiace per lui, ti dici. E ti sbagli, caro amico dal personalissimo concetto del tempo. Il peccato è tutto tuo. Sai? Non hai idea di quanti ne incontriamo, noi altre, lungo il viaggio. Incorreggibili compagni di quest’ultimo, malati di una quanto mai perniciosa lentezza nel riconoscere l’ovvio. Cento e diciassette anni, hai presente