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Banca del Vaticano licenzia Romeo e Giulietta

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Storie e Notizie N. 2254 Guarda e ascolta il video podcast su Youtube Ascolta il podcast su Spotify , Apple , Audible , Youtube Music C’erano una volta Romeo e Giulietta. Non gli sfortunati amanti della celeberrima opera di William Shakespeare. Ma è così che la stampa li ha chiamati . Forse perché è stato ugualmente l’amore che li unisce a condannarli a un finale in parte triste, malgrado imparagonabile a quello della famosa coppia letteraria. Nondimeno, facendo un quanto mai prudente omaggio alla nota tragedia del grande drammaturgo inglese, proviamo a raccontare tale recente vicenda come se fosse una storia. D’altronde, è pratica abituale da queste parti. Per farlo, mettiamoci nei panni dei nostri, ovvero in uno di entrambi. Voi amate qualcuno, è capitato. Avete scelto di farlo, o meglio, qualcos’altro l’ha fatto per voi. Alcuni insistono ancora oggi a chiamarlo cuore, malgrado la tecnologia stia sempre più razionalizzando ogni bit della nostra adorabile imprevedibilità. La buona

Uccidere squali o vivere con loro: la storia di Michel

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Storie e Notizie N. 2253 Guarda e ascolta il video podcast su Youtube Ascolta il podcast su Spotify , Apple , Audible , Youtube Music Ebbene sì, anche questa è una storia vera e non è ancora finita, per mia fortuna. Mi chiamo Michel, vivo in un piccolo villaggio di pescatori sulla costa sud-occidentale del Madagascar e un tempo ero un assassino. Non un killer di quelli dei film, perché non uccidevo esseri umani, ma spegnevo vita e dal punto di vista della natura non vi è molta differenza. La prima volta che mi sono trovato faccia a faccia con uno squalo era morto. Avevo 18 anni e avevo iniziato a pescare a 16. Pescatori è quello che siamo, ci serve per sopravvivere. Questo è ciò che ci viene insegnato fin da piccoli. Questo è quello che siamo. Se ci pensate, è ciò che accade a ciascuno di noi ovunque e in ogni epoca sin dalla nascita. Ma tutti noi non siamo solo quel che ci viene detto finché non lo scopriamo. A 18 anni ho catturato assieme ai miei compagni il mio primo squalo, co

Se muore un lago è come se morisse l'anima di un popolo

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Storie e Notizie N. 2252 Guarda e ascolta il video podcast su Youtube Ascolta il podcast su Spotify , Apple , Audible , Youtube Music C’era una volta un lago. Mentre il ciclone Boris sta flagellando anche il nostro Paese dopo aver colpito parte dell’Europa, come se per alcuni entrambe le vicende non fossero in alcun modo collegate, ripeto, c’era una volta un lago in Bolivia, dal nome bizzarro qualora udito dalle nostre parti: Uru Uru . C’era una volta tale lago per davvero, quando questa meraviglia posta sugli altipiani della Bolivia a più di tremila metri era vasta almeno duecento chilometri quadrati. All’epoca del suo maggior splendore, nel secolo scorso, ospitava una quantità enorme di pesci e la presenza di ben settantasei specie di uccelli. Tutto ciò era fonte di vita per migliaia di persone e l’acqua era così pulita da poter essere addirittura bevuta. Oggi, tutto è cambiato, ma ci arrivo. Vi chiedo solo di fermarvi un istante, di chiudere gli occhi e di figurarvi nella ment

Nei panni del cacciatore

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Storie e Notizie N. 2251 Guarda e ascolta il video podcast su Youtube Ascolta il podcast su Spotify , Apple , Audible , Youtube Music C’era una volta un cacciatore. Ovvero, mettiamo che quest’ultimo sia colui che qui scrive e racconta. Immaginiamo che sia uno di quelli esperti e con tanti anni alle spalle passati a imbracciare il fucile e a impallinare animali. Figuriamoci che sia arrivato al punto in cui non riesca a provare più alcuna empatia verso le creature a cui tolgo la vita. Altrimenti, sarebbe impossibile essere me, non credete? Ora, nei panni di costui, leggo le notizie di oggi e vengo a sapere che la Regione Abruzzo intende abbattere più di 400 tra cervi e cerbiatti e che per il periodo di caccia garantisce 50 euro per ogni cucciolo ucciso e 250 euro per i maschi adulti. Il tutto perché danneggiano l’economia agricola e le colture locali. Immaginiamo che il sottoscritto non viva in Abruzzo e che in questo momento abbia particolarmente bisogno di aumentare le sue entrate

Quelli di lato o nell’ombra

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Storie e Notizie N. 2250 Guarda e ascolta il video podcast su Youtube Ascolta il podcast su Spotify , Apple , Audible , Youtube Music Vorrei ripartire con la storia di Tamara Davison di cui ho letto poco fa. Tamara lavora come safety diver, ovvero addetta alla sicurezza dei sommozzatori apneisti, a Dahab, in Egitto. Il suo team si occupa di intervenire tempestivamente e con estrema professionalità, spesso anche loro in apnea, per soccorrere gli atleti che si impegnano in immersioni sempre più difficili con il passare del tempo. L’anno scorso, assieme a una decina di altri membri del suo team, ha salvato la vita a Gary McGrath, detentore del record britannico di immersione in apnea, avendo raggiunto ben 112 metri di profondità. Quel giorno, a soli 12 metri dalla superficie, Gary è svenuto e più tardi si è risvegliato al sicuro, coccolato e rassicurato dalla squadra di Tamara. Tutto ciò mi ha fatto venire in mente l’introduzione di un libro che lessi credo una decina di anni fa. In

Cosa non sanno gli indigeni

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Storie e Notizie N. 2249 Guarda e ascolta il video podcast su Youtube Ascolta il podcast su Spotify , Apple , Audible , Youtube Music Questa è una storia vera. La parola indigeno letteralmente vuol dire nativo e originario del luogo. Tuttavia, nell’accezione di molti, da tempo ormai, trova maggiore diffusione una definizione errata e fuorviante nata come sinonimo del termine: membro di popolazioni primitive, o comunque incivili e rozze. In un’altra, per quanto imprecisa parola, selvaggio. Sarà. Sarà che per ciò che ho visto nella mia vita fin qui, se penso a persone incivili e rozze, non mi vengono in mente le suddette popolazioni primitive, bensì l’opposto. Ma sono punti di vista, ecco, perché si era parlato di una storia vera. C’era una volta la tribù dei Mashco Piro, che vive nella foresta Amazzonica su territorio peruviano. Sono considerati il popolo incontattato più numeroso al mondo, con una popolazione di oltre 750 persone. Di recente sono saliti agli onori della cronaca

Gli anni rubati e il dono del tempo

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Storie e Notizie N. 2248 Guarda e ascolta il video podcast su Youtube Ascolta il podcast su Spotify , Apple , Audible , Youtube Music “Nulla può compensare gli anni che i talebani hanno rubato alle ragazze e alle donne afghane, compresa me”, ha dichiarato di recente Hasina, una studentessa afghana che come molte altre migliaia è stata costretta a lasciare il suo Paese per andare in Iran e continuare gli studi, peraltro a un costo molto elevato e con enormi sacrifici dei suoi genitori. Mi dà molto da riflettere tale osservazione, che trovo assolutamente indiscutibile: Nulla può ricambiare il tempo che ci è stato sottratto. Dal destino, per chi ci crede, dal caso, o come spesso accade dai nostri simili. Per i loro interessi o capricci, a causa del loro odio o di semplice follia. Così, ripenso alla mia vita e a tutti i momenti che non avrò più indietro e mi dico che forse qualcosa si può fare. È ciò che qualcuno ha fatto per me. Non per compensare i vuoti nel passato. Quello, come de