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Visualizzazione dei post da ottobre, 2015

Storie di immigrati bambini: il rapitore di futuri

Storie e Notizie N. 1281 Germania, l’uomo che aveva rapito Mohamed , il bambino bosniaco richiedente asilo di 4 anni, ha confessato di averlo ucciso e di aver assassinato anche Elias , un ragazzino di 6 anni, scomparso a luglio nella città tedesca di Potsdam . Il mio nome è Mohamed e ho quattro anni. Questo è il mio futuro . L’alba che verrà, malgrado tutto. E il tramonto che la seguirà, a dispetto del niente. Ricorda molto il mio passato . Lì dove tutto è ancora possibile. Disegnare la via che conduca in cima. Poco importa il nome della vetta. Non conta quale frammento di mondo sovrasti. Ciò che vale davvero è che una volta in piedi, con la bandierina sventolante in mano a prender fiato e soddisfazione, non sarò solo. I giorni alle spalle sono pochi, se li guardi da lassù. Tutt’altro che scintillanti di gaudio e levità. Ma era un inizio. Da qualche parte si deve pur cominciare. Partire . Non conta affatto la scenografia allo sparo dello starter. Poco importa se tu

Favole Gender a scuola: la vera storia

Storie e Notizie N. 1280 C’era una volta una scuola perfetta. Perfetta perché aveva bandito una volta per tutte ogni traccia gender all’interno del proprio plesso. Plesso scolastico, che avete capito? Non confondiamo, cribbio. Nella scuola perfetta, che poi se lo diceva da sola, c’era il preside perfetto. E anche lui in fatto di modestia non scherzava, ecco. Nella scuola perfetta con il preside perfetto, alla faccia della modestia, avevano deciso di assumere lui, il maestro perfetto. Cioè, questo era il suo sogno e dopo un’accesa sequela di colloqui era riuscito a esser scelto tra i tanti. Desiderosi di esser tali. Perfetti. Dopo aver ricevuto un formale in bocca al lupo dal preside perfetto, il maestro perfetto entrò nella classe perfetta della scuola perfetta. La classe perfetta, a una prima occhiata, appariva come molte altre. I banchetti, le seggioline, le finestrelle e la cattedrina , non so se si dica così, ma ci sta, dai. Ci sta. E poi c’erano loro. Le fragil

Storie di bambini: il prima più importante

Storie e Notizie N. 1279 Negli USA, mentre il padre dormiva nel proprio letto, a soli due anni un bambino è morto dopo essersi sparato accidentalmente con la pistola del genitore. Questa storia è per lui, per lei. E soprattutto per te… C’era una volta il prima . Il prima più importante. C’è sempre. C’era, ahinoi. Ahi qualcun altro e maledetti noi. Prima di premere il grilletto ? Già, forse, è probabile. Un pensiero, sotto forma del ricordo di un ammonimento prezioso. Non toccare, non toccarla mai. Lei . Ahi lei e più che mai maledetta lei. Il più importante? No, cerchiamo, coraggio, non accontentiamoci. Prima di aprire il cassetto di papà ? Magari, può essere. Il pensiero di cui sopra, ma anche una benedetta distrazione. Una melodia alle spalle, un gioco più interessante o anche solo un tornare indietro. Esattamente a quel che stavi facendo. Prima . Non fa una grinza, è chiaro, liscio come lo scivolo al parco. Tra tutti il più importante? Non mi sembra, andiamo

Buonanno pistola in diretta: storia dell’ombrello

Storie e Notizie N. 1278 L’onorevole – il “si fa per dire” è d’obbligo – Gianluca Buonanno , eurodeputato della Lega Nord, per difendere il presunto diritto dei cittadini ad armarsi si è presentato in diretta con una pistola . Da cui la storia… C’era una volta un paese. Un paese come molti, ma anche solo uno. Tu sai chi e tu forse no. Il paese come molti, ma anche solo uno, tu sai chi, tu forse no, era detto il regno del sole . Perché c’era sempre il sole? No, perché lo sanno anche gli ornitorinchi mancini che non c’è alcun luogo dove ci sia sempre il sole, fuorché il sole stesso. E se lo sanno pure gli ornitorinchi mancini, che sono delle zappe indescrivibili, traete pure le vostre conclusioni. Il paese come molti, ma anche solo uno, eccetera, era detto il regno del sole perché c’era il sole, tutto qui. In cielo, almeno una volta al giorno, non tutti, d’accordo. Spesso, ecco. Poi arrivava la notte e tutti a dubitare della luce. Come se al tramonto il sole morisse davv

Storie di guerra: gli uccisi per errore

Storie e Notizie N. 1277 A Gerusalemme, da qualche parte, dove si racconta la Storia . Dall’alto. Molto in alto. Dove le cose del mondo devono necessariamente. Risultar piccole. E confuse. “Un uomo è stato ucciso”, fa la voce che ha visto . “Che uomo?” chiede la voce che scrive . “Un palestinese”, risponde l’altra. “Un palestinese è stato ucciso”, scrive la seconda. “Un palestinese è stato…” si accinge ad annunciare la voce che diffonderà , prima di venire interrotta. “Fermi tutti”, fa la voce che ha visto , “si tratta di un eritreo .” “Cosa scrivo, allora?” domanda la seconda voce. “Cosa diffondo, quindi?” chiede la terza. “ Eritreo ucciso per errore ”, risponde la prima. “Eritreo ucciso per errore”, ripete la voce che scrive . “Un eritreo è stato ucciso per errore”, echeggia la voce che diffonderà . “Un altro uomo è stato ucciso”, informa poco dopo la voce che ha visto . “Che uomo?” la interroga la voce che scrive. “Un palestinese”, risponde la prima voce. “Se

Il ladro ucciso e il pensionato assassino: uno di noi

Storie e Notizie N. 1276 Leggo che il recente aggiornamento delle indagini contraddice quanto raccontato da Francesco Sicignano , il pensionato che ha assassinato il giovane con un colpo dritto al cuore. Non in camera da letto, come ha dichiarato l’omicida, bensì quando la vittima era sulle scale, all’esterno dell’appartamento. Indi per cui il " ladro " è deceduto ancora prima di aver commesso effrazione, furto e quant’altro, prima ancora di esser definibile tale. Ladro. Nondimeno, in tempi assai sospetti, i soliti nordici baluardi dei confini condominiali hanno subito approfittato del facile cadavere e i valorosi concittadini di Vaprio d’Adda, in provincia di Milano, sono sfilati prontamente sotto il balcone dell’eroico proprietario al caloroso grido di " sei di uno di noi ". C’era una volta una partita. No, è un film. Anzi, scusa, è una danza. Perdona la confusione, davvero, non è colpa mia. E’ la storia che è un pasticcio. Come una strada che ovu

Alieni esistono ecco prove della nana rossa

Storie e Notizie N. 1275 Non sono una stella e non ho mai aspirato a tanto. Malgrado, talvolta, refoli di luce li doni anch'io. Sono un’aliena. Lo so bene e, laddove lo dimenticassi, c’è sempre qualcuno dietro l’angolo. Pronto a rammentarmelo. Ci tengo. Ci tengo a dirlo. Che l’universo intero benedica le nane rosse . Intendo le stelle, è ovvio. Per quanto non disdegni affatto le fanciulle di modesta altezza e vermiglia chioma. Ci tengo. Ci tengo a dirlo anche questo. Tuttavia, è per uno di quei giganteschi astri che son qui, oggi, a incidere il bianco della pagina. D'altra parte, hai voglia a dire nana, poiché sempre di una stella stiamo parlando, mica un qualsiasi asteroide signor nessuno ma pieno di boria. Ci tengo. Ci tengo a rammentarlo che tutto è relativo, anche per le nane. Perché c’è sempre qualcuno più nano di te , disse un giorno il quark all’ atomo . Ad ogni modo, dimenticavo i fondamentali: l’indispensabile introduzione chiarificatrice. La nana

Storie di immigrati: I migranti e l’orso polare

Storie e Notizie N. 1274 Decisi ad attraversare l’Eurotunnel e raggiungere il Regno Unito, quattro uomini sono saliti su un camion a Calais, in Francia, e si sono trovati di fronte un orso polare in gabbia. Uno di loro è fuggito, mentre i tre rimasti sono stati poi intercettati e arrestati . L’animale, di nome Nissan , è giunto in seguito a destinazione, il parco naturale dello Yorkshire, per unirsi ad altri due orsi, Victor e Pixel. Ai quali pare abbia raccontato la seguente storia… C’erano una volta tre migranti. I tre migranti erano in realtà quattro. Anzi, a dirla tutta, non ho idea se fossero migranti . O in qualsiasi altro modo gli umani amino chiamarsi l’un l’altro. Distinguersi. Al peggio, allontanarsi. Quattro di loro son saliti. E solo tre son rimasti. Peccato, pensai. Chissà cos’avrebbe avuto da raccontare il quarto. Che volete farci. Come voi ben sapete, noi anime ingombranti, che si viaggia da un polo all’altro del pianeta solo contro voglia, siamo semp

Ecco come unioni civili diventano adozioni gay

Storie e Notizie N. 1273 C’erano una volta due amici. Anzi, inizia così: ci sono due amici . Ma non è una barzelletta. Uno dei due incontra l’altro, che sta leggendo il giornale. “Che fai?” “Leggo.” “Cosa leggi?” “La notizia sulla discussione in Senato riguardo alle unioni civili …” “Ah, le adozioni gay .” “No, macché, ho detto unioni civili , hai presente? Tutte quelle forme di convivenza fra due persone …” “Sì, ho capito, stai parlando di adozioni gay .” “Non è vero, quando l’hai sentito? Ho detto unioni civili , forme di convivenza legate da vincoli affettivi ed economici …” “Sì, certo, adozioni gay .” “Non ho detto adozioni gay!” salta su l’altro spazientito. “Ripeto, ho detto – facendo lo spelling - unioni civili , in altre parole forme di convivenza che non accedano volontariamente all'istituto giuridico del matrimonio …” “Chiaro, adozioni gay .” “Ma sei sordo o cosa?” esclama l’amico quasi in preda a una crisi di nervi. “Unioni civili, non sono parole diff

Storie di bambini: solo un bimbo 'disabile'...

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Storie e Notizie N.   1272 Ma tu guarda. Ma tu guarda un po’. Ma tu guarda un po’ se al giorno d’oggi vi debba spiegare le cose del mondo un undicenne che fa ancora la quinta elementare. No, dico, ci fate o cosa? Le storie, allorché si decida di raccontarle, vanno preparate un minimo. Ma tu guarda… E guarda : Cadono calcinacci in classe : “ due ” – ripeto – “ due ” bambini e una maestra feriti in provincia di Agrigento . Di cui uno disabile , nel testo del racconto. Intanto, qui si viola la prima premura per un narratore che pretenda assurgere a prosceni degni di vaste platee, ecco. Ma tu guarda un po’. Il titolo è importante, caro signor mio o gentile signora che dandoci di inchiostro e fantasia avete buttato in pasto alla rete la vostra visione. Peraltro approssimata visione dei fatti, giammai quelli che mi hanno visto diretto protagonista. Da cui, ma tu guarda. Guarda un po’. Quel che ho visto e vissuto io. Sì, perché l’unico bambino che sia rimasto ferito è il

Se il sindaco di Roma fosse una persona per bene

Storie e Notizie N. 1271 C’era una volta una città. Guarda, evitiamo polemiche. Un’ altra città. Agli antipodi dell’universo, dove vuoi, basta che non si possa tirare in ballo alcunché. Per trasformare il tutto nell’abituale quanto ormai stantia sequela di confusi intrecci semantici partoriti con delirante sintassi . In breve, chiacchiere . Immaginiamo che tale città sia come molte. Abitata da gente normale . Dove per definire normale basati pure su ciò che incontri ogni giorno sulla via, prigioniero del traffico, incolonnato in ogni tipo di fila, immerso in qualsivoglia raggruppamento berciante, dalla riunione di condominio all’assemblea sindacale. Figuriamoci che, malgrado la suddetta normalità del materiale umano in gioco, per una mera concomitanza di fortuite coincidenze venisse eletto sindaco una persona per bene . Come se ciò accadesse per errore, ecco. Ascolta, metti a freno le borbottanti eruzioni emotive. Intendo un altro, non lui . Un individuo oltre i confin

Krzysztof Charamsa il teologo gay e il coming out del futuro

Storie e Notizie N. 1270 Commentando la discussa rivelazione di Monsignor Charamsa sul proprio orientamento sessuale, lo scrittore Premio Pulitzer Michael Cunningham sostiene che “ la chiesa dovrebbe chiedere scusa al mondo ”. Quante altre scuse dovranno essere domandate e non solo dalla chiesa. Finché non si farà udire l’ennesimo coming out , forse un po' sui generis , di una voce come tante… Io confesso. Non sono migliore degli altri. Non sono migliore di me stesso e di tutte le posticce raffigurazioni, ben modellate o raffazzonate alla bisogna per via della fretta, che del sottoscritto vi ho venduto. Regalato e prestato. Imposto. Al peggio, lasciato alle spalle come briciole da raccogliere per caso. Ho vizi a iosa, sappiatelo fin da subito, laddove intendiate oltrepassare la rassicurante linea della semplice conoscenza. Di peccati ne penso mai abbastanza quanti ne compio. E ne compio mai a sufficienza quanti ne penserò nell’istante che seguirà. Ora. Anch