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Visualizzazione dei post da novembre, 2015

Siamo tutti topi

“ Chi minaccia un topo li minaccia tutti .” Come disse Giac a Gas quando a quest’ultimo fu mozzata a tradimento la coda dal vile Nazisilvestro , il cugino del più famoso felino, nero di vergogna e infamia piuttosto che di pelo, in una versione apocrifa di Cenerentola . Tutta la mia solidarietà e vicinanza a Daniele Barbieri , qui il suo messaggio.   Iscriviti alla Newsletter Altre da leggere : Subscribe to RSS headline updates from: Powered by FeedBurner

Storie sull'ambiente: il quesito di Borbolakiricokò

Storie e Notizie N. 1295 C’era una volta la conferenza sul clima . Capi ovunque. Di stato e di partito, di palesi come opportunamente tacite alleanze. Di metropoli invidiate e di paesini invidiosi. Anche solo capi. Ovvero teste . Coronate o meno. Gli ultimi ad arrivare furono loro. I due rappresentanti degli abitanti dell’isola di Borbolakiricokò , un uomo e una donna. “Non siete sulla lista…” li informò l’usciere all’ingresso dell’elegante sala scelta per la riunione. “Se è per questo non siamo neppure sulla mappa”, rispose l’uomo, un bassetto dalla carnagione olivastra, occhi azzurri a mandorla, capelli biondi rasta e pizzetto viola alla Johnny Depp versione punk. Un pot-pourri etnico, insomma. “Nondimeno, la signora al mio fianco è la regina di Borbolakiricokò e siamo qui perché abbiamo a cuore il pianeta terra.” L’usciere stava per liquidare i nostri, allorché la donna, un metro e novanta e cento chili diffusi senza risparmio, coda albina sul cranio lucido come uno

Storie di razzismo in Italia: vorrei un giorno

Storie e Notizie N. 1294 Leggo che in Emilia, Lombardia e altre città al nord sono state poste sagome tricolori di cadaveri e manifesti contro lo ius soli. Un giorno. Mi basterebbe un solo giorno. Un giorno in cui saremo tutti disabili . No, non diversamente abili , che è un tollerato eufemismo per evocare l’ennesima meraviglia umana. Disabili, intendo proprio disabili. Privi di abilità normalmente sprecate. Svilite quanto sottovalutate. Tutti ciechi , quindi. Benché per un solo giorno, tutti incapaci di accusare le carnagioni colpevoli. Tutti impossibilitati a stracciarsi le vesti innanzi agli abiti ritenuti scandalosi. E nessuno in grado di approfittare delle vulnerabili forme altrui per coprire ancora una volta l’inconfessata viltà. Tutti irraggiungibili dalle parole scritte rigorosamente voltando le spalle al cuore. Lontani dalle frasi deliranti disarcionate per ventiquattro ore dal sadico destriero che chiamiamo informazione, che non manca occasione di cavalcare

Storie di razzismo a scuola: Gli alieni

Storie e Notizie N. 1293 Ohibò . Questo ho esclamato dopo esser saltata sulla sedia leggendo l’ informativa sull’utilizzo dei dati personali di mia figlia e della nostra famiglia da parte della scuola che frequenta. D’accordo, noi siamo alieni . Ma questo non ci impedisce di saltare sulla sedia. Esclamare ohibò . E dirne due a chi di dovere, ecco. So cosa pensate. Ha fatto coming out , erroneamente detto outing . Ora lo sanno tutti che siamo alieni. E va bene, lo sanno tutti, che dobbiamo fare? Nasconderci? Confonderci, forse? Noi sappiamo quello che siamo. E’ proprio per questa ragione che sono saltata sulla sedia. E ho esclamato ohibò. Pare che nelle varie attività scolastiche – leggo testualmente - possono essere trattati dati sensibili relativi , tra le altre cose, alle origini razziali ed etniche, per favorire l'integrazione degli alunni con cittadinanza non italiana . Cavolo , ho pensato subito dopo aver esclamato ohibò . Ed esser saltata sulla sedia.

Il terrorismo e le vittime del giorno dopo

Storie e Notizie N. 1292 C’erano una volta gli attentati . Il terrorismo e le stragi . C’erano una volta gli assassini , o comunque tu preferisca chiamarli. Per giustificar la paura e l’odio. Bisogni, interessi e tutto quel che non confideresti neanche a tua madre. E poi ci sono loro. Le vedi, non puoi fare a meno di guardarle, le vittime . Soprattutto quelle che devono necessariamente. Esser viste. Finché la notte cali. Potrà capitare domani, il dì seguente, il successivo e alla fine arriva. Il maledetto giorno dopo. Il tempo delle altre . Le nuove vittime, diverse, quasi invisibili a occhio denudato. Di tempo e umanità. Così, a disordinata cascata, ci sono le vittime perché assomigliavano ai cattivi . E le vittime perché cercavamo i cattivi , ma che vuoi farci, abbiamo trovato loro . Ci sono le vittime sopravvissute alle vendette del giorno dopo della strage di prima . Perché no. Non ci eravamo affatto dimenticati di loro . Ci sono le vittime della pace donata

Storie di guerra: Non in mio nome a Roma per Parigi

Storie e Notizie N. 1291 Domani ci sarà una manifestazione a Roma. Leggo che “l'obiettivo è quello di condannare con forza la recente strage di Parigi, esprimendo il più profondo sentimento di vicinanza al popolo francese”. Non in mio nome, not in my name. Se oggi fossi credente, lo penserei. Forse lo sussurrerei. Magari lo direi anche. Di sicuro lo esclamerei se fossi di qualsivoglia fede, innanzi a coloro che usino quest'ultima per diffondere sfiducia, il proprio dio per vederlo azzannare quello altrui, i propri idoli per crocifiggere il presunto avversario. Not in my name, non in mio nome. Lo griderei a squarciagola ascoltando quelli che, come avvoltoi con il becco sempre puntato nelle zone più indifese della terra, non mancano di gettarsi a sbranare la temibile fiera disegnata dai signori della notizia. E mai sazi, son pronti ad azzannare qualunque preda che in qualche modo possa essere tirata in ballo. Nel piatto. Non in mio nome, not in my name. Pot

Storie di guerra: Adesso che facciamo?

Storie e Notizie N. 1290 I colpi hanno smesso di tuonare. Il sangue ha macchiato la via. E l’ottusa brutalità umana, altro che nera signora, ha mietuto altre vittime. “Adesso che facciamo?” chiede il bambino. La madre coglie le parole come un battito d’ali di farfalla agli antipodi, il proverbiale effetto per i terremoti di serie B. Ogni atomo che compone la donna è violentemente proteso verso il centro esatto del buco nero che ha ingoiato l’amore della sua vita. Ovvero l’altro . Beati coloro che possano agevolmente godere del più facile tra i rimedi al dolore. Assecondarlo del tutto. Affinché il fiume scorra e si riesca addirittura a immaginare di osservarne un giorno i riflessi da lassù. Oltre. Qualunque approdo che sia in qualche modo definibile lontano. Tuttavia, al netto di una indicibile tragedia, ci sono taluni che non hanno la medesima buona sorte, se così possiamo chiamarla. E il più assordante dei richiami li incatena alla terra. L’amore che sopravvive. Che

Su Parigi, la solidarietà, il senso di colpa e gli ipocriti

Perdonate se apro una parentesi tra una storia e l’altra, non è mia abitudine, ma stamane non ho potuto evitarlo. So che mi farò qualche nuovo nemico, che forse perderò qualche “mi piace” o iscritto, ma, come sempre, dico ciò che penso. La commozione e la solidarietà virtuali, le frasi a effetto, gli slogan suggestivi e i profili prontamente addobbati per l’occasione, non hanno a mio modesto parere nulla a che vedere con la sensibilità, l’empatia e l’amore per il prossimo. Come dicono in Scozia, è una stronzata. Fino a ieri, i francesi sono sempre stati sulle palle a molti, in Europa, italiani per primi, ma anche inglesi e americani oltreoceano, con il calcio, il vino o la moda a far da banale terreno di confronto. Altro che paragonabile vicinanza a un parente , come racconta Luca Sofri o il diritto alla leggerezza di cui parla Alessandro Gilioli riguardo al cane Diesel , citando due voci a caso che peraltro stimo. Sempre a mio umile avviso, costoro come altri dimostrano in

Allarme bomba oggi a casa del terrorista Calogero

Storie e Notizie N. 1289 C’era una volta una storia particolare. E, allo stesso tempo, non immaginate quanto sia. Comune. Il protagonista si chiamava Calogero , aveva la barba lunga e folta e gli occhi scuri. Perché così era suo padre. Calogero aveva la pelle olivastra. Perché tale era sua madre. Suo padre. E perfino suo nonno. Perché Calogero, sua madre, suo padre. E addirittura suo nonno. Erano siciliani. Calogero era sordomuto, ma questo è solo un particolare. Il nostro era da poco giunto in un tipico condominio di una comune cittadina abitata da persone normali. Ovvero, il tutto nella media. Tranne lui. Calogero, incredibilmente introverso e asociale, viveva da solo. E lavorava di notte in una pasticceria. Ma ne valeva la pena, perché per l’uomo quell’impastare e infarcire per ore e ore, mentre la maggior parte del palazzo dormiva, rappresentava il piatto mancante della bilancia. Donare dolcezza al prossimo dal tramonto all’alba, per colui che era assolutamen

Storie di guerra: attentato? La solita storia

Storie e Notizie N. 1288 C’era una volta una storia che si ripeterà. Vedrete, anche stavolta sarà così. Perché il film è quello, la sceneggiatura è sempre la stessa. Ecco perché il finale non cambia. Possono chiamare altri attori, inventare scenografie suggestive e giocare quanto gli aggradi con le parole. Lo spettacolo offrirà ogni volta il medesimo messaggio. Di guerra e pace . Democrazia e terrorismo . Il narratore dal palco più in alto urlerà a squarciagola, il volume della colonna sonora si farà insopportabile e tu non potrai fare a meno di ascoltare. Funziona, è prodotto che vende, perché rispetta la prima legge del racconto. La bugia migliore è quella che mescoli verità a finzione e così è per la buona storia come la cattiva notizia . E’ vero, la voce non mente, la democrazia è sotto attacco , altrettanto la pace . Non ci sono complotti celati, non ce ne sono più, oramai, se mai ce ne sono stati. Le risposte sono lì, basta guardare, avere il tempo di farlo. La

Storie di bambini: piccoli e mostri

Storie e Notizie N. 1287 In Germania la polizia ha rinvenuto i corpi senza vita di sette neonati in una casa a Wallenfels. La madre non è stata ancora trovata ed è ricercata… Di piccoli. Di sette piccoli. I magnifici , potenzialmente. I samurai , hai visto mai. E i nani , tra un libro illustrato e un film in 3D. Comunque vite. Brevi, indubbio. Ma chi l’ha detto che un racconto debba durare cent’anni per esser letto? Vissuto. Narrato nelle gelide notti dell’inverno in arrivo per far paura ai piccoli. Già, ai piccoli. Che, spesso, di mostri ne sanno più dei grandi. Di mostri. Di un mostro. Normale, potenzialmente. Inquietante, hai visto ora . E insospettabile, tra una pubblicità progresso e una fiction da prima serata. Comunque vita. Umana, sicuro. Ma chi l’ha detto che una persona debba avere artigli e denti aguzzi per azzannare? Divorare. E angosciare nelle colte tavole rotonde per far paura ai grandi. Già, i grandi. Che spesso di mostri ne sanno più dei pi

Storie sui diritti umani nel mondo: Regala diamante blu alla figlia

Storie e Notizie N. 1286 Il diamante " Luna Blu " è stato acquistato da un collezionista di Hong Kong, il miliardario Joseph Lau , per 48,5 milioni di dollari, uno dei gioielli più costosi della storia, per regalarlo alla figlia. La pietra proviene da una miniera del Sud Africa … Cara ragazza, ringrazia papà per il prezioso blu. Ti prego, fallo, rendi merito al genitore generoso. Non conta il valore del dono, come neppure il banale pensiero. Conta il gesto. Non quello di donare e basta. La vera magia è nel movimento della mano che ti porge il presente, quello inesistente del capo, da cui lo sguardo concentrato su di te, l’anima protesa sulla tua, la sola e unica ragione di tale affetto. Ringrazialo, come io stesso ho fatto ieri sera. Malgrado l’oggi e nonostante il domani. Perché l’acqua che mi ha portato alla fine della giornata era tutto quel che desiderassi. Tutta quella che avrebbe dovuto bere lui. E anche di più. Ringrazia il cielo o chi per lui

Storie di ragazzi difficili: io cammino

Storie e Notizie N. 1285 La scorsa notte un ragazzo di 14 anni, leggo con problemi di salute, è stato soccorso dagli agenti della polizia sul raccordo anulare, a Roma, mentre camminava da solo sulla corsia di sorpasso… Cammino. Anche ora, cammino. Accecato dall’assurda illusione. Di raggiungere la vita che corre. E addirittura superarla. Sono il ragazzo che disturba la normalità dell’attimo, dove tutto è concesso, purché nulla cambi davvero. E sono anche la ragazza che non riesci a raccontare, disegnare, men che meno fotografare. Perché poi la coscienza banna tutto e poi valla a spiegare, quell’assenza. Sono la donna ingombrante, l’eccesso fatta persona, sgradevole nell’aspetto quanto nel ricordo. Perché poi la memoria trascrive tutto e poi valla a spiegare, quella presenza. E sono l’uomo stonato nella melodia come nel testo, che vorresti maledettamente non aver mai incontrato. Amato. Anche solo guardato. Sono uno dei tanti a cui passi accanto, in un trascurabile fra