Storie di razzismo a scuola: Gli alieni

Storie e Notizie N. 1293



Ohibò.
Questo ho esclamato dopo esser saltata sulla sedia leggendo l’informativa sull’utilizzo dei dati personali di mia figlia e della nostra famiglia da parte della scuola che frequenta.
D’accordo, noi siamo alieni.
Ma questo non ci impedisce di saltare sulla sedia.
Esclamare ohibò.
E dirne due a chi di dovere, ecco.
So cosa pensate.
Ha fatto coming out, erroneamente detto outing.
Ora lo sanno tutti che siamo alieni.
E va bene, lo sanno tutti, che dobbiamo fare?
Nasconderci? Confonderci, forse?
Noi sappiamo quello che siamo.
E’ proprio per questa ragione che sono saltata sulla sedia.
E ho esclamato ohibò.
Pare che nelle varie attività scolastiche – leggo testualmente - possono essere trattati dati sensibili relativi, tra le altre cose, alle origini razziali ed etniche, per favorire l'integrazione degli alunni con cittadinanza non italiana.
Cavolo, ho pensato subito dopo aver esclamato ohibò.
Ed esser saltata sulla sedia.
Anzi, no, prima il salto e poi l’esclamazione.
Vorrei esser precisa.
Perché le parole, oltre a essere importanti, pesano.
A volte feriscono.
E spesso ti fanno cose che scopri solo col tempo.
Ecco perché ho pensato cavolo.
Qui c’è un errore.
Stiamo compiendo un madornale errore.
Se i dati sensibili e trattabili fossero stati relativi alle origini extraterrestri, per favorire l’integrazione degli alunni alieni, l’avrei capito.
Ma cosa sono le origini razziali?
Chi state integrando con chi?
E, per farlo, cosa avete bisogno di sapere?
Oltre al fatto di essere umani?

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