Decolonizzare l’Africa

Storie e Notizie N. 1632

Caro fratello bianco.
Dico a te, Luigi Di Maio.
Malgrado in tal modo mi possa macchiare della medesima approssimazione della quale spesso vi accuso, mi permetto di usare il riduttivo aggettivo quale specchio riflesso.




Indi per cui, è il tuo fratello nero che ti scrive.
Di recente, ti ho sentito parlare e son sobbalzato sulla sedia, cribbio.
Nel dettaglio, pare che tu abbia dichiarato ciò: "L'Europa deve avere il coraggio di affrontare il tema della decolonizzazione dell'Africa, che è la causa del mancato sviluppo degli Stati africani che noi dobbiamo lasciare in pace a casa loro e noi stare a casa nostra: per noi intendo Stati come la Francia che impediscono lo sviluppo e contribuiscono alla partenza di uomini che muoiono nel Mediterraneo."
Andavi bene, fratello, andavi così bene.
Che vuoi farci, il problema per voi altri è sempre stato con i pronomi.
Noi e loro, loro e noi, tra tutti.
Ovvero, a chi si riferiscono.
Difatti, sono sobbalzato ulteriormente quando hai aggiunto la frase per noi intendo Stati come la Francia che impediscono lo sviluppo e contribuiscono alla partenza di uomini che muoiono nel Mediterraneo.
Ecco, forse ho capito male.
D’altra parte, nella narrazione pubblica, io sono il selvaggio, l’incolto, e te sei il civilizzato, quello istruito, il laureato… no, questo no, ma tanto che importa? Tanto ormai ti hanno eletto, ai votanti non interessa, figuriamoci a te.
Dicevo, forse ho inteso male, e quando hai affermato che per noi intendi Stati come la Francia non volevi escludere l’Italia, giusto?
Non lo dici apertamente, ma non si tratta di un celato sottinteso, vero?
Vero?
Perché non è affatto vero, sai?
Ma ci arriviamo, su, non concentriamoci solo sulla Francia, e parliamone con più attenzione e dovizia di fatti, non chiacchiere.

Parliamo delle basi militari straniere in Africa. Parliamo di installazioni di soldati e mezzi da parte degli Stati Uniti e della Cina, della Russia e della Germania, della Turchia, dell’India e del Giappone, dell’Arabia Saudita e del Regno Unito.
Vogliamo continuare a parlarne o, per caso, devi scappare per un veloce briefing sul tema uno vale uno con Casaleggio, dove quell’uno prima era Grillo e ora è lui?
Parliamone, invece, coraggio.
Anzi, onestà.

Parliamo delle nazioni straniere che stanno pian piano sottraendo terra agli Africani comprandogliela sotto i piedi. Leggerai che tra i maggiori ladri di suolo e natura c’è anche il tuo paese, la patria del prima gli Italiani, così come ovviamente gli Stati Uniti del muro e l’Austria delle frontiere chiuse, il Brasile col presidente razzista e la Gran Bretagna che ha votato per isolarsi.
L’Italia agli Italiani, l’Africa agli Africani, Marte ai marziani e la luna ai lunatici, eccetera. Mica vi conviene, lo capisci?
Ti rendi conto che le aziende del tuo paese sono tra i maggiori investitori in Africa?

Solo nel 2016 l’Italia era al terzo posto in assoluto con 11,6 miliardi di dollari, dietro la Cina con 38,4 miliardi e gli Emirati Arabi con 14,9 miliardi.
E se investite, vuol dire che ci guadagnate, eccome se ci guadagnate.

Di petrolio e gas, tra tutte le ricchezze naturali, ve ne portate via in quantità, fratello.
E con cosa siete subito pronti a mostrarvi generosi?
Non appena vi accorgete che dalle nostre parti c’è aria di conflitto ecco che arrivate con i vostri doni.
Per la cronaca, a mero titolo di esempio, solo in Algeria tra il 2010 e il 2014 l’Italia ha venduto armi per 1,37 miliardi di euro.
Non siete i soli tra i colpevoli di tale infamia legalizzata. Questo è il punto, fratello mio, né voi e tantomeno la Francia.

Un recente studio della Banca Mondiale, chiamato The Changing Wealth of Nations 2018 (Evoluzione della ricchezza delle nazioni), ha mostrato prove evidenti dell’impoverimento dell’Africa per colpa dell’estrazione sconsiderata di minerali, petrolio e gas, agevolata dalle spietate politiche sulla restituzione dei prestiti esteri e sul rimpatrio dei profitti delle multinazionali, i quali rendono immutato il saccheggio dell’intero continente.
Vedi, la verità sull’Africa, in altre parole qualcosa che difficilmente diverrà popolare in questo momento storico, è che da secoli paesi stranieri come la Francia, ma anche gli Stati Uniti, la Gran Bretagna, ma pure la Cina e il Belgio, la Spagna e il Portogallo, la Germania e anche l'Italia si recano in qualità di Stati, società, o semplici individui, quotidianamente da noi per derubarci delle nostre risorse senza restituire alcunché del bottino per lo sviluppo del continente, lasciando alle spalle guerre, miseria e inquinamento.
Caro fratello, il paradosso di questa assurda realtà in cui tu sei vice premier e io sono lo straniero è così enorme e ingombrante che se anche per i prossimi duecento anni noi africani potessimo andare ovunque nel mondo senza trovare opposizione alcuna - al contrario ricevendo accoglienza totale e comitati di benvenuto - anche in quell’inverosimile caso non saremmo neanche lontanamente pari...


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