Cardinale Sepe e Don Gallo due preti a confronto

 
Storie e Notizie N. 207

Il Cardinale Crescenzio Sepe è indagato per corruzione.
E non poteva non giungere la stima e la solidarietà del Vaticano.
Quelli della piena fiducia senza se e senza ma a tutti gli amici inquisiti o condannati non si sono inventati nulla.
Tuttavia, non sono qui per puntare il dito sul prelato.
Qualcuno, riguardo al mio pezzo sul caso di cocaina nell’UDC, mi ha accusato di sciacallaggio e non voglio offrire alcuna sponda a qualche altro furbino per aggirare il problema.
Quale problema?
Lascio a voi la scelta.
Quello che farò è semplicemente mettere a confronto le vite di due uomini.
Due preti della stessa chiesa.
Nessuno di noi qui ha il diritto di giudicare, a parte la magistratura.
Ma farsi un’opinione basata sui fatti è fondamentale…

La Storia:

C’erano una volta due uomini.
Uno si chiamava Crescenzio e l’altro Andrea.
Quest’ultimo nacque a Genova nel luglio del 1928.
Il secondo viene al mondo anni dopo, nel giugno del ’43, a Carinaro, in provincia di Caserta.
Andrea fu subito attratto dalla vita spirituale di Don Bosco, entrando a far parte del noviziato salesiano all’età di vent’anni.
Anche Crescenzio sentì la vocazione religiosa e a ventiquattro anni venne ordinato presbitero.
Nel 1953 Andrea ne aveva venticinque e chiese di essere trasferito in qualche missione, per dare un senso più forte al suo cammino di fede.
Fu infatti in Brasile che concluse gli studi teologici ma fu costretto a tornare in patria a causa della dittatura. Divenne così anch’egli presbitero nel luglio del 1959.
Crescenzio fece subito carriera.
Dopo aver prestato servizio come docente, nel 1972, a ventinove anni, fu ammesso nel Servizio diplomatico della Santa Sede, destinato alla Rappresentanza Pontificia in Brasile.
Come dire, le strade – e le ragioni - per arrivare in Sud America sono infinite.
Nel 1960, a 32 anni, Andrea fu mandato come cappellano al riformatorio per minori La nave scuola Garaventa, intitolata all’educatore e filantropo genovese.
In quegli anni Andrea cercò di cambiare i metodi repressivi lì presenti per introdurre due valori per lui fondamentali: fiducia e libertà.
Nel 1992, a trentanove anni, la carriera di Crescenzio continuò a crescere.
In quell’anno diventò infatti Arcivescovo del Patriarcato di Grado.
Andrea, dopo tre anni di impegno nel riformatorio, venne trasferito, a suo dire senza spiegazioni.
Nel 1964, a trentasei anni, lascia i Salesiani e si lega alla diocesi genovese, motivando con tali parole la sua decisione: “La congregazione salesiana si era istituzionalizzata e mi impediva di vivere pienamente la vocazione sacerdotale”.
Nel novembre del 1997 Crescenzio ottenne un altro riconoscimento.
Venne nominato Segretario generale del Giubileo dell’anno 2000.
Era un ruolo importante, di grande responsabilità, visto il valore dell’evento.
Andrea, entrato nella diocesi di Genova, fu inviato dall’arcivescovo del capoluogo ligure a Capraia, dove prestò servizio come cappellano del carcere locale.
Due mesi dopo fu trasferito ancora, stavolta a Carmine, in qualità di vice parroco.
In breve tempo Andrea rese la sua parrocchia un punto di riferimento per tutti gli emarginati della zona, offrendo accoglienza ed ascolto ad ognuno di loro.
Nel 1970 fu però rimandato nuovamente a Capraia e molti affermano che ciò sia accaduto per alcune sue omelie, che gli hanno fatto piovere addosso l’accusa di essere comunista.
Forse, all’epoca, il peggior peccato di cui si potesse macchiare un prete cattolico.
Nel 2001 la carriera di Crescenzio diventò luminosa.
Venne prima fatto Cardinale e dopo pochi mesi Prefetto della Congregazione per l’evangelizzazione dei popoli da Papa Giovanni Paolo II.
Non solo, perché in quello stesso anno ottenne riconoscimenti a grappoli: Gran Cancelliere della Pontificia Università Urbaniana, Membro della Congregazione per il Clero e per la Dottrina della Fede, dei Pontifici Consigli per il Dialogo Inter-Religioso, delle Comunicazioni Sociali, per la Promozione dell'Unità dei Cristiani e per i Testi Legislativi, della Pontificia Commissione per l'America Latina e del Consiglio Speciale per l'Asia della Segreteria Generale del Sinodo dei Vescovi.
Alla faccia del bicarbonato di sodio, direbbe Totò.
Tornando ad Andrea, nel 1970 rifiutò il trasferimento a Capraia.
Fu don Federico Rebora ad accoglierlo nella sua parrocchia a San Benedetto al Porto.
In questo momento iniziò una nuova fase nella sua vita.
Difatti, in quegli anni Andrea diede vita alla sua comunità di base, nota proprio come Comunità di San Benedetto al Porto.
Una comunità in cui mettere in pratica ancora una volta la vocazione che anni addietro lo aveva spinto a diventare prete: aiutare gli ultimi, essere per gli ultimi, vivere con gli ultimi.
Ciò nonostante, negli anni successivi Andrea fece più notizia per le sue manifeste idee riguardo alla legalizzazione delle droghe leggere, l’uso del preservativo, la sua partecipazione alla protesta contro l’insediamento della base americana a Vicenza e al Gay Pride di Genova, piuttosto che per il suo quotidiano impegno al fianco dei poveri e degli emarginati.
Il resto è storia recente.
Nel giugno 2010 Crescenzio è indagato per corruzione, all’interno di uno scandalo che sta regalando ulteriore vergogna al nostro paese, come se non ce ne fosse stata abbastanza.
Ciò nonostante, il Vaticano gli ha rinnovato stima e solidarietà.
E Andrea?
Andrea continua a fare il prete, ogni santo giorno.
Anche senza stima e solidarietà…



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