Mac Donald è morto

Storie e Notizie N. 376

La Storia:

C’era una volta Mac Donald.
No, scusate, non è esatto…
C’erano una volta due Mac Donald.
Da cui urge un’inequivocabile esse comprovante: c’erano una volta due Mac Donalds.
Ehm… no, ho sbagliato ancora.
C’erano una volta tre Mac Donalds.
I tre…
Ops!
Oggi proprio non ci sono, sarà questa maledetta allergia al polline.
Ora vi assicuro che è quella buona: c’erano una volta quattro Mac Donalds.
Jerry, Richard e Maurice, e… diciamo l’unico figlio degli ultimi due, dal nome scontato, denotando la totale assenza di originalità dei suoi genitori: Mac Donald’s.
Colgo l’occasione per sfogarmi.
Che grande ipocrisia questo genitivo sassone!
Un innocuo apostrofo, un’innocente esse sospesa e la macchina di Franco - il mio presuntuoso vicino di casa - la nuovissima e super accessoriata macchina del mio borioso dirimpettaio Franco diviene la Frank’s car.
Come se tutto questo giocare a togliere, peraltro solo grammaticalmente, lenisse in qualche modo la mia invidia.
Il di è fondamentale, quel di (a parte il complemento di specificazione) sottolinea esplicitamente la sua proprietà e di conseguenza la mia mancanza, la sua ricchezza e la mia povertà.
Il di è bruciante, ma onesto.
Ad ogni modo, chiudo velocemente parentesi.
La storia che vorrei raccontarvi riguarda i diversi destini di Jerry e del figlio di Richard e Maurice, la sola ed unica coppia di fratelli non omosessuali del mondo ad aver avuto prole, peraltro quanto mai benedetta.
Mac Donald’s è nato nel 1940 negli Stati Uniti d’America, a San Bernardino, California.
Per lui fu subito successo e in tanti vennero ad omaggiarlo, cibandosi letteralmente delle sue grazie.
Tre anni dopo, nel 1943, toccò a Jerry venire alla luce, anch’egli negli Stati Uniti d’America.
Che data il ’43 dello scorso secolo, soprattutto nel nostro paese.
E’ l’anno in cui ci fu a Torino la prima grande manifestazione operaia, ricordata giustappunto come gli scioperi del marzo 1943.
E’ l’anno della prima invasione in Italia da parte degli alleati nella seconda guerra mondiale.
Perché, non guasta mai rammentarlo, alleati o meno, sempre di invasione si trattò.
Ed è anche l’anno in cui Badoglio sciolse il Partito Nazionale Fascista, sebbene ogni tanto ho come l’impressione che dopo quasi settant’anni non abbia ancora terminato il suo lavoro…
Comunque, state tranquilli non ho intenzione di raccontarvi dettagliatamente la vita dei due.
Neanche sommariamente, se è per questo.
Vi offro solo una rapida inquadratura sul cammino dei nostri all’inizio di quest’anno.
Nel 2011, il 71enne figlio di Richard e Maurice, ormai scomparsi, è una vera celebrità.
E’ ormai entrato nel vocabolario di tutti, dal nord al sud del mondo.
Be’, forse al sud un po’ di meno, ma poi è sufficiente avere la presunta fortuna di superare mari agitati e ostili confini per godere dei benefici dello stesso linguaggio.
Niente di speciale.
Poche parole, semplici, facili da ricordare, musicali quanto basta, armoniose al punto giusto, capaci di aggrapparsi come l’edera alla nostra fragile memoria.
Il nome del figlio di Richard e Maurice è una di queste parole, per sua fortuna.
Nei primi mesi dello stesso anno, Jerry, l’altro Mac Donald rimasto in vita, quello senza esse, si trovava immerso nei boschi dell’Oregon.
Il 7 febbraio era all’interno della sua casa, ovvero la sua automobile, quando la neve s’impadronì di quest’ultima.
L’automobile di Jerry, Jerry’s car, non riusciva a muovere un muscolo, chiusa dalla bianca coltre, sottovalutata nemica dei colori.
Perché, checché ne dicano i professori di questo mondo, il nero è un colore e il bianco è il nulla.
E perso in quel nulla, nonostante avesse con sé qualcosa da mangiare, sacco a pelo e vestiti, non superò i settanta giorni che lo condussero alla fine del suo viaggio.
Il bollettino affermò che Jerry morì a causa del freddo e della fame.
La fame
La stessa fame grazie alla quale l’unico figlio di Richard e Maurice, Mac Donald’s, il solo sopravvissuto a questo racconto, è capace ancora oggi di attrarre frotte di gente al suo capezzale.
Eppure, chissà, forse sarebbe stato sufficiente perfino un semplice panino con hamburger, senza salsa, scondito e scotto, per donare qualche giorno in più a Jerry e salvargli la vita.
Mac Donald’s
Adesso capite perché ce l’ho così tanto con il genitivo sassone?


Venerdì 20 maggio 2011, vieni ad ascoltarmi a Roma: L'Italia che vorrei.

La Notizia: Cinquemila dollari e un diario per morire.

Storie e Notizie: storie, frutto della mia fantasia, ispiratemi da notizie dei media.