Prelievo forzoso conti correnti 2013 cos’è? Storia origini

Storie e Notizie N. 892

Cipro ha detto no al prelievo forzoso suggerito dall’Unione Europea per permettere al paese di usufruire degli aiuti.
In molti, si preoccupano a ragion veduta se tale sciagurata ipotesi possa essere presa in considerazione qui da noi, citando tra l’altro il precedente del governo Amato del 1992.
Ma com’è nato questo autoritario intervento dall’alto?
Ecco una storia…

Pare che il primo al mondo ad usare le parole prelievo forzoso sia stato il filosofo greco Rabedonte (443 a.C. Corinto, 379 a.C. Atene), discepolo di Platone, il quale le cita in un racconto presente in uno dei suoi manoscritti, peraltro apocrifo, rinvenuto nella capitale ellenica alla fine del secolo scorso.
In esso, Rabedonte narra di una fantomatica città in un’epoca imprecisata, vittima di una crescente crisi, con povertà dilagante e soprattutto corruzione ovunque.
In questa cittadina, la popolazione si era ormai assuefatta ad associare la parola governo a vocaboli indegni della sua principale ragion d’essere.
Nepotismo, tangenti, clientelarismo, immoralità, conflitto di interessi e quanto di peggio di cui si potesse macchiare chi abbia la responsabilità di amministrare la vita di una comunità.
Cosicché, il popolo, stremato e più che mai preoccupato per le sorti dei propri figli, decise di recarsi dal filosofo Meravilgo per chiedergli consiglio.
Ora, si da il caso che, mentre Platone utilizzava la figura di Socrate nei suoi scritti, quale voce autorevole e guida delle giovani menti, Rabedonte si era letteralmente inventato tale Meravilgo, che in realtà filosofo non era, bensì un emerito cialtrone talvolta vulnerabile al vino, ma piuttosto simpatico e bravo a raccontare storie.
Meravilgo, una volta ascoltato gli sfoghi della folla riunitasi sotto la sua dimora, ottenne il silenzio e dopo essersi schiarita la voce così parlò: “Amici, Romani, concittadini.”
“Quali Romani?” saltò su una rotonda signora in prima fila, chiedendo spiegazioni al vicino di folla, “ma che ha bevuto?”
“Ops”, si scusò il presunto saggio, “perdonatemi… dicevo, amici, concittadini, per salvare il futuro della vostra prole c’è una sola via: il prelievo forzoso.”
Varie esclamazioni di sorpresa e perplessità si levarono nei presenti.
“Sì”, sentenziò il vicino della signora di prima, un bassetto barbuto, “forse ha bevuto un goccio.”
“Il prelievo forzoso è l’unica via”, proseguì Meravilgo. “E va fatto quanto prima.”
“In cosa consiste?” chiesero in molti.
“Semplice, nella sottrazione di un qualcosa di proprietà di qualcuno a prescindere dalla sua volontà.”
“Sottrazione di cosa?” domandarono alcuni.
“Risposta altrettanto facile. In verità vi dico che è più facile che il contadino si tolga la zappa dal didietro piuttosto che il padrone si abbronzi sul campo.”
“Altro che goccio”, sentenziò la formosa signora di cui sopra, “questo s’è scolato l’intera cantina.”
“Spiegati meglio”, invocarono i popolani.
“Per uscire dalla crisi”, li accontentò Meravilgo, “è indispensabile un prelievo forzoso di molte cose. Di codardia dal cuore dei pavidi che piegano la schiena innanzi ai potenti, di indifferenza dal petto degli ignavi che voltano il capo di fronte agli ultimi che soffrono ai margini, di ingenuità dagli occhi di coloro che riempiono questi ultimi con ogni panzana gli venga raccontata, sia dal governante avverso che da quello ritenuto amico. Serve altresì un prelievo forzoso di idiozia dalle menti di quei babbei che ancora credono che essere cittadini consista nel mettere una crocetta su un nome e fare il tifo per il resto del tempo.”
La folla rimase per alcuni minuti interdetta e confusa.
“Mi sa che hai ragione”, sussurrò il tipo barbuto alla signora, “questi sono i chiari sintomi di una sbronza con i fiocchi…”
“E a chi si dovrebbe fare questo prelievo forzoso?” chiese la donna, giusto per capire dove Meravilgo volesse andare a parare.
“Che domande”, rispose quest’ultimo. “A voi altri.”
Fu la prima volta che il popolo non gradì il consiglio di Meravilgo e se ne andò borbottando, lasciandolo sul posto.
“Quando beve così”, sentenziò il bassetto mentre si allontanava con la corpulenta signora, “sarebbe meglio aspettare che gli passi.”
“Concordo”, rispose lei, “pensa che per un attimo ho creduto che quando parlava di sottrarre qualcosa si riferisse ai nostri soldi. Da pazzi, eh? Ci mancherebbe pure questo…”
“Già.”
 



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