Storie d'amore: JK Rowling Hermione sposa Harry Potter

Storie e Notizie N. 1052

L’autrice della nota saga del maghetto di Hogwarts ha rivelato che nella realtà, in accordo a meri criteri di verosimiglianza, Harry avrebbe dovuto impalmare Hermione al posto dell’amico Ron.
Sono rimasto deluso, poiché – per quel che possa valere – l’improbabile storia d’amore tra il simpatico ma goffo Weasley e l’acuta e affascinante ragazza interpretata da Emma Watson mi era piaciuta.
D’altra parte, la verosimiglianza è davvero così importante nelle storie?

Verità.
Un’iniezione di verità.
Ecco quel che ci vuole, alla nostra fantasia.
E tutto diverrebbe più accettabile.
Forse.
Più logico.
Di sicuro.
Peter Parker viene morso da un ragno radioattivo e lo sfigato e timido secchione si ritrova trasformato in uno sfrontato figaccione forte come un toro. Da un grande potere derivano grandi responsabilità? Sì, d’accordo, ma chi me lo fa fare? Qui è tutto un magna, magna, ecc. lo sai che c’è? Nella storia verosimile col cappero che Peter si cuce il costume e la mascherina per azzuffarsi con i vari Goblin, Octopus e Uomo Sabbia e per vedersi comunque additato come un delinquente dalla polizia e da quel babbeo di Jameson. Si sposa Mary Jane, la tradisce con Gwen e si mette davvero a fare il campione di wrestling per guadagnare soldi, per poi sfondare nel cinema e guadagnarne anche di più.
D’Artagnan si ritrova in eredità una sottospecie di cavallo e sfida nello stesso giorno i tre migliori moschettieri di Francia? Macché, nel mondo verosimile vende il ronzino e se ne va a fare il pittore nel quartiere degli artisti a Mont Martre, senti a me. Ma chi glielo fa fare di rischiare la vita per fare a spadate?
James Bond al servizio di sua Maestà tutta la vita? No, dico, ma scherziamo? Si vive solo due volte? Ma a mala pena se ne vive una, di vita, diciamola tutta. Nelle storie verosimili 007 si vende ai russi e poi di nuovo agli inglesi, quindi passa alla Cia, li tradisce con i cinesi, diventa di Al Qaeda ma poi si converte al buddismo e scrive un libro di memorie che poi vende a Hollywood e si candida con i democratici nell’Arizona.
Miss Marple, scusate, ma ne vogliamo parlare? La signora anziana che va in giro a risolvere casi nei quali la polizia puntualmente brancola nel buio? Nel racconto verosimile, alla prima intrusione la vecchina viene arrestata e poi internata in una clinica psichiatrica a vita. Sia se le sue osservazioni siano sensate o meno, poiché quale ispettore accetterebbe che una vegliarda nonnina risulti più sveglia di lui?
Lo stesso accadrebbe a Sherlock Holmes, questo è chiaro. Anzi, lo stesso detective, se effettivamente così geniale, si guarderebbe bene dal ficcare il naso nelle indagini di Scotland Yard. D’altra parte, nel caso quest’ultima gradisse le sue consulenze, Sherlock si farebbe pagare lautamente, Watson gli farebbe causa per avere una percentuale e tutti finirebbero in tribunale o all’ospedale dopo una violenta colluttazione.
Al primo segno di squilibrio, l’equipaggio del capitano Achab si ribellerebbe, lo appenderebbe per la gamba di legno al pennone più alto e Quiqueg sarebbe di sicuro la mente dell’ammutinamento. E anche Sancho Panza chiederebbe conto a Don Chisciotte dopo l’ennesima follia e lo citerebbe per danni.
Nella Paperopoli verosimile i bassotti riuscirebbero finalmente a rapinare Zio Paperone con l’aiuto di Paperino deciso a vendicarsi dell’avarizia del parente. Ma Paperina lo lascerebbe comunque per Gastone. Perché diciamola tutta, Donald sarà pure simpatico, ma vuoi mettere uno che dovunque guardi trova soldi in terra?
Insomma, potrei andare avanti ma mi fermo qui, poiché sono persuaso che il virus della verità farebbe a brandelli ogni frutto della nostra immaginazione, partendo dai migliori.
Quindi, nonostante quel che pensi la seppur brava scrittrice inglese, nel mio piccolo preferisco accettare le ali, sebbene di posticcia carta, e godermi l’inammissibile volo sino alla parola fine.
 


Altre da leggere: