Diritto a guidare per le donne fino a volare

Storie e Notizie N. 1503

Leggo che la decisione del governatore saudita di consentire alle donne di guidare rappresenta un punto di svolta in una società in cui i ruoli di genere sono da tempo rigidamente e tutt’altro che parimenti distribuiti.
In modo inevitabile si leveranno spontanei tutti i comprensibili ridimensionamenti della presunta conquista, relativi alla strada che c’è ancora da fare per realizzare un’idea moderna di pari opportunità, miraggio non solo da quelle parti, in tutta onestà.
Nondimeno, in un faticoso e impervio tragitto, il viaggio per la sospirata meta deve per forza contare sui parziali successi, che sommati uno a uno come luminosi puntini nel buio più buio del cielo, son essi stessi la via…


Io.
Sì, però…
Io posso.
D’accordo, ma…
Io posso guidare.
Certamente è così, tuttavia…
Tuttavia, prima che butti fiato e rubi tempo e pagina, io metto in moto e sfreccio all’orizzonte ancora da riempire.
Con un occhio al domani, all’oasi sognata, alla riva sol con la mente sfiorata.
Al contempo, l’altra metà del mio cuore esulta, fissando il resto che fa vibrar petto e scompigliar capelli.


Io posso pensare quello che tu non hai il coraggio di guardare.
Respirare a tempo con le mie stesse aspirazioni e aspirare al tempo in cui respirerò vittorie e sconfitte all’ombra della mia sola sfrontatezza.
Io posso esclamare a volume volubile quel che ieri potevo al meglio sussurrare.
Guardare i passaggi più oscuri delle paure del passato e passare tra le oscurità di oggi senza paura alcuna.
Di essere guardata.
Io posso guidare, sì.
Posso guidare l’auto e con essa financo il corpo dove il corpo troverà destino.
Attraversare il solco che divideva il prima dal dopo come se fosse giusto e solcare l'unico giusto attraverso il quale il prima dovrebbe mutar in dopo.
Io posso toccare ciò che sento vivo alla luce dei miei occhi e dei tuoi.
Indossare il niente del mondo che scandalizzava il nulla in superficie e annientare le superficialità che i veri scandali del mondo addossavano a noi altre.
Guidare, esatto.
Io posso guidare.
Potevo anche prima, se è per questo.
Pagandone un prezzo inaccettabile.
Di valuta comune nei luoghi ove il diritto sacrosanto viene travestito da reato.
E prima che tu possa abbassar musica e offuscar luci.
Io sarò già lontana.
Irraggiungibile e libera.
Da ogni pusillanimità del tempo presente.
Perché io potevo.
Posso e potrò.
Volare.


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