Gioca canta e leggi

Storie e Notizie N. 1501

Secondo un recente rapporto dell’Unicef il 25% dei bambini nei paesi in via di sviluppo non ha la possibilità di giocare, cantare o leggere insieme ai propri genitori, il più delle volte impossibilitati da orari di lavoro a dir poco massacranti.
Giocare, cantare e leggere insieme alle persone che ti hanno messo al mondo, è qualcosa spesso raro anche nelle nazioni più industrializzate, ricche e moderne, malgrado il tempo e le occasioni sarebbero molteplici.
Tuttavia, privare di ciò un essere umano, fin dai primi anni di vita, ne costruisce un altro con dei vuoti che in qualche modo dovrà colmare, così come vale il viceversa…


Togli e vedrai.
Cancella e spera.
Spegni e aspetta.
Avanti e indietro, come una danza che ruba vita o la illumina.
Diritto e dovere di ogni anima all’inizio del viaggio.
Magia di una mano che può creare e distruggere, senza alcuna garanzia d’eternità.


Togli il gioco a chi avrebbe tutta la serietà del mondo per apprezzarlo e rispettarlo, e vedrai. Vedrai un giorno qualcuno che non avrà considerazione alcuna per ogni presunta concretezza del tuo vivere, perché non ha mai potuto dargli delicata forma nella sua mente.
Cancella le storie recitate dalla voce perfetta, che tale rimarrà anche nell'attimo in cui i fragili eroi dei giorni lieti si paleseranno come tali, soprattutto in quei momenti, più che mai dopo, e spera. Spera con tutto te stesso che non verrà l'istante in cui le vittime innocenti di siffatta mancanza, ignorando la vitale differenza tra realtà e illusione, confonderanno il più pericoloso dei venditori di paura per un innocuo, audace narratore.
Spegni la voce che insegue note e vibrazioni del petto come se fossero la dimostrazione, una volta raggiunte, di poter essere qualcosa di più che una felicità a termine, e aspetta. Aspettati creature fuori tempo, con inutili, vuoti spartiti a occupare il cuore, incapaci di riconoscere anche le più semplici armonie al mero suono del tatto.
Al contempo, ovunque, per chi sembra spacciato o per coloro i quali tutto è ancora da scrivere.
Dona e guarda.
Racconta e indietreggia.
Accendi e abbi fiducia.
Dona il gioco a chi possiede l’innato vocabolario per tradurlo alla lettera e i colori per ravvivarlo, anche agli occhi di chi ha smesso di vedere il meglio, ovvero il senso di un’ora leggera come un secondo e un volto sciolto in un sorriso, e guarda. Guarda come sarebbe stato e ancora sarà.
Racconta tutto, con onestà e franchezza, mostrando per la morale della favola la stessa considerazione che hai per la parola segreta del tuo conto in banca, e indietreggia. Fai un passo indietro e lascia che la fantasia del tuo più prezioso spettatore cresca in ogni direzione e dimensione figurabile. Ne è riprova e sempre ne sarà ciò che di straordinario sopravvive ancora sulla terra.
Infine, accendi l’amplificatore naturale delle strofe e i ritornelli che uniscono affetti e ricordi comuni, lascia che le stonature affiorino sulla superficie, perché questo sono, superfluità incapaci di affievolire l’amorevole coro, e abbi fiducia. Abbi fiducia che la melodia sopravviva a qualsiasi patimento, ciascun livore e ogni tipo di ruga.
Perché questo meraviglioso gioco di cantare e leggere la vita altrui è la sola umanità che ci resta.


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