Politica e religione. E in Abruzzo si gela…





Il tempo scorre e la distanza tra l’accoppiata governo opposizione e il mondo reale aumenta a vista d’occhio.
Chiedo scusa, non siamo proprio in queste condizioni, ma credo che il paragone sia calzante: immaginatevi una nave che affonda, con il livello dell’acqua che cresce imperterrito sin dal fondo della stiva. I primi a soccombere, come nel celebre Titanic, sono come sempre i più poveri, le cui grida vengono ignorate dai fortunati di sopra.
Ecco, se il nostro paese fosse quella barca, state sicuri che i politici, coloro che decidono delle nostre sorti si trovano nel punto più in alto.
Ma loro non sono passeggeri come gli altri, cazzo. Non sono solo ricchi e fortunati viaggiatori che si godono i vantaggi della posizione corrispondente al biglietto.
Loro sono quelli che dovrebbero rimediare alla falla.
Loro sono quelli che avrebbero dovuto evitare l’incidente.
Li paghiamo per questo…
Solito qualunquismo? Anti politica, anti stato e anti quello che volete?
Ecco la prova di ciò che dico.
Nel mondo reale, in Sicilia, per la precisione a Messina continuano a trovare corpi, anche oggi.
Nel mondo reale, in Abruzzo, la temperatura è arrivata sotto lo zero e ci sono ancora almeno 6000 persone (ho la netta impressione che siano molte di più...) sotto una tenda.
Nel mondo reale il tasso di disoccupazione cresce costantemente come l’acqua della similitudine.
E invece, di cosa discutono destra e sinistra, sempre se le possiamo ancora chiamare in questo modo?
Nel Pd si chiedono ancora oggi se la Binetti sia o meno un problema per un partito che si definisce di sinistra.
Il ministro Gelmini, invece di preoccuparsi dei precari, reclama a gran voce un voto per l’ora di religione.
Ormai entrambi gli schieramenti sono pronti a dare la colpa all’Islam per l’attentato di ieri.
La religione è sempre l’arma preferita della destra e la principale ambiguità della sinistra, quasi quanto gli immigrati.
E’ storia vecchia, già vista e rivista.
Ma non sarà eterna, ne sono certo.
Perché se non ci si occupa del mondo reale, prima o poi verrà a bussare alla nostra porta.
Bussare? Be’, forse è meglio dire che verrà a sfondarla…