Berlusconi no protezione civile in Abruzzo: risposta di una mente fragile

 
Storie e Notizie N. 199

Ho detto alla Protezione Civile di non andare per ora in Abruzzo perché potrebbe avvenire che se uno ha qualche familiare che è morto sotto le macerie ed ha una mente fragile magari gli può venire in mente di sparare…
Ieri Berlusconi, durante l’incontro con la Federalberghi, ne ha dette tante, come al solito, ma quest’ultima mi colpisce particolarmente.
Il fatto è che me lo sono subito immaginato quel tipo.
Mi sono chiesto cosa vorrebbe dire per me avere la mente fragile.
Magari ce l’ho sul serio e non me ne rendo conto.
E poi mi sono immedesimato in lui, con qualche familiare morto sotto le macerie.
Cosa farei venendo a sapere di tutto lo schifo che c’è dietro chi mi governa e soprattutto chi è pagato per aver cura della mia vita?

La Storia:

Caro Silvio Berlusconi,
mi chiamo Mario e le scrivo da Onna.
Mia moglie è morta sotto le macerie.
Sono vedovo, quindi.
Anche mia figlia è morta con lei, ma non so come si dice quando qualcuno non ha perso solo la compagna di una vita ma anche l’unico frutto di quest’ultima.
Ho una mente fragile, l’ho sempre avuta.
Mia moglie me lo diceva spesso, ma io non gli davo importanza.
Pensavo che fosse cosa normale.
Non mi sentivo diverso da tanti italiani, troppi.
Solo ora mi rendo conto di quanto fragile sia.
Solo ora, guardando quel che sta accadendo al mio paese, mi accorgo della debolezza del mio cervello.
Forse ciò che è accaduto lo ha reso ancora più delicato.
Anzi, senza forse.
E ciò mi rende ancora di più un pericolo per lei, sebbene non per quello che lei pensa, ma lo spiego più avanti.
Come avrei voluto avere una mente solida, energica e risoluta come la sua, presidente.
Chi può dirlo?
Magari, oggi la mia famiglia sarebbe ancora qui.
Magari sarei anch’io entrato in politica e, seppur separata da me, mia moglie sarebbe ancora viva, così come la mia dolcissima bimba.
E’ storia vecchia.
Le menti deboli non possono far altro che invidiare quelle forti.
Certo, qui in Abruzzo in tanti hanno perso la vita o persone care e non è detto che tutti siano menti fragili.
Il terremoto, quando colpisce, non è che fa di queste distinzioni.
Ciò nonostante lei considera quelli come me pericolosi.
Forse ha ragione.
Tuttavia, non è solo la più o meno fragilità della nostra mente che potrebbe renderci capaci di gesti inconsulti.
Basterebbero rabbia e dolore oltre ogni limite.
Tuttavia, sono qui per rassicurarla.
Mandi chi vuole in Abruzzo, torni lei stesso.
Stia tranquillo.
Noi non spariamo.
Perché noi rispettiamo la legge.
Perché noi siamo gente onesta.
E perché noi tutti siamo stanchi di essere considerati quelli dalla mente fragile.
Per questa ragione in Abruzzo e in tutto il resto d’Italia sta arrivando il giorno in cui nessuno crederà più alle sue cazzate…



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