Acrobata Cirque du Soleil muore: la preghiera

Storie e Notizie N. 959

Sarah Guyard-Guillot, in arte Sassoon, aveva 31 anni e lascia due bambini. E’ morta in ospedale, in seguito ad una caduta di ben 15 metri durante un suo spettacolo a Las Vegas.
L’ultimo.
La cosa che più mi ha colpito è che gli spettatori ci hanno messo un po’ a realizzare che era successa una tragedia, poiché ritenevano la caduta parte dello show.
Come dire, finché non muori davvero, tutto è spettacolo.
Perché, come si dice, quest’ultimo deve sempre andare avanti.
La mia attenzione è ora su pochi secondi.
Ovvero, la durata del tragitto che ha condotto la sfortunata artista, e tutte le vittime tra gli acrobati di questo mondo, dalle stelle alla terra sui cui volteggiavano.
Parte dello spettacolo per tutti, sotto quel tendone, tranne che per loro.
Un tempo che si allunga come per magia, privilegio di chi dona attimi di sussulti e gioie al prossimo.
Tempo in cambio di tempo.
Per pregare chi di dovere.

San Trapezio, protettore degli acrobati di questo mondo, ascoltami.
Sto cadendo.
Sono tra i tanti che stanno cadendo.
La fine farà male, lo so.
Ma è stato bello, fin qui.

Amico mio, posso chiamarti amico, ora, vero?
Non posso? E cosa fai?
Mi fai cadere, forse?
Scusami… è la tensione del momento.
E la paura.
Ho paura, sì, ho paura.
Ho paura del paradiso.

Sai, Trapezio, io il paradiso l’ho trovato in vita.
Su una corda, in equilibrio sull’emozione di chi guarda.
Volando da un angolo e l’altro di una tenda.
Che non sarà l’eden o l’olimpo, vedi tu, ma è un luogo magnifico dove trascorrere un’ora.
Figuriamoci l’eternità.

Cosa? San Trapezio? Ti arrabbi se ometto il San?
E cosa mi fai? Mi fai cadere, magari?
Perdonami… è la rabbia del momento.
E la felicità.
No, non è pazzia, la mia.
Sono felice, immensamente felice.
Perché ho volato, laddove gli altri camminavano.
E ciò ha reso felice il mio prossimo.
Cosa si può chiedere di più dalla vita?

Trap, posso chiamarti Trap?
Chi? Ti confondo con l’ex allenatore della nazionale?
E cosa sei tu se non il nostro coach?
Sai, protettore mi fa pensare ad un’altra cosa, sgradevole assai.
Ma bando alle chiacchiere.
Sto cadendo, se non l’hai notato.
Volevo chiederti un favore, ma non riguarda me.
La vedi quella gente che ora sta ammirando la mia ultima prodezza?

Fa pure che continuino a credere alla magia, la nostra.
Che non smettano mai di sorprendersi innanzi alle meraviglie degli umani.
Ma, ti prego, mostra loro che fuori da questo tendone esistono milioni di altri coraggiosi, una specie di acrobati senza circo, che compiono imprese straordinarie, degne di altrettanti applausi e medesima ammirazione.
Che sopravvivono camminando su corde fatte di speranza sospesi sulla stessa miseria da cui sono fuggiti prima di arrampicarsi.
Gli acrobati invisibili.
Che volano e cadono.
Nel silenzio, prima e dopo.

Ecco, la mia caduta sta per finire.
Farà male, lo so.
Ma è stato bello, fin qui.
Grazie a tutti.
Al prossimo spettacolo.


  



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