Storie di animali: l'ultima corsa della mucca

Storie e Notizie N. 1026

In Inghilterra, precisamente a Farlington, cittadina nei pressi di Portsmouth, nella contea dell’Hampshire, capita che una mucca fugga dal campo in cui è relegata e si lanci sull’autostrada a sfrecciare tra le auto.
La polizia ci ha messo ben tre ore per raggiungerla.
E abbatterla.
Ciò che segue consiste in un resoconto, più o meno veritiero, di ciò che ha pensato prima di uscire dal recinto…

Una mucca.
E’ facile a dirsi.
Sei una mucca, conosciamo il genere.
Come disse un giorno nonna papera, la gente non sa proprio nulla delle mucche.
A parte che diamo il latte e facciamo muu, non ci conoscete, questa è la realtà.
Ed io sono stanca.
Non di voi altri, eh?
Ma chi vi conosce, a voi.
Non vi offendete, mi riferisco a quel che sostengo su me stessa, che al vostro posto potreste ribattermi per un mero senso di coerenza.
Io però lo ammetto: non so nulla degli umani.
Potrei aggiungere perché non vi capisco, ma devieremmo su altro tema.
Oggi io sono il tema.
E laddove tiri in ballo la mia stanchezza mi riferisco ai miei simili.
Le altre mucche.
Vorrei volare di qua, mi piacerebbe viaggiare di là, ci vorrebbe un altro fattore, uno più onesto, che magari scegliesse di governare la fattoria giammai per il suo unico tornaconto, bensì per il benessere di noi altre e così via blaterando.
Sono anni che non sento altro.
Che cosa?
Parole.
Leggi pure chiacchiere scontate come lo strizzare delle mammelle durante la mungitura.
Banali come il latte che ne esce, aggiungo.
Come se ognuna di loro si aspettasse, che so, il succo d’amarena.
E allora cos’hai di diverso, tu?
Questo potrebbe obiettare chiunque, allorché la portata di questo mio pilotto si esaurisse nei confini di questa pagina.
Il tempo, ma che dico, la strada che mi attende testimonierà la risolutezza che mi sospinge.
Una mucca.
Dite davvero?
A differenza delle mie colleghe di stalla, io so chi sono.
Un’auto da corsa.
Ecco, l’ho detto.
Saetta McQueen mi fa un baffo, figuriamoci Chick Hicks.
Vettel e Alonso li vedo scomparire tra la polvere nello specchietto retrovisore.
Quale specchietto?
E un po’ di immaginazione, cappero.
Se riesco ad averla io, voi dovreste far di meglio.
Avessi avuto sin dall’inizio le vostre cellule grigie credete forse che avrei agito con tale delirante irruenza?
Chi vede il mondo attraverso un recinto non può perdere tempo con gli scrupoli.
Men che meno con la paura.
Io correrò, sì, correrò.
Questo è quel che ho sempre voluto.
Dovranno spararmi per mandare i titoli di coda.
Perché non sarò di certo io a scrivere la parola fine in calce ai miei sogni.
Eccomi, guardatemi.
Non sono la più bella macchina che abbiate visto in strada?

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