Il terrorismo e le vittime del giorno dopo

Storie e Notizie N. 1292

C’erano una volta gli attentati.
Il terrorismo e le stragi.
C’erano una volta gli assassini, o comunque tu preferisca chiamarli.
Per giustificar la paura e l’odio.
Bisogni, interessi e tutto quel che non confideresti neanche a tua madre.
E poi ci sono loro.
Le vedi, non puoi fare a meno di guardarle, le vittime.
Soprattutto quelle che devono necessariamente.
Esser viste.
Finché la notte cali.
Potrà capitare domani, il dì seguente, il successivo e alla fine arriva.
Il maledetto giorno dopo.
Il tempo delle altre.
Le nuove vittime, diverse, quasi invisibili a occhio denudato.
Di tempo e umanità.
Così, a disordinata cascata, ci sono le vittime perché assomigliavano ai cattivi.
E le vittime perché cercavamo i cattivi, ma che vuoi farci, abbiamo trovato loro.
Ci sono le vittime sopravvissute alle vendette del giorno dopo della strage di prima.
Perché no.
Non ci eravamo affatto dimenticati di loro.
Ci sono le vittime della pace donata dalle guerre per riportare la pace dove la guerra ha distrutto la pace di chi la guerra la vedesse solo in tv.
E le vittime della guerra che prima era pace ma ora non puoi più nasconderti.
Perché sì.
Stavolta ci eravamo dimenticati di voi.
Ci sono le vittime anche solo perché si son trovate lì, sulla pubblica piazza, nei pressi del bersaglio globale.
Laddove dovremo schierarci, sfogarci o, al peggio, distrarci.
Da noi altri.
E ci sono le vittime di parole rigettate, rimangiate e vomitate di nuovo sulle carnagioni indifendibili. Di immagini ritoccate con sapiente cattiveria o anche solo scelte a caso.
Infine, ecco a voi le vittime nate tali.
Buone per ogni stagione.
O guerra.
Che come le varie ed eventuali dei programmi scritti in fretta.
Allungano il brodo del sadico tema.
C’erano una volta le stragi.
Gli attentati e il terrorismo.
C’erano una volta gli uccisori, o comunque tu intenda immaginarli.
Per giustificar violenze e abusi.
Egoismi, sopraffazioni e tutto quel che riveleresti solo a un tuo pari.
E poi ci sono loro.
Le vedi, non puoi fare a meno di ricordarle, le vittime.
Soprattutto quelle che devono necessariamente.
Esser rammentate.
Finché il buio arrivi.
Potrà capitare all’alba, quella seguente, la successiva, ma alla fine arriva sempre.
Il giorno dopo.
Dove le vittime, le altre, verranno sacrificate.
Nel silenzio dei più.

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