Storie sulla diversità: Le parole per salvarsi

Storie e Notizie N. 1341

Persi tra i monti dell’Arizona, Ann Rodgers e il suo cane sono sopravvissuti per nove giorni bevendo acqua di stagno e nutrendosi di piante. Il salvataggio è avvenuto grazie alla scritta HELP che la donna di settantadue anni ha composto sul terreno con bastoncini e sassi.
HELP, aiuto, ovvero solo una tra le varie declinazioni.
Delle parole per salvarsi…



Aiuto.
Citiamola, aiuto, iniziamo con la prima, così l’elenco è partito, come il racconto. D’altra parte gode perlomeno alfabeticamente della precedenza, se non per la sua assordante diffusione. Ben oltre la nostra capacità d’udito come di cuore, altrimenti, un grato silenzio seguirebbe la scia.
Basta, basta è ciò che mormorano, non urlano, in troppi, perché il fiato è allo stremo, ma questo non vuol dire che non si tenti di oltrepassare il muro. Basta con l’aggiungere puntualmente, con una cattiveria di idiozia inaudita, la nazionalità, le probabili origini o addirittura il colore della pelle del presunto criminale additato e abilmente sfruttato sulle prime pagine dei cosiddetti mezzi di informazione.
Coraggio, coraggio è quel che chiedono a questi ultimi, a chi tra loro si rammenti ancora cosa voglia dire, le storie respinte al mittente, quelle che al meglio ci guadagna solo chi le ascolti davvero. Tutti gli altri, compreso chi osi raccontarle, dovrà inevitabilmente pagarne il prezzo. Nondimeno, se non è questo, cos’altro è il coraggio?
Dite, dite quello che pensate sul serio, reclamano gli spettatori che hanno voltato le spalle alla scena che conta e che da allora ne hanno viste di cose da far cadere il teatro. Dite quello che avete dentro, voi là sopra, agli abbonati della poltrona comoda. E vedrete che si volteranno anche loro.
Estate, estate è il titolo di un film che ancora deve iniziare, perché non ci sono i soldi, neanche uno straccio di sceneggiatura, men che meno attori e registi, ma questo non vuol dire che le eterne comparse non attendano trepidanti di cominciare le riprese. Nel frattempo affrontano l’inverno vestendosi come se fosse già primavera.
Fiducia, fiducia nei propri vuoti e nella personale immaginazione nel riuscire ogni volta a mascherarli da pieni è la sola marca di aspettativa acquistabile dai massacrati dal destino.
Giù, guardate giù è la strofa di una canzone stonata e del tutto fuori sincrono, scritta all’impronta come rap sconclusionato di una band che da tempo è stata cancellata dal cieco cammino della Storia con la esse presuntuosa. Eppure la sentirai ancora, si sa che il passato non può fare a meno di crucciarsi per il futuro.
Ho tempo, ho tanto tempo davanti si dicono i bambini dal volto unico, quello della foto di turno sui giornali nelle settimane della commozione autorizzata. Ho un’infinità di tempo per uscire da quella foto.
Insomma, volevo dire insomma, non bene, precisa non udita dall’ennesimo benefattore da flash, l’anima da salvare con le parole ma non solo, alla retorica domanda: come stai?
Lotteremo, certo che lotteremo per quel che ci spetta, si promettono a vicenda gli innamorati sbagliati prima di addormentarsi, ancora prima di amore eterno.
Migranti, vada per migranti, rassicurano le vittime del sadismo semantico del terzo millennio. Va bene, fate come volete, chiamateci pure così, ora. Chissà come ci chiamerete domani. Laddove ha già fallito quello che ti guarda dritto negli occhi, credete forse che riuscirete a fermarci con l’odio da social network?
Nessuno, non c’è nessuno qui, nelle case di questo villaggio dal destino incerto, in una terra che vale più per ciò che nasconde sotto che per la vita che si nasconde sopra. Hai visto mai che così non ci bombardano?
Ostinazione, l’ostinazione cresce ancora oggi, ci unisce e siete proprio voi ad alimentarla, con menzogne e abusi mediatici. La cosa più assurda è che, finora, non l’abbiate ancora compreso.
Permesso, non altro, non il permesso di avere la vostra roba, perché quello si chiama furto, dovreste conoscerlo bene, e neppure quello di occupare la terra altrui, altra pratica che vi dovrebbe essere assai familiare. Di esistere, solo di questo, esigiamo.
Qualunque, qualunque città o popolo, singola persona o metro quadrato sulla via, qualunque lembo di terra o umana manifestazione può essere la volta buona per fare un passo in avanti. Perché umanità o pianeta, siamo tutti luoghi che possono e devono cambiare.
Rispetto per le meraviglie, sentito rispetto per le meraviglie difformi, rispetto per me stesso, disegno storpio, impossibile perfino per il photoshop del palazzo del re.
No, compassione mai.
Silenzio, guarda bene che c’è anche il silenzio, innanzi alla morte, soprattutto di chi conosci solo per sentito urlare, casomai ti fosse sfuggito.
Te, la salvezza può arrivare anche da te. Quello che non saprai mai prima è a chi dovrai donarla, ma così funziona il gioco. Sarà la prova che non v’era interesse alcuno.
Uno, ne basta uno che faccia semplicemente quel che è preposto a fare e vedrai che reazione a catena.
Verità, senza aggiungere altro, oggigiorno l’opposto di molte più nefandezze che la semplice menzogna.
Zero, infine, zero è il valore sul mercato delle nostre vite, zero è la quota di interessi sui nostri passati e sempre zero è la percentuale di guadagno sulle vendite future dei nostri sogni. Bene, ora che lo sai, rilassati, smettila di preoccuparti e ascolta.
Perché il bello viene adesso...

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