Storie di guerra: Rinascere dalle distruzioni

Storie e Notizie N. 1391

Leggo che, grazie all’impegno dell’Associazione “Incontro di civiltà” e con il fondamentale sostegno della Fondazione Terzo Pilastro - Italia e Mediterraneo, “Rinascere dalle distruzioni”, varie opere danneggiate in Iraq e in Siria sono state fedelmente ricreate utilizzando la tecnologia moderna e messe in mostra al Colosseo, a Roma.

E poi dicono che le cose vanno sempre peggio.


I soliti pessimisti.
Si stava meglio prima, il futuro è grigio e altre depressioni all’orizzonte.
Per fortuna che in occidente si guarda avanti, conservando un premuroso ricordo di quel che indietro è rimasto.
Che indietro si è frantumato.
Indietro per sempre.
Ebbene, che era rimasto e che si era frantumato, possiamo dire ora.
Incontro di civiltà, che bella frase, me la scrivo ovunque.
In testa, è chiaro, nella cartella indispensabile di una memoria ferita e nelle poche pagine rimaste utilizzabili di un’anima sbrindellata da un destino che oserei definire sadico.
Osavo, devo dire ora.
Rinascere dalle distruzioni? Ma questa è ancora più bella di quella di prima.
Mi ci faccio un tatuaggio sulla pelle, guarda, uno di quelli che vanno di moda dalle vostre parti, che sognavo un giorno di sfoggiare pure io.
Che sogno, credo mi tocchi dire ora.
Con calma, lo so, non bisogna aver fretta con i miracoli.
Sono come le belle storie e l’amore vero.
Non si cercano, sono loro a trovare te.
Ho presente come scivola via il mondo della buona sorte. Molte cose deprecabili hanno precedenza sulla vita. Ma se si tratta di qualcosa di sublime come l’arte posso aver pazienza.
Prima le statue e le torri, i busti e gli archi, le anfore e i capitelli, non c’è problema.
E poi toccherà a noi, tornare alla luce dalle macerie, giusto?
Con i vostri magici portenti a infinite dimensioni so che farete quel che è tale.
Giusto.
Mi commuovo solo al pensiero di rivedere la stanza in cui ho iniziato a giocare.
E la strada che mi portava a scuola.
La classe e la lavagna.
La piazza bella e quella solo vecchia.
La casa di mia nonna.
E quella di quel tipo di cui non ricordo il nome, ma era amico di mio padre.
Poi mi ridarete anche quest’ultimo, no?
Voglio pensare di sì, che nella vostra città, dove le bombe e le guerre sono finte come un video al telegiornale, dopo aver restituito amore e dignità alle opere eccelse degli umani d’oriente, farete lo stesso con i loro figli, che forse eccelsi non sono stati.
Ma magari un giorno lo saranno, devo dire ora.


Vieni ad ascoltarmi a teatro, Elisa e il meraviglioso degli oggetti, Sabato 5 Novembre alle 21 al Teatro Planet, Roma.

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