“Orientamenti… devianti”



In data odierna il cardinale Zenon Grocholewski, prefetto della Congregazione per l'Educazione cattolica, ha formulato nel corso della conferenza stampa di presentazione del nuovo documento vaticano sugli “Orientamenti per l'utilizzo delle competenze psicologiche nell'ammissione e nella formazione dei candidati al sacerdozio”, il seguente pensiero: “Non si può ammettere al seminario un candidato che ha una tendenza omosessuale radicale. Non perchè commette peccato, ma perchè l'eterosessualità è la normalità, l'omosessualità è una deviazione, una ferita per poter esercitare il sacerdozio, che consiste anche nell'essere un padre spirituale e nel sapersi relazionare con gli altri.”

Cardinale…

Ma che cosa dice, cardinale?!

Cardinale!!!

Prima di entrare nel merito della sua incredibile affermazione…

Come si diventa cardinale? Questo mi sono chiesto. In rete ho trovato questo link. Indica cosa dice il codice di diritto canonico a riguardo. Una cosa mi ha colpito: non vi sono parole come amore, compassione o carità, per dirne alcune, come nemmeno vengono nominati due personaggi credo di qualche rilevanza: Gesù Cristo o Dio.

C’è diocesi, negli articoli, ma non v’è traccia di Dio. Sarà un caso? Certo che come assenza è notevole…

Ad ogni modo, veniamo al punto di questo post:

“Non si può ammettere al seminario un candidato che ha una tendenza omosessuale radicale…”

Ma, dico io, si può sapere cosa cappero vuol dire omosessualità radicale?!

Cardinale?!!!

Dicesi omosessuale radicale, uno di quei gay testardi, che si ostinano nelle loro preferenze di genere, incorruttibili innanzi ad ogni erotica offerta di natura etero.

Perlomeno rimangono fuori da questa esclusione gli omosessuali moderati. Ancora una volta la chiesa cattolica dimostra la sua ossessione per la moderazione.

Rileggendo il resto del messaggio dell’alto prelato, gli intemperanti della cosiddetta altra sponda, invece, si beccano il sommario giudizio: siete dei devianti, non peccatori, ma feriti dalla vostra natura.

Sarebbe come rubare in chiesa, mo’ ci vuole, rimarcare l’ignoranza nel definire l’omosessualità una deviazione. La cosa più grave, mio caro cardinale, è ciò che lei sostiene dopo: Il sacerdozio, da lei esercitato da tempo immemore, consiste nell’essere un padre spirituale e nel sapersi relazionare con gli altri.

Io non credo di essere affatto spirituale, oltretutto non sono un sacerdote, tuttavia da quasi cinque anni sono un padre, un padre vero, un genitore, e, per vari motivi, ho fatto della relazione con il prossimo l’essenza del mio lavoro, tra teatro e animazione sociale, da quasi vent’anni.

Qualcosina l’ho imparata.

Un padre non discrimina i propri figli in base ai loro gusti sessuali.

Un padre, seppur uno di loro deviasse dalla cosiddetta normalità, non diverrebbe all’improvviso meno degno d’amore e d’attenzione.

Un padre, nel caso uno di loro fosse effettivamente ferito da qualcosa, sarebbe totalmente dalla sua parte, al suo fianco, per consolarlo e sostenerlo.

E questo senza aggiungere l’aggettivo spirituale…

Non so se riesco pienamente a seguire i suddetti principi, ci provo. Non sono omosessuale o magari un po’ lo sono e non me ne rendo conto, come molti di mia conoscenza. Ma, d’altronde, che cosa c’entra?! In quale modo mi impedirebbe di essere un bravo padre spirituale?!

Una cosa è certa: per mia fortuna, non sono un prete e, soprattutto, non sono un cardinale…