L'eroe senza pipì
L'intervallo è la storia di Mario, l'eroe del terzo millennio. Il prescelto è un uomo qualunque, uno come tanti. Solo qualcuno capace di vincere le proprie paure riuscendo a non fare pipì. Mario vive a Roma ed è un esperto viziato. La sua vita procede tranquilla, come un noioso film. Ed è proprio nell'intervallo di uno di questi, al cinema, abbandonando gli amici per andare al bagno, che il nostro verrà catapultato in un'avventura rocambolesca, della quale si ritroverà inaspettatamente eroe riconosciuto.Informazioni: www.intermezzieditore.it
Un brano:
“Dimmi”, chiese un giorno Mario, “perché sono ancora vivo?”
“Amico mio”, rispose il bambino dall’insospettabile voce baritonale e i folti baffi, “tu non sei riuscito a salvarti perché ci tieni alla tua vita, poiché non ci vuole un genio per capire che essa non vale poi molto, soprattutto per te. Tu ti sei salvato perché devi fare pipì e perché sei stato capace di trattenerla. E’ il bisogno che ti rende vivo, finché riesci a controllarlo. E non solo vivo: potente e forte, molto forte. Se riuscirai a resistere sarai l’eletto. La profezia dice che l’eroe che ci salverà sarà un uomo qualunque. Solo qualcuno con la forza e il coraggio di affrontare il pericolo vincendo i propri bisogni.
Qualcuno che dimostri che è possibile per tutti vincere e non solo per pochi fortunati da ammirare in tv.”
Mario non si era mai visto con tali abiti, nemmeno assistendo al più coinvolgente film con tanto di fascinoso cavaliere in cui immedesimarsi. Nemmeno gli anti-eroi disincantati e ironici, più che mai attraenti per il moderno pubblico femminile, erano riusciti a prospettargli un ruolo possibile, se non altro nelle sue fantasie più permissive. A suo parere, l’unica impresa che gli stava riuscendo era proprio quella di non fare pipì e ogni giorno diveniva più difficile. Ogni cosa che stava compiendo, di valoroso o meno, era la conseguenza di tale sacrificio. Nonostante il dolore nella pancia aumentasse come un fiume in piena, esempio più che calzante, sapeva che la sua vita aveva finalmente un senso e che forse, fin ad ora, non l’aveva mai avuto.
Il giorno dopo si svegliò con il mal di testa, ma con la patta dei pantaloni asciutta.
Quindi contento.
Un brano:
“Dimmi”, chiese un giorno Mario, “perché sono ancora vivo?”
“Amico mio”, rispose il bambino dall’insospettabile voce baritonale e i folti baffi, “tu non sei riuscito a salvarti perché ci tieni alla tua vita, poiché non ci vuole un genio per capire che essa non vale poi molto, soprattutto per te. Tu ti sei salvato perché devi fare pipì e perché sei stato capace di trattenerla. E’ il bisogno che ti rende vivo, finché riesci a controllarlo. E non solo vivo: potente e forte, molto forte. Se riuscirai a resistere sarai l’eletto. La profezia dice che l’eroe che ci salverà sarà un uomo qualunque. Solo qualcuno con la forza e il coraggio di affrontare il pericolo vincendo i propri bisogni.
Qualcuno che dimostri che è possibile per tutti vincere e non solo per pochi fortunati da ammirare in tv.”
Mario non si era mai visto con tali abiti, nemmeno assistendo al più coinvolgente film con tanto di fascinoso cavaliere in cui immedesimarsi. Nemmeno gli anti-eroi disincantati e ironici, più che mai attraenti per il moderno pubblico femminile, erano riusciti a prospettargli un ruolo possibile, se non altro nelle sue fantasie più permissive. A suo parere, l’unica impresa che gli stava riuscendo era proprio quella di non fare pipì e ogni giorno diveniva più difficile. Ogni cosa che stava compiendo, di valoroso o meno, era la conseguenza di tale sacrificio. Nonostante il dolore nella pancia aumentasse come un fiume in piena, esempio più che calzante, sapeva che la sua vita aveva finalmente un senso e che forse, fin ad ora, non l’aveva mai avuto.
Il giorno dopo si svegliò con il mal di testa, ma con la patta dei pantaloni asciutta.
Quindi contento.