Storie e Notizie n. 9: Obama il socialista?

Le Storie: “Signor presidente, signori delegati, noi esprimiamo qui la stessa posizione sostenuta dal nostro Presidente e che doveva poi essere fondamento di questa assemblea: la coesistenza pacifica non deve essere limitata soltanto ai potenti, se si vuole garantire la pace del mondo. Bisogna anche chiarire che il concetto di coesistenza pacifica deve essere ben definito, non soltanto per quanto riguarda i rapporti fra stati sovrani. La coesistenza pacifica fra le nazioni non comporta la coesistenza fra sfruttatori e sfruttati, fra oppressori ed oppressi. Deve essere difeso il diritto alla piena indipendenza contro ogni forma di oppressione. Al tempo stesso, bisogna stabilire chiaramente l'obbligo per tutti i paesi di rispettare le attuali frontiere dei diversi stati; di non esercitare alcuna azione aggressiva, neppure con le armi convenzionali. "La Conferenza, considerando che il governo di Cuba si dichiara disposto a risolvere la sua controversia col governo degli Stati Uniti d'America circa la base di Guantánamo su basi di uguaglianza, chiede vivamente al Governo degli Stati Uniti di intavolare negoziati con il Governo cubano con il fine di evacuare quella base." Il governo degli Stati Uniti non ha dato alcuna risposta a quella istanza della Conferenza del Cairo e pretende di mantenere occupato indefinitamente con la forza un pezzo del nostro territorio. Come può costituirsi o definirsi guardiano della libertà chi assassina i propri figli e li discrimina ogni giorno in base al colore della pelle?” Ernesto Che Guevara, 11 dicembre 1964, Palazzo dell’ONU, Assemblea generale Quarantacinque anni dopo… “Ai popoli dei Paesi poveri, diciamo di volerci impegnare insieme a voi per far rendere migliori le vostre fattorie e far scorrere acqua pulita; per nutrire i corpi e le menti affamate. E a quei Paesi che come noi hanno la fortuna di godere di una relativa abbondanza, diciamo che non possiamo più permetterci di essere indifferenti verso la sofferenza fuori dai nostri confini; né possiamo consumare le risorse del pianeta senza pensare alle conseguenze. Perché il mondo è cambiato, e noi dobbiamo cambiare insieme al mondo. Quello che ci è richiesto adesso è una nuova era di responsabilità - un riconoscimento, da parte di ogni americano, che abbiamo doveri verso noi stessi, verso la nazione e il mondo, doveri che non accettiamo a malincuore ma piuttosto afferriamo con gioia, saldi nella nozione che non c’è nulla di più soddisfacente per lo spirito, di più caratteristico della nostra anima, che dare tutto a un compito difficile. Questa è la fonte della nostra fiducia: la nozione che Dio ci chiama a forgiarci un destino incerto. Questo il significato della nostra libertà e del nostro credo: il motivo per cui uomini e donne e bambine di ogni razza e ogni fede possono unirsi in celebrazione attraverso questo splendido viale, e per cui un uomo il cui padre sessanta anni fa avrebbe potuto non essere servito al ristorante oggi può starvi davanti a pronunciare un giuramento sacro.” Barack Obama, 20 gennaio 2009, discorso di insediamento alla Casa Bianca. Le Notizie: Corriere della sera, 26 Febbraio 2009 WASHINGTON (USA) «Sacrifici», soprattutto per i ricchi, ma anche maggiore equità sociale, con l'«assistenza sanitaria» per tutti gli americani. Barack Obama ha presentato così il piano di bilancio del governo federale degli Stati Uniti, dove è contenuto «un impegno storico per la riforma della sanità». SUSSIDIO PER DISOCCUPATI - Sulla sanità il presidente ha chiarito che il suo bilancio si prefigge di rendere l'assistenza più accessibile ai milioni di americani che hanno perso il posto. RINUNCE E SANITÀ - L'inquilino della Casa Bianca ha rivolto all'America un invito alle «rinunce» per uscire dalla crisi, in vista di «scelte difficili»: «Dovremo rinunciare a cose che ci piacciono ma che non ci possiamo permettere», ha detto il presidente spiegando inoltre che anche a livello di governo «sarà necessario tagliare cose che non ci servono per pagare quelle che servono», ovvero una grande riforma della sanità, per estendere a tutti l'assistenza pubblica, «anche tassando i più ricchi». AGI News, Houston, 25 febbraio 2009. "Gli Stati Uniti non torturano". Lo ha detto il presidente americano, Barack Obama, nel suo primo intervento davanti al Congresso riunito in seduta plenaria. "Perché agire coerentemente con i nostri valori - ha affermato menzionando anche la chiusura di Guantánamo - non ci rende deboli ma più forti".