Aereo scomparso: è stato un attentato…
Storie e Notizie n. 45:
La Storia:
Cara amica e gentile amico, figli miei adorati, eccomi qua.
Voi, che un giorno che sperate lontano verrete tutti a trovarmi, nessuno escluso, voi, che non fate altro che evocarmi, voi, che non perdete occasione di cantare inni e recitare preghiere in mio nome invece di festeggiare ogni attimo che significa vita, volete una risposta ed io sono qui per soddisfarvi.
Ve lo devo, se non altro per tutte le attenzioni che mi date.
Sono sempre al centro delle vostre notizie, tra telegiornali e carta stampata.
Sono la causa delle vostre paure più grandi, ma al contempo mi amate, perché più o meno consapevolmente coltivate l’angoscia che ne deriva come il contadino fa con il suo terreno più prezioso, ovvero come un innamorato introverso con la sua passione inconfessata.
Persone straordinarie attraversano indisturbate la vostra vita, eppure, vi rammentate di loro solo alla mia entrata in scena, come unica luce capace di aprire i vostri occhi davanti a ciò che è bello, unica voce in grado di richiamarvi al cospetto di quel che merita la vostra attenzione.
La religione, poi, si manifesta in voi come il più assurdo paradosso: chi dice di aver fede nella mia sconfitta è ossessionato da tutto quel che mi riguarda, mentre chi si dichiara ateo mi ignora come si fa con un parente scomodo.
Tuttavia, non sono qui per sgridarvi o altro, non sono qui a far prediche.
Come voi ben sapete, io non ho morale alcuna, sono perfettamente equa, come scrisse meravigliosamente uno dei tanti artisti che avete iniziato a lodare solo dopo la fine del suo viaggio.
Sono l’ultima al mondo che può farvi una qualche critica poiché grazie a voi mi sento ogni giorno come una star, come una di quelle dive del cinema, sempre sulla bocca di tutti ed altrettanto nei loro sogni.
Sono sogni travestiti da incubi, ma la sostanza non cambia.
Ecco perché oggi vorrei restituire il favore.
Io sono per voi un mistero senza soluzione e sarà sempre così.
Non posso farci nulla, è nel gioco delle parti.
Nondimeno, ho la facoltà di rispondere a tutte le domande che hanno preso il posto delle vite che non sono più tra voi.
Io so cosa state cercando…
So che avete finalmente trovato i resti dell’Air bus.
So che siete rimasti impressionati dalla scomparsa dell’aereo.
So che la notizia del numero delle morti, ben duecentoventotto, vi ha colpito, ma non quanto le domande che dal disastro sono nate in voi.
Una fra tutte: è stato un fulmine o un attentato?
Non affaticatevi.
Non troverete la scatola nera perché ce l’ho io.
Anzi, ne ho due.
In una vi è la prova che è stato il fulmine a far precipitare il velivolo, un evento naturale, un’imprevedibile casualità.
Nella seconda, al contrario, non è stato il caso il responsabile, piuttosto un attentato di chiara matrice islamica.
A voi la scelta.
Prendete la scatola che preferite, scegliete la risposta che vi tranquillizza di più…
La Morte
La Notizia:
La grande paura dell'attentato.
Piccoli relitti di colore bianco, un salvagente arancione, un recipiente, macchie di combustibile a 650 chilometri dall’isola brasiliana Fernando de Norohna, ultimo passaggio riconosciuto del volo 447 di Air France prima di affondare nel buio dell’Atlantico: sono a questi poveri stracci di un disastro avvistati nell’immensità dell’oceano che si appigliano le famiglie dei 228 morti, e la Francia, per sapere, capire, svelare il mistero. Solo una spiegazione può assopire l’angoscia dei parenti che Air France porta e custodisce, via via che arrivano da tutto il mondo, in un albergo di Roissy: perché il loro dolore non sia fatto di grida, di pubbliche lacrimazioni. E’ un dolore dunque che si rifugia negli angoli, ha pudore, preferisce non farsi vedere; ma che oggi esploderà, senza un briciolo di verità, nella messa solenne fissata a Notre Dame. I relitti sono stati trovati in una zona larga 5 chilometri, a mille chilometri dal Brasile e duemila dal Senegal.La loro posizione indica che l’aereo stava allontanandosi dalla rotta tracciata in linea retta tra Rio e Parigi, come se avesse cercato di sfuggire a un pericolo, di tornare indietro. Ma Air France si affanna a dire che «le indagini saranno lunghe», le possibilità di ritrovare le scatole nere, la guaina che custodisce probabilmente la verità, sono scarse: affondate come sono nella profondità dell’Oceano. Per il ministero della Difesa francese, comunque, gli oggetti avvistati sono «elementi importanti» e alcune navi si stanno dirigendo verso il luogo dell’avvistamento: segno che, due giorni dopo, qualcosa sta emergendo da un orribile, e per molti versi inspiegabile, vuoto. Perché con il passare delle ore la spiegazione che Air France ha fornito finora come ipotesi, ovvero un fulmine che in una zona di terribile tempesta avrebbe annientato i sistemi di controllo facendo precipitare l’Airbus 300, appare sempre meno credibile; persino in un Paese che è abituato nelle tragedie nazionali a fare mucchio patriottico. Da lunedì pomeriggio però gli esperti, i tecnici dell’aviazione, gli ingegneri fanno staffetta per rammentare che un aereo non può essere ucciso da un fulmine, che ci devono essere altre cause che quanto meno hanno accompagnato i guasti del temporale e provocato la panne fatale. Anche la descrizione delle tempeste sull’oceano del Tropico del Capricorno non convince: decine di aerei hanno attraversato la zona senza danni, e anche la meteorologia delle ore in cui presumibilmente si è svolta la tragedia non appare così letale. E’ soprattutto l’assenza di segnali di soccorso che solleva domande: spiegabile solo con un evento di tale enormità da aver tolto qualsiasi possibilità di reazione ai piloti. Un’esplosione della cabina: è il pensiero di tutti. Il ministro dei Trasporti Borloo e il premier Fillon ieri sono stati circospetti affrontando la parola «attentato». «Nessuna pista in questo momento può essere esclusa, compresa quella terroristica, anche se non ci sono per ora elementi. L’unica cosa certa - ha detto Fillon - è che non c’è stato nessun appello di soccorso inviato dall’aereo, ma solo allerta automatici raccolti per tre minuti che annunciavano che erano fuori servizio i sistemi dell’aereo».
Sulla rubrica Storie e Notizie: storie, frutto della mia fantasia, ispiratemi da notizie dei media.
La Storia:
Cara amica e gentile amico, figli miei adorati, eccomi qua.
Voi, che un giorno che sperate lontano verrete tutti a trovarmi, nessuno escluso, voi, che non fate altro che evocarmi, voi, che non perdete occasione di cantare inni e recitare preghiere in mio nome invece di festeggiare ogni attimo che significa vita, volete una risposta ed io sono qui per soddisfarvi.
Ve lo devo, se non altro per tutte le attenzioni che mi date.
Sono sempre al centro delle vostre notizie, tra telegiornali e carta stampata.
Sono la causa delle vostre paure più grandi, ma al contempo mi amate, perché più o meno consapevolmente coltivate l’angoscia che ne deriva come il contadino fa con il suo terreno più prezioso, ovvero come un innamorato introverso con la sua passione inconfessata.
Persone straordinarie attraversano indisturbate la vostra vita, eppure, vi rammentate di loro solo alla mia entrata in scena, come unica luce capace di aprire i vostri occhi davanti a ciò che è bello, unica voce in grado di richiamarvi al cospetto di quel che merita la vostra attenzione.
La religione, poi, si manifesta in voi come il più assurdo paradosso: chi dice di aver fede nella mia sconfitta è ossessionato da tutto quel che mi riguarda, mentre chi si dichiara ateo mi ignora come si fa con un parente scomodo.
Tuttavia, non sono qui per sgridarvi o altro, non sono qui a far prediche.
Come voi ben sapete, io non ho morale alcuna, sono perfettamente equa, come scrisse meravigliosamente uno dei tanti artisti che avete iniziato a lodare solo dopo la fine del suo viaggio.
Sono l’ultima al mondo che può farvi una qualche critica poiché grazie a voi mi sento ogni giorno come una star, come una di quelle dive del cinema, sempre sulla bocca di tutti ed altrettanto nei loro sogni.
Sono sogni travestiti da incubi, ma la sostanza non cambia.
Ecco perché oggi vorrei restituire il favore.
Io sono per voi un mistero senza soluzione e sarà sempre così.
Non posso farci nulla, è nel gioco delle parti.
Nondimeno, ho la facoltà di rispondere a tutte le domande che hanno preso il posto delle vite che non sono più tra voi.
Io so cosa state cercando…
So che avete finalmente trovato i resti dell’Air bus.
So che siete rimasti impressionati dalla scomparsa dell’aereo.
So che la notizia del numero delle morti, ben duecentoventotto, vi ha colpito, ma non quanto le domande che dal disastro sono nate in voi.
Una fra tutte: è stato un fulmine o un attentato?
Non affaticatevi.
Non troverete la scatola nera perché ce l’ho io.
Anzi, ne ho due.
In una vi è la prova che è stato il fulmine a far precipitare il velivolo, un evento naturale, un’imprevedibile casualità.
Nella seconda, al contrario, non è stato il caso il responsabile, piuttosto un attentato di chiara matrice islamica.
A voi la scelta.
Prendete la scatola che preferite, scegliete la risposta che vi tranquillizza di più…
La Morte
La Notizia:
La grande paura dell'attentato.
Piccoli relitti di colore bianco, un salvagente arancione, un recipiente, macchie di combustibile a 650 chilometri dall’isola brasiliana Fernando de Norohna, ultimo passaggio riconosciuto del volo 447 di Air France prima di affondare nel buio dell’Atlantico: sono a questi poveri stracci di un disastro avvistati nell’immensità dell’oceano che si appigliano le famiglie dei 228 morti, e la Francia, per sapere, capire, svelare il mistero. Solo una spiegazione può assopire l’angoscia dei parenti che Air France porta e custodisce, via via che arrivano da tutto il mondo, in un albergo di Roissy: perché il loro dolore non sia fatto di grida, di pubbliche lacrimazioni. E’ un dolore dunque che si rifugia negli angoli, ha pudore, preferisce non farsi vedere; ma che oggi esploderà, senza un briciolo di verità, nella messa solenne fissata a Notre Dame. I relitti sono stati trovati in una zona larga 5 chilometri, a mille chilometri dal Brasile e duemila dal Senegal.La loro posizione indica che l’aereo stava allontanandosi dalla rotta tracciata in linea retta tra Rio e Parigi, come se avesse cercato di sfuggire a un pericolo, di tornare indietro. Ma Air France si affanna a dire che «le indagini saranno lunghe», le possibilità di ritrovare le scatole nere, la guaina che custodisce probabilmente la verità, sono scarse: affondate come sono nella profondità dell’Oceano. Per il ministero della Difesa francese, comunque, gli oggetti avvistati sono «elementi importanti» e alcune navi si stanno dirigendo verso il luogo dell’avvistamento: segno che, due giorni dopo, qualcosa sta emergendo da un orribile, e per molti versi inspiegabile, vuoto. Perché con il passare delle ore la spiegazione che Air France ha fornito finora come ipotesi, ovvero un fulmine che in una zona di terribile tempesta avrebbe annientato i sistemi di controllo facendo precipitare l’Airbus 300, appare sempre meno credibile; persino in un Paese che è abituato nelle tragedie nazionali a fare mucchio patriottico. Da lunedì pomeriggio però gli esperti, i tecnici dell’aviazione, gli ingegneri fanno staffetta per rammentare che un aereo non può essere ucciso da un fulmine, che ci devono essere altre cause che quanto meno hanno accompagnato i guasti del temporale e provocato la panne fatale. Anche la descrizione delle tempeste sull’oceano del Tropico del Capricorno non convince: decine di aerei hanno attraversato la zona senza danni, e anche la meteorologia delle ore in cui presumibilmente si è svolta la tragedia non appare così letale. E’ soprattutto l’assenza di segnali di soccorso che solleva domande: spiegabile solo con un evento di tale enormità da aver tolto qualsiasi possibilità di reazione ai piloti. Un’esplosione della cabina: è il pensiero di tutti. Il ministro dei Trasporti Borloo e il premier Fillon ieri sono stati circospetti affrontando la parola «attentato». «Nessuna pista in questo momento può essere esclusa, compresa quella terroristica, anche se non ci sono per ora elementi. L’unica cosa certa - ha detto Fillon - è che non c’è stato nessun appello di soccorso inviato dall’aereo, ma solo allerta automatici raccolti per tre minuti che annunciavano che erano fuori servizio i sistemi dell’aereo».
Sulla rubrica Storie e Notizie: storie, frutto della mia fantasia, ispiratemi da notizie dei media.